Numeri Primi. Ma anche no.
Cara Mondadori,
mi permetto di scriverti nonostante la tua attuale proprietà non sia esattevolmente di mio gradimento perché ho un gran rispetto per la tua storia e di quello che hai fatto per l’Italia. Ti scrivo perché con l’introduzione degli Oscar Mondadori nel 1965 hai cambiato per sempre la possibilità di accesso alla cultura, e l’hai introdotti con Addio alle armi, mica con un Moccia qualunque.
Tutti i martedì mia mamma andava in edicola e con 350 lire si portava a casa non solo un libro, ma un sogno, un grande classico, un universo nuovo e di questo ti sono grata.
Ti scrivo come se tu fossi una entità astratta, anche se forse dovrei scrivere a qualche Manager d’alto bordo o Direttore Generale o CEO come si usa dire ora, perché stai da talmente tanto tempo in casa mia da sembrarmi una forma di vita indipendente.
Vengo al dunque, cara Mondadori. In libreria, cercando un regalino per il non-compleanno di mia sorella ho notato che hai creato una nuova collana, i cd. NUMERIPRIMI.
Queste edizioni, a detta della commessa, vengono dopo il cartonato per libri che hanno avuto un discreto successo di pubblico. Non solo, ma precludono nella maggioranza dei casa la nascita del tascabile, che così ha la sua morte civile.
Cosa non mi piace? Prima di tutto, il prezzo. Mi sembra che € 13,00 sia un costo davveo eccessivo per un libro non cartonato, tenendo conto che € 13,00 corrisponde più o meno alle vecchie sedicimilalire. Io capisco far pagare così un libro di Morelli, chi lo compra si meriterebbe di pagare pure di più, ma in generale mi sembra eccessivo.
E poi, cara Mondadori, van bene € 13,00 a libro, ma la rilegatura a caldo fatta in quel modo lì? E la carta? Lo vogliamo dire com’è questa carta? No, perché se fosse carta riciclata e eco-chic, io potrei anche starci, ma non lo è. E’ solo brutta, di pessima qualità, rigida e pesante. Lo so che per la maggioranza delle persone le pagine dei libri sono solo pagine dei libri, ma ci sono anche i malati come me, sai?
E poi questio libri c’è bisogno di scriverli in Arial 48? Solo per fare più pagine (e giustificare il prezzo)? Ora, capisco non far diventare ciechi i lettori, eprò una via di emzzo.
Non trovi?
Lo so che non sei solo tu, cara Mondadori, che fai questi prezzi, ma rivesti sempre una bella fetta del mercato editoria tra collegate e affini, e allora qualcosina potresti farlo ecco. Potresti fare la differenza. Anche in nome della tua storia.
Ma, immagino, ci siano impossibili regole di marketing e supercazzola che te lo impediscono.
Vero?
Perchè fare tascabili dei libri più venduti se si possono guadagnare più quattrini?
E poi mi chiedono perché sono passata agli ebook…