Nucleare: forza distruttrice o risolutrice?
Scritto da Gabriella Gliozzi
Lunedì 02 Maggio 2011 16:10
Ken il guerriero e tutta la sua ciurma, se avessero potuto scegliere, avrebbero preferito di certo risparmiarsi tutte quelle epiche peripezie. All’inizio del cartone animato la voce narrante spiega chiaramente che la stirpe umana è sopravvissuta ad un’esplosione nucleare, ma che la vita sulla terra era stata profondamente sconvolta da essa. Dichiamoci la verità, Ken il guerriero la sapeva lunga. E noi quanto ne sappiamo sul nucleare?
Facendo un rapido giro su internet si nota come la tematica del nucleare è curata sotto ogni punto di vista possibile da migliaia di siti. C’è chi intervista esperti, chi fa propaganda pro e contro l’utilizzo del nucleare per produrre energia, chi auspica invece la vittoria dello sfruttamento della luce solare, chi si preoccupa delle possibili conseguenze di disastri nelle centrali, chi invece cerca di sensibilizzare e convincere l’opinione pubblica della necessità di rifiutare l’impiego del nucleare. Nell’immaginario collettivo l’energia nucleare richiama alla mente sensazioni di paura, catastrofe, malattie, inquinamento. Sono ben pochi coloro che riescono a focalizzare l’attenzione sulla parola ‘energia’. Questo accade perché l’umanità ha già
assistito a fenomeni che hanno messo in allerta tutto il mondo, vediamo insieme quelli di maggiore rilevanza:
-Liverpool, 1957: un reattore che produce plutonio prende fuoco e il materiale radioattivo si diffonde sul territorio circostante. Morti accertate: 39. Secondo fonti indipendenti dal governo le morti riconducibili a questo ‘incidente’ sarebbero almeno un centinaio nell’arco di 60 anni.
-Idaho, USA, 1961: guasto ad un reattore in fase di sperimentazione. Morti accertate: 3 operai. Altri 20 operai restano contaminati dalle scorie radioattive.
-Ditroit, 1966: l’impianto di raffreddamento di una centrale nucleare inizia a funzionare solo parzialmente. I danni causati all’ambiente ed alla popolazione non sono stati resi noti dalle autorità.
-Lucens, Svizzera, 1969: l’impianto di raffreddamento di un reattore sotterraneo si rompe e le radiazioni si disperdono nel sottosuolo. Per porre rimedio viene sigillata la cavità di una grotta. Non si conoscono i danni reali subiti dal territorio.
-Alabama, 1975: un reattore prende fuoco. I danni e le conseguenze subite dal territorio circostante non sono state rese note.
-Pennsylvania, 1979: ha luogo il più grande incidente nucleare degli Usa. Tra guasti tecnici e mancata applicazione delle norme di sicurezza fanno sì che la centrale venga quasi totalmente distrutta e le radiazioni si disperdono nell’aria e vengono assorbite dal sottosuolo. Morti accertate: 60. Secondo fonti indipendenti dal governo le morti riconducibili all’incidente nucleare, tra leucemie e tumori, sono 120 in più.
-Tennessee, USA, 1981: l’impianto nucleare della zona prende fuoco e fuoriescono migliaia di litri di liquido radioattivo. Non si hanno notizie dei danni provocati su cose e persone. La media di tumori negli anni successivi all’incidente nucleare è di 2 ogni 3 abitanti.
-Giappone, 1981: a causa di un guasto ad un reattore più di 100 operai vengono contaminati dalle scorie radioattive.
-USA, 1986: esplode una delle vasche di contenimento di scorie radioattive di una centrale in Oklahoma. I liquidi si disperdono e contaminano tutto il territorio circostante.
-Chernobyl, 1986: le nuvole radioattive sorvolano l’Europa. Il rapporto ufficiale dell’ONU è di 65 morti accertate con sicurezza e altre 4.000 riconducibili all’incidente nucleare per tumori e leucemie nell’arco di 80 anni.
-Tokyo, 1999: avviene uno dei più grandi incidenti nucleari giapponesi. Uno stabilimento per il trattamento dell’uranio ha un guasto interno. Le istituzioni preposte hanno parlato di errore umano. Morti accertate: 14. Già nel 1997 altri 37 operai erano stati esposti al liquido radioattivo ed avevano perso la vita.
-Fukushima, 2011: quanto ci terrano nascosto stavolta le istituzioni?
Ho voluto prendere in considerazioni solo i maggiori disastri nucleari. Non sono gli unici e non può essere certo un caso che nella stragrande maggioranza dei casi le istituzioni americane, giapponesi, inglesi non abbiano voluto fare una stima dei decessi causati dagli incidenti nelle centrali nucleari. Ma allora dovremmo forse credere che il bilancio dello Stato abbia la precedenza su quello delle nostre vite? Dovremmo dunque convincerci che sono davvero solo i soldi, anche a livello politico, a far girare il mondo? La risposta non posso darla io, ma di sicuro il problema nasce dalla perdita di memoria. Anche le Nazioni che si fanno esportatrici di democrazia in realtà hanno dimenticato. Ormai i seggi nei vari parlamenti a livello mondiale per certe persone sono diventati cosa dovuta. E noi? Non contiamo più niente. Siamo diventati spettatori passivi di dittature celate da sovrastrutture inesistenti. Credete ancora di essere liberi? Credete ancora che lo Stato tuteli i vostri diritti? Pensate davvero che a qualcuno interessi il vostro voto al Referendum per il nucleare? Se vorranno farlo, statene certi, lo faranno. Qui non si tratta di essere anti-berlusconiani. Qui si tratta di interessi. E se ci fossero stati Prodi, D’Alema o chi per loro sarebbe stata la stessa cosa. I brogli sono stati inventati proprio per questo.
Ma se il Referendum desse ragione ai politici, siamo sicuri di riuscire ancora una volta a sopportare i loro magheggi?
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