Venere in pelliccia
di Roman Polanski
con Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric
Drammatico, 96 min.,
Francia, Polonia, 2013
L’esperienza si vede quando si fa tanto con poco. Come
quando con poche pennellate Picasso dava vita alle sue opere. Come quando con pochi
dialoghi e scarne descrizioni Carver scriveva uno dei suoi racconti. Come
quando Robert Bresson con qualche sguardo ed esili trame partoriva i suoi
capolavori. Rispetto a questi artisti, Polanski procede per altre forme di
semplificazione e quello che ne esce rimane comunque Cinema, del più bello e
coinvolgente. Egli opera per sottrazione: in Carnage erano quattro personaggi in un appartamento; in Venere in pelliccia sono due persone in
un teatro. Troppo poco? No, il giusto.
Anche in quest’ultima opera la base di
partenza è una riuscitissima pièce teatrale, non così originale e dirompente
come quella del film precedente ma sicuramente raffinata e culturalmente
pregna. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non siamo di fronte né
ad un film minimalista né ad una semplice trasposizione dell’opera più
conosciuta di Sacher-Masoch, bensì a un’intelligente rielaborazione di
quest’ultima che mette al centro della riflessione il rapporto tra uomo e
donna, nel presente e nel passato. Ottime le interpretazioni di Amalric e
Seigner, anche se la seconda non risulta sempre nella parte a causa della sua
fisicità sì da Venere ma un po’ attempata e artefatta.
Versione italiana
“rovinata” dal doppiaggio.
Voto: 4 su 5
(Film visionato il 31 novembre 2013)
Magazine Cultura
Nuova recensione Cineland. Venere in pelliccia di R. Polanski
Creato il 08 dicembre 2013 da L'Immagine Allo Specchio
Venere in pelliccia
di Roman Polanski
con Emmanuelle Seigner, Mathieu Amalric
Drammatico, 96 min.,
Francia, Polonia, 2013
L’esperienza si vede quando si fa tanto con poco. Come
quando con poche pennellate Picasso dava vita alle sue opere. Come quando con pochi
dialoghi e scarne descrizioni Carver scriveva uno dei suoi racconti. Come
quando Robert Bresson con qualche sguardo ed esili trame partoriva i suoi
capolavori. Rispetto a questi artisti, Polanski procede per altre forme di
semplificazione e quello che ne esce rimane comunque Cinema, del più bello e
coinvolgente. Egli opera per sottrazione: in Carnage erano quattro personaggi in un appartamento; in Venere in pelliccia sono due persone in
un teatro. Troppo poco? No, il giusto.
Anche in quest’ultima opera la base di
partenza è una riuscitissima pièce teatrale, non così originale e dirompente
come quella del film precedente ma sicuramente raffinata e culturalmente
pregna. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non siamo di fronte né
ad un film minimalista né ad una semplice trasposizione dell’opera più
conosciuta di Sacher-Masoch, bensì a un’intelligente rielaborazione di
quest’ultima che mette al centro della riflessione il rapporto tra uomo e
donna, nel presente e nel passato. Ottime le interpretazioni di Amalric e
Seigner, anche se la seconda non risulta sempre nella parte a causa della sua
fisicità sì da Venere ma un po’ attempata e artefatta.
Versione italiana
“rovinata” dal doppiaggio.
Voto: 4 su 5
(Film visionato il 31 novembre 2013)
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