La follia non ha confini e spesso diventa crudele. Per questo mi chiedo come abbia potuto un semplice portachiavi, oggetto utile all’uomo, trasformarsi in uno strumento di tortura.
Questi portachiavi “disumani” sono molto popolari e la cosa che più fa inorridire è che sono legali. Il Global Times informa che gli accessori, contenenti creature vive, sono disponibili e largamente venduti al pubblico nelle stazioni della metropolitana e sui marciapiedi.
Gli acquirenti, di gran lunga più crudeli ed insensibili dei produttori, possono scegliere tra una tartaruga del Brasile, una salamandra, oppure due piccoli pesciolini sigillati in una confezione ermetica, con un po’ di acqua colorata.
Un venditore ha sostenuto che gli animali intrappolati “possono vivere per mesi lì dentro, perché l’acqua contiene nutrienti”, sebbene i veterinari abbiano già contestato questa affermazione. La sottoscritta, nella tragedia, si augura che almeno l’agonia a cui le bestiole sono sottoposte, duri il meno possibile.
“La appendo in ufficio, ha un bell’aspetto e porta fortuna” ha asserito un cliente, senza senso morale alcuno, acquistando una tartaruga, di fronte agli invitati del quotidiano. Essendo popolari, l’esistenza di questi portachiavi è fortunatamente arrivata ai sostenitori dei diritti degli animali, che si sono subito mobilitati.
Chi decide di rivolgersi alla legge rimane deluso. Nel Paese infatti è vietata la vendita di animali selvatici, ma questa denominazione non vale per le tartarughe del Brasile e i pesci sigillati nelle loro tombe colorate. Ennesimo orrore consumato sulla pelle degli animali, in un paese come la Cina, che ha visto, soprattutto negli ultimi anni, casi di sfruttamento di animali per puro divertimento o moda. Una vicenda che sta facendo discutere moltissimo e ha suscitato l’indignazione non solo delle associazioni ambientaliste e animaliste, ma anche dei cittadini.
Gli sventurati pesci rimangono impigliati per giorni ad agonizzare nelle reti. Oppure, e qui si oltrepassa ogni limite, vengono tagliate loro le pinne, ritenute afrodisiache e ricercate dai ristoranti orientali per la zuppa di pinna di pescecane. Lo squalo viene gettato in mare ancora vivo e condannato ad una fine indicibile.
Avendo io 5 cani e un gatto, proprio non ho potuto documentarmi sul commercio di pellicce che ruota attorno a questi animali, oppure sul fatto che essi costituiscano fonte di cibo. Proprio non ce l’ho fatta a
Chiedo scusa ai lettori, se questa parte la affido solo all’immaginazione di ognuno. Eppure sembrava che in Cina qualcosa stesse cambiando, dopo l’annuncio dello stop all’utilizzo di animali vivi in spettacoli cruenti. L’esistenza di questi portachiavi, che di fatto trasformano creature vive in gadget, riapre la discussione.
Mentre mi alzo ed esco a prendere un po’ d’aria, penso che l’uomo sia la belva più crudele che esista in terra. Mi auspico vivamente che il popolo cinese cambi al più presto i propri deplorevoli gusti in materia culinaria, ed il mondo intero modifichi il proprio squallido concetto di “fashion”.
Written by Cristina Biolcati