Magazine Ecologia e Ambiente
Diversi sono i motivi che mi portano a pensare che la realizzazione di centrali nucleari in Italia sia difficile. Comunque tanto per non sbagliarci, con i prossimi referendum avremo l'opportinità di rispedire al mittente la proposta del nucleare in Italia. (E aggiungo per la seconda volta).
Vado fiero del fatto che il mio Paese non ha centrali nucleari anche se questa scelta può influire sul costo della bolletta. (Detto fra noi alla storia che con il nucleare si risparmia non credo tanto). Riguardo al concetto di indipendenza energetica invece sono sicuro che comunque l'Italia non lo sarebbe neanche con il nucleare.
Ciò che mi preoccupa maggiormente al momento quindi non è la realizzazione delle centrali nucleari ma sono i tagli agli incentivi per le fonti rinnovabili. Questi tagli saranno una vera e propria sconfitta per tutti coloro che, fra imprenditori, investitori e liberi cittadini, hanno creduto nelle fonti rinnovabili creandoci anche un business. Tolti gli incentivi, l'alternativa ai combustibili fossili sarà l'atomo. Altra preoccupazione è in quali mani siamo:
di seguito le frasi celebri e le perle di saggezza elargite a piene mani dai politici e dai tecnici nuclearisti nei giorni dell’emergenza nucleare in Giappone.
"Le fughe radioattive mi sentirei di escluderle. Nella peggiore delle ipotesi si tratta di materiale contaminato da radiazioni ma che di certo non ci sarà il così detto 'effetto Chernobyl'" Così Valerio Rossi Albertini, ricercatore del Cnr, spiegava alle 14.44 dell’11 marzo scorso all'ADNKRONOS.
Alle 15.29 dello stesso giorno, ecco anche Umberto Veronesi, direttore dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare:“Le centrali nucleari sono sicure, e buona parte delle critiche vengono da un'ideologia antinuclearista che si basa su dati falsi”, dichiara all’Ansa.
Alle 20.40 comunque arriva anche la dichiarazione di Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano, che si pregia ogni volta di ricordare di essere stato un tempo alla guida di Legambiente e della mobilitazione ambientalista dopo il disastro di Chernobyl (1986). “Gli impianti nucleari hanno dimostrato di 'tenere botta', chi trae spunto dalla tragedia che ha colpito il Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo. (…) Mi sento di dire - ha dichiarato a TMNews - che al momento gli impianti nucleari hanno tenuto, hanno 'retto botta'”.
Il giorno dopo, le notizie dal Giappone appaiono ancora più gravi ed allarmanti. La stessa agenzia nucleare nipponica dichiara che l’incidente alla centrale di Fukushima è di livello 4 (il terzo incidente nucleare più grave al mondo). A tale notizia il governo italiano, impegnatissimo nel realizzare un vasto programma nucleare a scapito delle fonti rinnovabili, comincia a reagire scompostamente:
"E’ difficile fare valutazioni esaustive e approfondite in corso d'opera, ma, dalle ultime notizie che arrivano da Tokio e alla luce delle considerazioni di molti esperti, si può sperare che l'impatto dei problemi verificatisi negli impianti nucleari sarà contenuto, e verosimilmente marginale rispetto al complesso dei danni causati dall'inaudita violenza dell'evento sismico e dello tsunami", ha dichiarato il ministro Stefania Prestigiacomo alle Agenzie di stampa nel pomeriggio di sabato 12 marzo: "Quanto alla polemica sul programma nucleareitaliano, immancabile e di pessimo gusto dinanzi alle distruzioni, alle oltre mille vittime già accertate e alle migliaia di dispersi, la trovo offensivamente strumentale e macabra" ha quindi aggiunto.
Quindi il leader dell’Udc Pierferdinando Casini che ribadisce di essere favorevole al nucleareanche dopo l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima: “Vorrei che il Governo dopo tante declamazioni passasse dalle parole ai fatti”, ha dichiarato all’Asca, agenzia che riporta anche le parole del capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto: “La posizione del governo italiano sul nucleare rimane quella che è, non è che si può cambiare idea ogni minuto”. :-))
A tranquillizzare gli "emotivi", nonostante tutto ciò tanto preoccupati, arriva quindi Marco Ricotti, esimio docente di impianti nucleari al Politecnico di Milano e membro dell'Agenzia per la sicurezza nucleareche infila tante perle da fare un braccialetto: “Bisogna accertare cosa e' successo realmente nell'impianto nucleare di Fukushima ma in ogni caso si può già dire che un confronto con quanto accaduto a Chernobyl è improponibile" (AdnKronos).
E all’Ansa: “Sulla base delle informazioni che arrivano dal Giappone è impossibile che il reattore di Fukushima possa originare un incidente come quello di Chernobyl, e lo scenario peggiore possibile è il rilascio di materiale radioattivo in quantità molto più bassa di quello della centrale ucraina”.
L’ex ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola non si pone proprio il problema e dichiara a il Velino che “senza nuclearel'Italia e' un Paese morto". Si tratta, ha aggiunto riferendosi al programma energetico del governo, di "una riforma che vuol porre riparo allo sciagurato referendum antinuclearedel 1987”.
E Fukushima invece cos’è? Un centro benessere? Come mai nelle stesse ore il governo nipponico ordinava alla popolazione di Fukushima di rimanere in casa con porte e finestre chiuse? (AGI/AFT).
Nel corso della giornata si susseguono numerosi allarmi relativi ad una esplosione che aveva distrutto uno dei quattro edifici della centrale, ai rischi di fusione nel reattore 1 e ai problemi di raffreddamento nel reattore 2, ai livelli di radiazioni rilevati nell’area della centrale mille volte superiori alla norma…
Il 13 marzo, l'Istituto francese di Radioprotezione e di Sicurezza Nucleare(Irsn) avverte (fonte AGI/AFT) che sabato 12 marzo dopo "l'esplosione dell'edificio che ospita il reattore numero 1 di Fukushima" si è verificato "un rilascio di radioattività molto importante" nell'atmosfera. Secondo l'Irsn, (…) subito dopo la deflagrazione "nella zona circostante al reattore la radioattività assorbibile è stata pari a 1 millisievert per ora, 10.000 volte superiore alla norma visto che il livello della radioattività naturale è di 0,0001 millisievert per ora".
Eppure, "Sono contrario a scelte di carattere emotivo": ha risposto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, alla domanda di Lucia Annunziata se ci possa essere un ripensamento del governo sul nuclearedopo quanto accaduto in Giappone. (Ansa).
Posizione sostenuta anche dall’ormai celebre Marco Ricotti che, mentre dal Giappone arriva la notizia di problemi anche al terzo reattore della centrale Fukushima, dichiara (La Repubblica pag.6): “Siamo davanti ad una situazione apocalittica (…). Non ha senso confrontarla con la paura di un disastro nucleare, visto che per fortuna stiamo ancora parlando di un timore”. Marco Ricotti è un componente della neonata Agenzia per la sicurezza nucleare (…) ed è convinto che di fronte alla situazione drammatica il sistema delle centrali giapponesi sta garantendo la massima sicurezza. (…) “Il paragone tra l'Italia e il Giappone è impossibile, se un sisma di quell'entità si verificasse da noi probabilmente l'80% dei fabbricati sarebbero distrutti, milioni di persone sarebbero in difficoltà, avremmo ben altri problemi, comunque le centrali che vogliamo costruire sono quelle di terza generazione, ben più sicure”. E continua: “ad esempio riducono il rischio di fuga radioattiva e l’evacuazione si limita a 3 km dalla centrale”.
“Spero che gli italiani non cedano all'emotività come successo nell'87” redarguisce Ricotti, prontamente appoggiato nientemeno che dal fisico Antonino Zichichi che su Il Tempo (ripreso dall’AdnKronos) dichiara: "La tecnologia moderna è intrinsecamente sicura. E il fuoconucleare è come un fiammifero sempre acceso che nessuno può spegnere" .E continua: "Se l'Italia avesse cinquanta centrali, come il Giappone, sarebbe una nazione libera. Continuando così rischiamo invece di tornare schiavi".
Mumbler mumbler... permettetemi un'osservazione: a me qualcosa che non si puo mai spegnere mette una leggera ansia addosso.
14 marzo 2011
“Il programma nucleare italiano procede senza alcuna variazione. Il disastro naturale avvenuto in Giappone è un evento che in Italia sarebbe improducibile” ha detto il ministro allo Sviluppo economico Paolo Romani parlando nella trasmissione televisiva 'Porta a Porta'. “Il percorso legislativo che ha sancito il ritorno al nucleare la dice lunga: siamo partiti dalla sicurezza, alla cui agenzia abbiamo messo a capo il professor Umberto Veronesi".
Veronesi... un oncologo per l'appunto!
A Parigi, secondo l’Adnkronos/Dpa, l'agenzia di sicurezza nucleare francese (Asn), il 14 marzo dichiarava che l'incidente alla centrale nucleare di Fukushima deve essere classificato al quinto o addirittura al sesto grado della scala Ines degli incidenti nucleari, che vede quello di Chernobyl al settimo livello, quello dei disastri nucleari: "Noi consideriamo che debba essere almeno ad un livello 5 e probabilmente a quello 6. Siamo oltre Three Mile Island senza raggiungere Chenrnobyl", ha detto Andre-Claud Lacoste, presidente dell'Asn.
Nelle stesse ore, a Roma, il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, conferma l'intenzione del governo italiano di andare avanti sulla strada del ritorno al nucleare e dichiara a TMNews: "Innanzitutto in Giappone è accaduto un fatto assolutamente eccezionale, i parametri di sicurezza sono stati superati dal terremoto e dal maremoto, ma ha sostanzialmente tenuto"
Intanto, all’Ansa, il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta criticava le decisioni di altri Paesi, come la Germania, sottolineando che c'e' molta ipocrisia. Noi che non le abbiamo fatte non dovremmo neanche pensare di farle? Il ministro ha sottolineato, inoltre, che l'Italia e' un paese "parzialmente sismico, in alcune aree non ci sono mai stati terremoti, e questo è già presente nelle valutazioni sui siti e sulle centrali che si costruiranno".
E di nuovo Casini, sempre all’Ansa: “In Giappone sono saltate raffinerie, impianti chimici, tubature del gas e migliaia di tonnellate di rifiuti tossici navigano per il Giappone, però noi pensiamo solo ai problemi del nucleare. Queste centrali tutto sommato producono effetti molto più limitati rispetto al resto. Ma niente di per sé è sicuro. Il progresso porta con sé margini di rischio. Se è per questo sono crollate anche delle dighe, e allora che facciamo? Non costruiamo più dighe?"
diga = centrale nucleare... mah!
“Le 2 centrali nucleari giapponesi oggi sotto osservazione sebbene siano state realizzate 40 anni fa non risulta abbiano causato danni certi per l'uomo e l'ambiente . Nessuno chiede la chiusura delle centrali idroelettriche eppure a tutt'oggi sono migliaia anche nello stesso Giappone i morti causati dalla rottura di dighe che hanno ceduto a seguito di terremoti o altre cause naturali ma queste morti fanno meno notizia di quelle dovute a un'eventuale contaminazione nucleare. Una politica seria non si fa condizionare dalla paura e dagli umori della gente ma una volta decisi gli obiettivi che hanno interessi nazionali li persegue a prescindere", ha dichiarato poco dopo Enzo Raisi, deputato del Fli, capogruppo in commissione Attività Produttive, relatore della legge che consentirebbe all'Italia di rientrare nel nucleare, all’ANSA.
Secondo l’Adnkronos/Ats, il 14 marzo la Svizzera ha deciso di sospendere le procedure in corso relative alle domande di autorizzazione per nuove centrali nucleari. "La sicurezza ha la massima priorita'" ha affermato Doris Leuthard, ministro per l'Energia. E spiegando di aver chiesto, dopo il sisma in Giappone e il conseguente allarme nelle centrali nucleari nipponiche, un riesame della sicurezza degli impianti esistenti. Dovrà analizzare in modo approfondito le cause dell'incidente verificatosi in Giappone e definire eventualmente nuovi o più severi standard di sicurezza, in particolare in relazione alla protezione contro i sismi e ai sistemi di raffreddamento delle centrali.
E mentre in Giappone l’allarme cresce con evidenti problemi anche al terzo reattore, in Italia il presidente del Cnr, Luciano Maiani, commenta all’Ansa: “Non ci sono imprese a rischio zero ma la tecnologia c'e'. Stiamo parlando di una centrale costruita tanto tempo fa. Penso che malfunzionamenti, quindi, potranno sempre essercene, ma sostanzialmente questo tipo di problemi è ormai superato. Il crollo di una diga non ci fa smettere di produrre energia idroelettrica. Occorre naturalmente che l'energia nucleare sia tenuta bene sotto controllo. Questo è il problema centrale: che tutte le azioni - conclude - vengano compiute per mitigare e delimitare i rischi".
Per favore, qualcuno gli dica che una diga non è una centrale nucleare!!!
E a tranquillizzare gli "emotivi": “La situazione nelle centrali nucleari giapponesi in seguito al sisma ha riaperto in modo come sempre sbagliato il dibattito sul nucleare sull'onda dell'emozione”, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini all’AdnKronos.
"Stiamo parlando - ha detto il ministro - di centrali nucleari che hanno un'età di alcuni decenni e non sono di ultimissima generazione e che malgrado un disastro di magnitudo 9 della scala Richter non sono esplose".
Da Parigi,il ministro dell'Industria francese, Eric Bessonintanto dichiarava: “La situazione dopo l'incidente nella centrale nucleare giapponese di Fukushima è 'preoccupante' e a questo punto non si può escludere lo scenario di una catastrofe nucleare”. (ANSA).
"Qui non siamo dinanzi a una sciagura nucleare,ma a un gigantesco cataclisma naturale, che ha innescato una reazione a catena". Dichiara invece Chicco Testa in una intervista alla Stampa. “(…) Ma le centrali hanno retto alla potentissima forza d'urto del sisma, i problemi semmai sono sopraggiunti con lo tsunami che ha allagato la sala di raffreddamento". E sulla sicurezza degli impianti afferma: "I dati dimostrano che le diverse fonti per la produzione di energia elettrica (carbone, gas e idroelettrica) hanno fatto più vittime nel secondo dopoguerra che il nucleare”.
La giornata del 15 marzo comincia con la notizia dell’esplosione al reattore n.2 della centrale nucleare di Fukushima. Lo ha annunciato il governo giapponese, precisando che l'esplosione, udita poco dopo le 6 locali (le 22 del giorno prima in Italia), ha danneggiato la vasca di condensazione del contenitore del nocciolo che ha il compito di impedire le fughe radioattive in caso di incidente. Altre due esplosioni si sono verificate in altrettanti reattori dell'impianto - il n.1 e il n.3 - sabato scorso e ieri. In entrambi i casi la deflagrazione, dovuta all'idrogeno, ha danneggiato o distrutto la gabbia esterna del reattore, ma non - ha riferito il governo - il cuore dell'impianto.(ANSA-AFP ore 00.43).
E poco dopo, sempre la stessa agenzia: “Il premier giapponese Naoto Kan ha affermato che l'aumento del livello delle radiazioni nel reattore 4 dell'impianto nucleare di Fukushima è dovuto ad un incendio in atto, e ha invitato la popolazione residente in un raggio di 30 chilometri dalla centrale a restare al chiuso. Kan ha riferito che le aree limitrofe sono state evacuate, mentre i tecnici stanno continuando a pompare acqua nei reattori danneggiati 'mettendosi in una situazione molto pericolosa'".
E alle 8.45: “Il rischio nucleare è estremamente elevato in Giappone, che deve far fronte a diversi gravi incidenti in più reattori nucleari” ha dichiarato in apertura dei lavori del G8 esteri a Parigi il ministro francese Alain Juppe', dopo un colloquio con l'omologo giapponese, Takeaki Matsumoto. (ANSA).
Ma in Italia...
“Una nuova Cenrnobyl? Per fortuna no". Lo sostiene Valerio Rossi Albertini, fisico nucleare del Cnr, in una intervista a Libero riportata dall’agenzia 9 Colonne. "L'incidente di Fukushima è al livello 4 della Scala Ines: grave, ma senza rischi per l'esterno".
"Direi che la situazione è seria, non drammatica. Almeno per ora. E' vero, ci sono state delle esplosioni, ma hanno riguardato il contenimento più esterno, i due livelli di cemento armato. Il vessel, che è il cilindrone metallico alto una decina di metri al cui interno ci sono il reattore e il calore, invece sembra aver tenuto, senza gravi danni" afferma in una intervista al Secolo XIX Francesco Troiani, coordinatore della ricerca nuclearedell'Enea e presidente di Nucleco, la società che gestisce scorie nucleari a bassa e media intensità... e continua, "Il rischio di radioesposizione per i civili, se non si contamina l'ambiente, è limitata, per ora".
“Attualmente pare che sia cominciato un principio di fusione del nocciolo di uno dei quattro reattori della centrale di Fukushima. Si tratta di un principio, quindi qualcosa di assolutamente limitato, al di sotto del 5%. Per cui non vi e' ancora un allarme rosso". Così il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, spiega intervenendo a 'La Telefonata' di Maurizio Belpietro su Canale 5. (Rem/Gs/Adnkronos ore 08:59)
"Guai a noi se di fronte a ipotesi di eventi straordinari rinunciassimo a fare opere che possono essere messe in discussione da questi eventi: ci fermeremmo dal fare anche ponti e dighe". Così il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi alla Dire.
“In tema di nucleare stiamo ancora pagando la paura del 1987. E continueremo a pagarla in termini di oneri in bolletta, in termini di mancata crescita, di ritardo tecnologico e di gap strutturale e culturale. Non ci possiamo permettere una nuova paura, non in questa fase”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani all’Ansa, precisando che: "Non voglio entrare nello specifico, vorrei solo esprimere un concetto di base”.
"Siamo preoccupati che fatti straordinari come quelli giapponesi possano modificare una ordinaria utilità come può essere quella del nucleare, per qualsiasi governo non solo per quello attuale". Lo ha detto al Velino il presidente della commissione Ambiente del Senato Antonio d'Ali' commentando la situazione giapponese. "L'incidente in Giappone sta a dimostrare, in maniera paradossale, che esiste la possibilità di controllo del nucleare e di ulteriori miglioramenti nella tecnologia”.
“Non dobbiamo agire in modo emotivo come l'Italia ha fatto in altre situazioni". Ha quindi ribadito a Radiocor lapresidente di Confindustria, Emma Marcegaglia.
“Se rinuncia al nucleare, l'Italia vuole continuare a farsi del male". Ha aggiunto Jacopo Morelli, vicepresidente dei Giovani di Confindustria con delega all'economia e candidato al vertice dell'associazione degli imprenditori under 40 all’Asca. Secondo il vice di Federica Guidi, “non ci sono alternative a una tecnologia civile, sicura e pacifica, tenendo conto che producono più scorie i nostri ospedali”.
“Da David Cameron ad Angela Merkel, da Barak Obama a Nicolas Sarkozy, non una voce si è levata in Occidente per annunciare un ripensamento dei programmi nucleari nei rispettivi Paesi”. Lo ha dichiarato in una nota Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati del Pdl, aggiungendo che “solo in Italia le opposizioni hanno avuto ‘reazioni emotive' dopo i fatti del Giappone”. (Asca)
Tant'è che i tedeschi stanno rinunciando al nucleare...
"Bisogna essere seri. Non si può cambiare opinione a seconda degli avvenimenti pur drammatici". Così il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. “Cambiare opinione o seguire la demagogia è sbagliato. Le persone serie fanno così, gli altri cambiano opinione a seconda delle circostanze. Il progresso - conclude Casini - ha dosi di rischio. In Giappone sono saltate anche le dighe ma non per questo non si fanno più dighe".
Ma qunto je piacciono 'ste dighe!!!
Riflessione lo impone, il sistema Paese, il governo, i tecnici "devono "fermarsi un attimo e capire cosa sia meglio fare". Così il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, che ha inaugurato il cavo sottomarino tra Lazio e Sardegna realizzato da Terna. Non proprio un ripensamento del governo italiano sul piano nucleare quello annunciato dal ministro Romani, ma una "pausa di riflessione", sull'onda della discussione apertasi in tutta Europa sulla sicurezza degli impianti, in seguito alle vicende di Fukushima.
Dello stesso tenore, un intervento sul Corriere della Sera del presidente del Forum nucleareitaliano Chicco Testa, secondo cui alla luce di ciò che sta succedendo in Giappone il governo italiano sul nucleare "dovrebbe porsi l'obiettivo di una seria riflessione", perché "far finta di nulla e ritenere che le cose possano continuare senza cambiamenti sarebbe da sciocchi e da irresponsabili". Di "pausa di riflessione" parla anche il presidente dell'agenzia nucleare Umberto Veronesi, secondo cui "noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta" anche se, spiega l'oncologo, quanto accaduto in Giappone impone inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda" (9 Colonne)
Intanto la situazione in Giappone precipita: da Bruxelles il commissario europeo all'Energia, Guether Oettinger denuncia la gravità della situazione e in prevedibili ulteriori sviluppi drammatici. (TMNews); dagli USA, l’autorità nucleare dichiara che ormai il livello di radiazioni è estremamente alto e che ciò limiterà le misure d’intervento (Asca/Afp)
"Purtroppo, da venerdì a oggi, l'incidente in Giappone si è oggettivamente evoluto nel modo peggiore rispetto alle previsioni. E questo ha evidentemente portato gli esperti americani a denunciare una gravità del rischio nucleare superiore a quanto riconosciuto dal governo giapponese". Lo dice all'ADNKRONOS Andrea Borio di Tigliole, direttore del Laboratorio di Energia nucleare Applicata dell'Università' di Pavia.
“Alla luce di ciò che sta succedendo in Giappone anche il governo italiano sul nucleare dovrebbe porsi l'obiettivo di una seria riflessione". Lo scrive in un intervento pubblicato oggi sul Corriere della Sera il presidente del Forum nucleare italiano Chicco Testa. "Gli incidenti che si susseguono in Giappone - aggiunge - lasceranno conseguenze, ancora in larga parte purtroppo imprevedibili, per moltissimi anni". (ANSA).
Il genetista Edoardo Boncinelli interviene sul Corriere della Sera a favore del nucleare: “(…) al nucleare non ci sono vere alternative e le nazioni più sviluppate e civili ce lo hanno e lo usano da anni. (…) Il rischio si può contenere e controllare. Se è vero che non possiamo assicurare il rischio zero, essenzialmente perché il rischio zero nella vita non esiste, è anche vero che solo guardando in faccia i problemi si possono trovare le soluzioni. (…) Ebbene, non esistono solo le centrali nucleari e i loro rifiuti a minacciare la salute del pianeta, soprattutto nel momento in cui si facesse ricadere su tecnologie alternative tutto il peso dell’approvvigionamento energetico. (…) L’Italia era all’avanguardia nel campo dei reattori nucleari e aveva accumulato una grande ricchezza di conoscenze e molte delle quali sono migrate all’estero o sfiorite nell’inerzia…”
Io invece dico che il ruolo dell’Italia oggi nel campo delle rinnovabili, con l’enorme patrimonio di professionalità, tecnologie ed esperienze acquisite rischiano di essere cancellate a causa del piano nucleare del Governo.
Venerdì 17 marzo
Il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani rimane convinto dell'opzione nucleare ma ritiene che occorra capire "il problema della sicurezza". Parlando ai microfoni del Tg1 Romani ha affermato di rimanere "convinto che la scelta nucleare che hanno fatto molti Paesi europei debba essere condivisa anche dal nostro Paese". (…) "Quello che sta accadendo in Giappone, pur di fronte ad un evento eccezionale come il maremoto e il terremoto che ci sono stati che sono irripetibili in Italia e probabilmente nel nostro Continente - ha concluso - però è un problema di sicurezza che noi dobbiamo capire".(ANSA).
"Noi abbiamo il vantaggio di ripartire da zero e di poter fare scelte libere da vincoli e siamo quindi nelle condizioni migliori per decidere con coscienza, prudenza, intelligenza, e senza fretta": lo afferma Umberto Veronesi, presidente dell'agenzia per la sicurezza nucleare, commentando le "gravi vicende dei quattro reattori giapponesi". Quanto accaduto, spiega l'oncologo "impone inevitabilmente a chi, come me, ha deciso di occuparsi di sicurezza degli impianti nucleari e di salvaguardia della popolazione, di mettere da parte lo sgomento e prendersi una pausa di riflessione profonda". (ANSA).
"E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate"
Così il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che si ferma a colloquio con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ed indica la strategia per l'uscita dell'Italia dal nucleare. Il responsabile del dicastero di via XX Settembre ascolta la collega con interesse. "Bisogna uscirne - aggiunge Prestigiacomo - ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese". Alla conversazione si unisce anche il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che si ferma a colloquio con i due colleghi. L'incontro si svolge nei corridoi di Montecitorio apparentemente lontano da orecchie indiscrete e dura circa dieci minuti. (ANSA)
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