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Nuova ricerca mette luce sui rischi della fecondazione in vitro

Creato il 27 dicembre 2011 da Uccronline

Nuova ricerca mette luce sui rischi della fecondazione in vitroOgniqualvolta la scienza si spinge troppo oltre nei confronti della natura, qualcosa non torna. Sembra questa la morale che esce fuori dalla recente ricerca condotta dal Dipartimento materno­-infantile del Policlinico universitario «Le Scotte» di Siena che ha posto in evidenza come i danni cerebrali avvengano più frequentemente nei bambini nati dalla fecondazione in vitro che negli altri.

Lo studio, coordinato dal neonatologo Carlo Valerio Bellieni, e condotto dai primari Franco Bagnoli e Giuseppe Buonocore e dai relativi staff, pubblicata sulla rivista ‘Minerva Pediatrica’ e ripresa dal quotidiano ‘Avvenire’, si è basato sui nati del triennio 2004-2006 al Policlinico; un campione di 3810 bambini, 180 dei quali (4,7%) concepiti con fecondazione in vitro. Tra le due popolazioni di riferimento esaminate sono emerse differenze sul peso alla nascita, sull’età gestazionale e sull’età materna. “In particolare 3025 grammi nei nati naturalmente rispetto ai 2620 dei nati dopo fecondazione in vitro; 38,8 settimane di gestazione rispetto alle 36,5; 32,6 anni delle madri rispetto ai 35,7. Per quanto riguarda i danni cerebrali, sono risultati presenti in 4 bambini da fecondazione in vitro (2,2%) e in 23 (0,63%) di quelli nati da concepimento naturale.”

Sulle cause gli studiosi ipotizzano: «Può essere dovuto alle gravidanze multiple, spesso associate ai trattamenti di fecondazione in vitro e alla conseguente prematurità, un fattore di rischio ben noto per il danno cerebrale». Tuttavia, aggiungono, i dati mostrano che anche nel caso di nascite singole e non gemellari, il rischio è maggiore nella popolazione nata da FIVET.
I ricercatori, che seguiranno i bambini per ottenere un follow-up dei dati rilevati, concludono: «Nei bambini nati da fecondazione in vitro, il danno cerebrale avviene più frequentemente che nel resto della popolazione. Questo è probabilmente dovuto a una maggiore frequenza di prematurità e di basso peso nella popolazione di nati da fecondazione in vitro. È opportuno parlare anche di questo con i genitori perché prendano una decisione informata».

Nicola Z.


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