“Un uomo della sua cultura ed intelligenza non può non sapere quanto pericoloso sia parlare così. Nessuno dimentichi che in Val di Susa i colleghi rischiano la vita!”
“Di questi tempi e con questo clima l’ultima cosa che ci si può permettere sono i giochini di parole. La chiarezza è d’obbligo e non è consentita esercitazione di stile alcuna. Una persona con la cultura e con l’intelligenza di Stefano Rodotà questo lo deve sapere bene, ed ecco perché il suo atteggiamento risulta censurabile. In Val di Susa c’è gente che rischia la vita e non c’è tanto da scherzare,
i colleghi sono obbligati a stare là, per compensi da fame ben lontani da quelli del signor Rodotà, e meriterebbero un po’ di rispetto e un maggiore senso di responsabilità da parte di chi parla pubblicamente. Altrimenti consigliamo a chiunque abbia ancora voglia di fare filosofia di recarsi in quei luoghi a svolgere il servizio di tutela della sicurezza altrui al posto nostro”.
E’ questa la reazione indignata di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alle parole, così come riportate dalla stampa, del giurista ed ex candidato alla presidenza della Repubblica da parte del Movimento 5 Stelle, Stefano Rodotà che, a margine di un convegno organizzato a Torino dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua, ha dichiarato che atti
come la lettera delle nuove Brigate Rosse, in cui si auspica che il movimento no Tav “faccia uno scatto politico – organizzativo”, sono “deprecabili, ma comprensibili e non devono contribuire a derubricare la realizzazione dell’opera a una mera questione di ordine pubblico”. Dichiarazioni che hanno visto la pronta e dura replica del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che ha sottolineato: “Mi pare intollerabile che uno che è stato candidato alla presidenza della Repubblica possa dire questo, mentre i nostri poliziotti sono impegnati a proteggere il cantiere, mentre i lavoranti delle ditte sono lì e rischiano la vita”.
A stretto giro è arrivata la replica ad Alfano da parte di Rodotà, il quale ha ribadito come “le parole usate dalle Brigate Rosse sono inaccettabili, rimangono tali e mi sono sempre battuto, sia sul piano culturale che su quello politico contro ogni forma e tentazione terroristica”. “Il fatto stesso che sia in atto un botta e risposta sulla opportunità o meno di determinate dichiarazioni in merito ad una possibile minaccia terroristica – aggiunge Maccari – fa comprendere quanto devastanti siano, sempre e comunque, parole che, al di là di tutto, non risultando sufficientemente chiare quanto alla condanna assoluta senza se e senza ma della violenza e della violazione delle leggi dello Stato, possono apparire come una sorta di indulgenza verso estremisti e sovversivi pure convinti della profondità e della bontà delle proprie idee. Il rispetto della vita, prima di tutto quella dei colleghi impegnati in quella che comincia a somigliare sempre di più ad una guerra in tempo di pace - conclude Maccari -, impone ben altri comportamenti, atteggiamenti e dichiarazioni da chiunque si trovi a favore di microfoni. Perché, che a Rodotà piaccia o no, la realizzazione della Tav è al momento soprattutto una questione di ordine pubblico a causa di violenti che non intendono fermarsi, non è che centinaia di Appartenenti alle Forze dell’Ordine stiano là perché non ci sia altro da fare in questo Paese”.