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Nuova legge regionale nei primi mesi di mandato: è l’appello ai candidati da parte del coordinamento regionale Comitati per l’Acqua Pubblica

Creato il 12 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

i candidati della provincia di Cremona nella lista “Etico a sinistra” hanno aderito all’appello promosso dal Coordinamento Lombardo dei Comitati per l’Acqua Pubblica rivolto ai candidati presidenti e consiglieri alle elezioni regionali. L’appello rilancia la necessità che il nuovo consiglio regionale riscriva completamente entro i primi mesi del suo mandato una nuova legge regionale per il governo dell’acqua, legge che rispetti in pieno gli esiti referendari del giugno 2011. La legge dovrà prevedere il ripristino della potestà dei comuni sul Servizio Idrico Integrato, in sigla S.I.I. e la gestione totalmente pubblica del S.I.I.(acquedotti, fognature e depurazione); secondo la nuova legge il servizio idrico integrato sarà considerato come servizio pubblico di interesse generale e privo di rilevanza economica. Dovrà essere organizzato in base ad ambiti territoriali ottimali corrispondenti ai bacini idrografici. Le province, i comuni e la città metropolitana organizzeranno il S.I.I. affidandone la gestione per ciascun bacino a soggetti di diritto pubblico e la gestione sarà volta alla promozione del risparmio idrico e all’utilizzo dell’acqua di rubinetto per bere.
Certi della vostra attenzione, vi saluto cordialmente,

Francesca Berardi, candidata per la lista “Etico a sinistra”

Qui sotto il testo completo dell’appello rivolto ai candidati presidenti e ai consiglieri alle elezioni regionali della Lombardia.

APPELLO AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI REGIONALI DELLA LOMBARDIA PER UNA NUOVA LEGGE REGIONALE SULL’ACQUA E SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
La Regione Lombardia si appresta a scegliere il suo nuovo Presidente e ad intraprendere un nuovo modello di governo regionale. In un momento in cui la crisi finanziaria mette a dura prova la stabilità ed il ruolo degli Enti Locali, troppo spesso i governi, invece di proporre strategie di rilancio dell’economia e della società, hanno proposto la svendita dei beni comuni, allontanandosi dalle scelte espresse con i Referendum del 2011 contro la mercificazione e privatizzazione dei servizi pubblici locali e in particolare del servizio idrico. La richiesta di rispettare le scelte referendarie, portata avanti dal Comitato promotore e dal Forum dei Movimenti dell’acqua, si è dovuta brutalmente confrontare con lo svuotamento messo in atto dai poteri politici ed economici che hanno contrastato l’autonomia degli Enti Locali e contraddetto la volontà espressa da 27 milioni di cittadini italiani.
Anche lo scenario post-referendario di Regione Lombardia si è caratterizzato per forti negatività in materia di legislazione sui servizi pubblici locali e su quello idrico in particolare. La legge sui servizi pubblici locali vigente, già falcidiata dall’abolizione referendaria dell’art.23bis e in seguito dichiarata incostituzionale in alcune sue parti, va rivista complessivamente nel suo impianto. I modelli gestionali devono essere revisionati in funzione della gestione territoriale della risorsa, l’identificazione degli ambiti territoriali di riferimento va riformulata, ed è necessario mettere in atto politiche di investimenti per prevenire i cambiamenti climatici, migliorare lo stato dell’ambiente e delle risorse idriche locali che, secondo le ultime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, non godono certo di buona salute.
L’insieme di queste constatazioni, associato alla volontà espressa dai cittadini lombardi con i Referendum in particolare per quanto attiene la gestione del servizio idrico, al pronunciamento della Corte Costituzionale rispetto al ruolo degli Enti Locali, alla delega alle Regioni per la riorganizzazione delle Autorità d’Ambito e al riordino delle Province, evidenzia l’urgenza per la Regione Lombardia di mettere mano ad una profonda revisione del quadro legislativo regionale in tema di servizi pubblici locali.
I principi alla base di una nuova legislazione devono a nostro parere essere:
- Il riconoscimento dell’accesso all’acqua quale diritto umano da garantire ad ogni cittadino (già affermato nell’art.
41 legge regionale 26/2003), stabilendo una quantità minima garantita a carico della fiscalità regionale (in assenza di analogo provvedimento nazionale) e la tutela del patrimonio idrico come bene comune pubblico inalienabile a tutela delle future generazioni, gestito al di fuori delle regole del mercato.
- La salvaguardia ambientale delle risorse idriche disponibili, a tutela della qualità e della disponibilità dell’acqua per uso umano, preminente rispetto agli usi industriali e agricoli.
- La partecipazione dei cittadini e dei lavoratori al governo e alla gestione del servizio idrico integrato, sia negli organi regionali che in quelli territoriali (bacini).
- La promozione (anche finanziaria) di nuove forme di gestione del servizio idrico su base cooperativa e di «economia sociale» nei territori regionali, nonché di progetti di cooperazione e solidarietà internazionale volti a garantire l’accesso all’acqua nelle aree più povere del pianeta.
- Un governo delle relazioni tra acqua, agricoltura/cibo, salute ed energia, ispirato all’obiettivo di concretizzare il diritto alla vita e la sicurezza collettiva a livello locale e alla salvaguardia del bene comune acqua.
Alla luce di quanto sopra, il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati Acqua Pubblica chiede ai candidati alla Presidenza della Regione Lombardia ed alle forze politiche che li sostengono:
1) Di assumere come impegno dei primi cento giorni la formulazione di una legge regionale specifica sul governo e la gestione delle risorse idriche e dell’intero ciclo dell’acqua per tutti gli usi, evitando qualsiasi tentativo di mercificazione della risorsa e di privatizzazione della gestione.
Inoltre e in particolare rispetto al Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), si chiede che:
2) Il S.I.I., inteso quale insieme delle attività di captazione, adduzione e distribuzione di acqua a usi civili, fognatura e depurazione delle acque reflue, sia classificato come un servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica.
3) Il S.I.I. sia organizzato sulla base di ambiti territoriali ottimali (ATO) corrispondenti ai bacini idrografici.
4) Le province, i Comuni e la Città metropolitana organizzino il S.I.I. affidandone la gestione, per ciascun bacino,
a soggetti di diritto pubblico, in conformità con i principi riconosciuti dalla giurisprudenza comunitaria.
5) La gestione del S.I.I. sia ispirata a promuovere il risparmio idrico e l’uso dell’acqua di rubinetto da bere.
6) Si adottino politiche urbanistiche volte a promuovere la riconciliazione tra i cittadini e l’acqua, facendo della gestione partecipata del ciclo dell’acqua un contesto di promozione e di governo dei beni comuni e del vivere insieme.
Chiediamo ad ogni candidato di rispondere (email: [email protected]) al presente Appello, esprimendosi (favorevole / non favorevole) rispetto ad ognuno dei sei punti sopra indicati ed eventualmente aggiungendo brevi commenti.
Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati Acqua Pubblica
Milano, 20 gennaio 2013

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