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Ci sono periodi in cui anche la lettura diventa come un'amante appassionato, quello da cui non riesci a staccarti, diventa ipnotizzante, quello da cui, appena hai un secondo libero, ti fiondi.
Ecco, in questo caso la mia nuova ossessione si chiama Irène Némirovsky.
Devo dire che, in una delle tante incursioni in libreria, mi capitava di vedere il suo nome e il romanzo "Suite francese" ma, non so nemmeno perché, non mi ispirava, non aveva nessun tipo di appeal. Devo confessare, però, una certa riluttanza verso la casa editrice, che non ha mai sfornato titoli o copertine degne del mio interesse. I migliori titoli, ultimamente, li trovavo in Neri Pozza: quelle copertine così ruvide e piacevoli al tatto, romanzi che dalle trame facevano presagire succosissime vicende e una quantità di pagine che potevano soddisfare la mia sete di lettura per un po'.
Poi, non so per quale motivo, durante una spedizione alla ricerca di un piccolo cadeaux, la mia attenzione viene attratta dagli sconti. Ehm, sì, capita... Vedo questo piccolo libretto della Némirovsky (Il ballo), che mi intriga.
Lo leggo tutto d'un fiato, nel breve sospiro di alcune fermate di treno. E' amore a prima vista. Successivamente mi fiondo su "Il malinteso" e poi su "Jezabel", che sto ancora finendo di leggere, e che sto centellinando come un ottimo vino.
Ebbene, la sua scrittura è scorrevole, senza descrizioni troppo pompose. Ma non mi interessa sapere di quante stanza sono formate quelle case lussuose, di quanto è bella la spiaggia di Hendaye, di come erano acconciate le chiome delle donne che invidiavano Gladys. No, a me interessa sapere cosa succederà a questi protagonisti, a questi disadattati del loro tempo che, in alcuni momenti, anticipavano di gran lunga quello che sarebbe successo anche negli anni a venire, nei nostri anni.
Il cinismo, l'opportunismo, le caste sociali, il lavoro da impegatuccio qualsiasi piegato solo alla mera sopravvivenza.
Nella loro semplicità, questi piccoli romanzi sono come una mela succosa che non vedi l'ora di addentare, che vuoi finire subito, ma cerchi di leggere più con calma, assaporando ogni parola, cercando di non perdere nemmeno un particolare.
Magari questi romanzi non hanno l'appeal fresco di un David Glattauer e delle sue E.mail flirtanti, o non reggono il confronto con le varie Kinsella e i romanzi alla Sex and the city, così ricchi di dialoghi brillanti, ironici e piccanti che tanto ci intrigano.
Però la loro cadenza, la loro discesa verso gli inferi della mente umana, delle reali pulsioni che pervadono, prima o poi, tutti noi, hanno quel qualcosa in più di vero, reale, nel quale, io almeno, mi immedesimo; e provo pietà per il povero Yves che, stremato dagli orrore della Prima Guerra Mondiale, si ripiega sulla monotonia di un lavoro alienante e nel tranquillo ménage che cerca nella sua ricca compagna. Nella disperazione di lei che cerca una passione ormai spenta che non tornerà, nella estenuante e perenne attesa di una chiamata che non arriva.
Oppure nella ossessiva ricerca dell'eterna giovinezza, dell'eterna bellezza che non sfiorisce nemmeno dopo le brutture della vita. Argomento, questo, molto attuale...
Una sorta di pre botulino della mente.
Ah, Irène, favolosa!
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