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Nuova recensione Cineland. Killer Joe di W. Friedkin
Creato il 09 dicembre 2012 da L'Immagine Allo SpecchioGuardando questo film una sola parola può venire in mente allo spettatore. Questa parola è “cattivo”. Il film di Friedkin è molto cattivo e, considerato il regista, non poteva essere altrimenti. Già con Il braccio violento della legge (1971), L’esorcista (1973) e Vivere e morire a Los Angeles (1985) Friedkin aveva definito il suo stile: la contrapposizione tra fiction (personaggi e situazioni inventate) e ambientazioni documentaristiche dava vita ad una frizione che faceva scattare il meccanismo della verosimiglianza.
In quest’ultima opera l’operazione viene perfezionata e ciò che viene messo in scena acquista forza proprio grazie a questo assottigliamento dei limiti tra finzione e realtà. In questo caso abbiamo una famiglia disastrata della periferia di Dallas che si impantana in una storiaccia che esplode in un finale di inaudita violenza fisica e verbale. Ma quel che più colpisce è la splendida atmosfera che il regista è riuscito a creare, aiutato da un’ottima prova degli interpreti (tutti credibili, tutti nella parte) e da un’ambientazione più che azzeccata. Tutto merito di Friedkin, dunque, che ha sfruttato una sceneggiatura di Tracy Letts da molti definita “alla Tarantino” e l’ha fatta dipanare in una di quelle periferie americane talmente disastrate che poco si possono discostare dalla realtà.
E qui, infatti, tutti cercano di fregare tutti, ma quando qualcuno cerca di fregare “Killer” Joe Cooper, assoldato da un ragazzo con debiti di droga per uccidere la madre e riscuotere l’assicurazione sulla vita, si scatena il putiferio. I personaggi vengono progressivamente risucchiati agli inferi e devono fare i conti con la legge del contrappasso: la lussuriosa viene umiliata attraverso una coscia di pollo fritto; l’ignavo trova una morte subdola, più subdola della sua vita; il delinquente/barattiere cade vittima della propria stoltezza.
In tutto questo “Killer” Joe non funge, come si potrebbe pensare, da semplice delinquente corrotto, bensì da giustiziere postmoderno che accelera e perfeziona il processo di espiazione.
Voto: 3 ½ su 5
(Film visionato il 5 dicembre 2012)
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