Da anni la nostra collana “EcoAlfabeto” è impegnata in tematiche ambientali, con un approccio sempre divulgativo ma attento a produrre una corretta informazione. Per questo, la casa editrice ha deciso di pubblicare questo documento che sembra allinearsi su molti punti a molti dei nostri intenti.
Nel clima di incertezza sulle forniture di energia, causato dalla crisi Nordafricana e dallo stop dei programmi sul nucleare, la tecnologia HYST (Hypercritical Separation Technology) dell’ing. Manola rende sempre più concreta la possibilità di utilizzare a fini energetici le abbondanti e praticamente inutilizzate biomasse lignocellulosiche.
L’HYST ha infatti già ottenuto importanti risultati nella valorizzazione delle paglie di cereali per la generazione di biogas, basti dire che da una tonnellata di “farina di paglia” prodotta con il processo HYST si può ottenere un quantitativo di metano pari a quello ricavabile da 2,5 tonnellate di silomais (la biomassa da energia di riferimento).
Simili risultati concretizzano la possibilità di sfruttare milioni di tonnellate di biomassa finora inutilizzate, anticipando di 10 anni le potenzialità degli attuali metodi di produzione. Il tutto con un costo estremamente ridotto, solo 2-3€ di energia elettrica per ogni tonnellata processata, che consente tempi molto brevi di rientro degli investimenti.
Oltre a ciò, il sistema ideato dall’ing. Umberto Manola si propone come il miglior processo di pretrattamento a basso costo per liberare la cellulosa dalla lignina, rendendola così maggiormente disponibile per successive lavorazioni mirate alla produzione di bioetanolo. Questo è il motivo per cui molti enti e istituzioni, fra i quali l’ENEA, hanno manifestato interesse verso la tecnologia HYST, che presenta l’ulteriore e fondamentale vantaggio di non intaccare quote di produzione agricola destinate all’alimentazione umana e zootecnica.
Legato all’alimentazione è l’altro aspetto basilare della tecnologia HYST: la capacità di estrarre farine alimentari dai sottoprodotti della lavorazione dei cereali e migliorare il valore nutrizionale dei foraggi per l’alimentazione animale.
Gli eccellenti risultati prodotti da tale tecnologia in questi settori sono stati già attestati dall’Università di Milano nel marzo 2011 e, in precedenza, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Nonostante gli eccezionali risultati, l’impegno formale dei governi di Senegal e Somalia ad avviare progetti pilota, l’interesse di importanti università italiane (Milano, Roma, Pisa) nonché di numerosi investitori italiani ed esteri, la tecnologia HYST è al momento ferma.
Danilo Speranza, il principale finanziatore della ricerca, nonché l’ideatore del progetto umanitario “Bits of Future: food for all” per l’introduzione della tecnologia HYST in Africa, si trova in custodia cautelare in carcere dal 16 marzo 2010, a seguito di accuse infamanti.
Danilo Speranza è anche indagato per un ipotetico reato di truffa, in cui viene messa in discussione la corretta funzionalità della tecnologia in questione, definita “fantomatica” dai denuncianti. Come conseguenza, gli impianti sono stati posti sotto sequestro probatorio per verificarne il funzionamento, rendendo impossibile il loro utilizzo a scopo umanitario.
Il blocco del progetto umanitario a cui ha dedicato la propria vita è il motivo principale che ha indotto Danilo Speranza a iniziare, più di un mese fa, uno sciopero della fame a oltranza, a cui ora si è aggiunto un pericoloso sciopero della sete.
Per far sentire la sua voce, Speranza ha scelto il linguaggio della denuncia silenziosa e si è dichiarato deciso a portare avanti la sua protesta fino alle estreme conseguenze; ha affermato infatti: “D’altronde morire di fame o di sete come una delle tante vittime per cui sto lottando sarebbe la massima comprensione di quanto accade ogni secondo in Africa”.
Fame e sete per la fame e per l’energia pulita!
COMMENTI (1)
Inviato il 13 luglio a 14:11
Questo digiuno appare essere strumentale. Infatti, se l’imputato “avesse voluto vedere la sua condizione carceraria e giudiziaria valutata dai magistrati” lo avrebbe potuto fare il prossimo 20 luglio quando è schedulata una udienza presso il Tribunale di Tivoli, oppure nelle passate udienze di gennaio e febbraio 2011 dove ha fatto scena muta e all’ultima di marzo dove non si è presentato. Se aveva da dire delle cose, perché non ha approfittato di quelle occasioni ?? Che senso ha fare uno sciopero della fame a ridosso dell’udienza dove i giudici ti possono ascoltare ??
Riassumendo le questioni sono:
1) Come mai l’imputato nell’interrogatorio di garanzia dello scorso anno si è rifiutato di rispondere alle domande del magistrato ?? 2) Come mai l’imputato si rifiuta di partecipare alle udienze ?? 3) Come mai l’imputato non chiede di fare una dichiarazione spontanea durante l’udienza per evidenziare le sue ragioni ai giudici ??
Il comportamento finora seguito dall’imputato è ambiguo e suscita domande che non possono avere una risposta coerente in quanto non si capisce perché l’imputato abbia timore di difendersi nella sede competente.