Dagli USA continuano ad arrivare nuove serie tv senza sosta. Perché? Credo sia un gomblotto per cercare di farci uscire di casa il meno possibile. Tra le tante proposte offerte dai palinsesti americani, non tutte meritano però che sprechiamo le nostre vite pur di seguirle. Ecco quindi una breve e spero utile guida per orientarsi tra alcune delle nuove proposte seriali delle ultime settimane. E vi ricordo, se ancora colpevolmente non l’avete fatto, di recuperare True Detective. Subito.
"Voglio vedere True Detective. ORAAAAA!"
Believe Alfonso Cuarón è tornato sulla Terra. Finalmente. Dopo il sopravvalutatissimo Gravity, il regista messicano ha ideato (veramente co-ideato insieme a tale Mark Friedman) una serie tv, Believe. Cuarón ha anche diretto l’episodio pilota e il suo zampino si vede subito. Prima scena e c’è un incidente filmato con riprese roteanti. Questa volta però non siamo nello spazio tra le astronavi, bensì si tratta più semplicemente di un incidente d’auto e la macchina da presa dopo i primi allarmanti secondi si ferma. Il pericolo nausea questa volta è scongiurato. Il pilot della serie si sviluppa in maniera non sconvolgente, però promettente. La protagonista è la “solita” ragazzina con poteri particolari, da qualche parte tra i protagonisti di Heroes, gli X-Men, la frigida regina di ghiaccio di Frozen, Drew Barrymore in Fenomeni paranormali incontrollabili e Carrie – Ma che bello sguardo di Satana. Una tipetta particolare cui tutti danno la caccia. A proteggerla ci pensa un gruppo chiamato True Believers che no, non sono le fan di Justin Bieber, quelle si chiamano Beliebers e spero ormai siano state rinchiuse tutte in qualche ospedale psichiatrico.Per tenerla al sicuro, i True Believers la affidano a un tizio condannato a morte. Come mai? Lo scoprirete presto. E come si chiama la protagonista? Bo. No, non è che non lo so. Si chiama proprio Bo. Un bello schifo di nome, ma d’altra parte da un uomo che fa ululare Sandra Bullock nello spazio che altro vi aspettavate? Nonostante questo, il pilot non è niente male, soprattutto per i divertenti battibecchi tra i due protagonisti, mentre il secondo episodio appare già più deboluccio... Belin, a questo punto come saranno le prossime puntate? (voto 6,5/10)
Resurrection, anche noto come L'alba dei bimbiminkia viventi
Resurrection In breve: la versione schifosa di Les Revenants. Se vogliamo dire qualcosa di più, dobbiamo specificare che non si tratta del remake americano della splendida serie francese che l’anno scorso ha trionfato ai Cannibal Tv Awards. Prima o poi credo lo faranno, ma non è questo. Resurrection allora è una serie originale? Giammai! Si tratta della versione televisiva di The Returned, romanzo di Jason Mott di cui ho sentito un gran bene e che non metto in dubbio sia un’ottima lettura. Solo che la serie tv non è un’ottima visione.Anche qui così come in Les Revenants il tema è quello dei morti che ritornano in vita. Un tema non nuovo, dopo tutto un certo Gesù Cristo in passato ha avuto un’esperienza analoga e per di più gli zombie, tra The Walking Dead e World War Z, sono oggi più popolari che mai. Solo che qui i morti risorti non camminano rallentati come dei pirla e sono in tutto e per tutto come gli altri esseri umani viventi. Un bel tema, affrontato in maniera molto originale in Les Revenants e che invece qui in Resurrection è tramortito nel più classico dei drama tv all’americana. Dialoghi da soap-opera, un’atmosfera misteriosa che vorrebbe rifarsi a Lost e invece col cavolo, personaggi banali e privi del benché minimo appeal, attori disoccupati reduci da altre serie e tra i protagonisti c'è persino un bimbetto più insopportabile di Henry di Once Upon a Time e Carl di The Walking Dead messi insieme… Ce n’è insomma abbastanza per trovarci di fronte alla ciofecona dell’anno, se le cose vanno male, oppure a un trash di discreto intrattenimento, se le cose vanno bene. Questo si vedrà con i prossimi episodi. Di certo, se volete guardarvi una bella, ma proprio bella bella serie sull’argomento morti-non-morti, fate vivere Les Revenants e uccidete questa. (voto 5/10)
From Dusk Till Dawn: The Series Le idee originali nel panorama televisivo americano attuale sono come oasi nel deserto. Ci sono, si vedano le fenomenali Breaking Bad e True Detective, ma sono merce rara. Qualcuno potrebbe anche obiettare sul fatto che True Detective sia una serie davvero originale e in effetti si potrebbe aprire il dibattito. Lo spunto thriller su cui si basa non è di primo pelo, però è molto particolare e personale il modo in cui la serie si sviluppa.
Tralasciando la diatriba True Detective, una serie che nasce dichiaratamente da un’idea non originale è From Dusk Till Dawn: The Series. Come potrete intuire dal titolo, si tratta della versione televisiva di Dal tramonto all’alba, pellicola sceneggiata e persino interpretata da Quentin Tarantino e diretta da Robert Rodriguez. Nonostante questo, rischia di essere paradossalmente una delle novità più originali della nuova stagione tv. La puntata pilota infatti, pur lontana dal convincere del tutto, lascia intravedere lo spazio per una serie che potrebbe evolversi in varie e imprevedibili direzioni. In attesa di scoprire quale imboccherà, per il momento ho da darvi una notizia buona e una cattiva. Partiamo da quella cattiva: Quentin Tarantino non ha più niente a che vedere con questo prodotto. La buona notizia è che almeno Robert Rodriguez è coinvolto in prima persona, visto che è il creatore della serie, è il regista e lo sceneggiatore del pilot ed è pure il proprietario del nuovo canale americano El Rey che la trasmette. Dopo il mediocre Machete Kills, a qualcuno questo eccessivo coinvolgimento di Rodriguez potrà non sembrare nemmeno una buonissima news, ma tant’è. Qui il regista messicano ritorna su livelli dignitosi, anche se il primo episodio di From Dusk Till Dawn, nel suo essere così eccessivamente pulp e rodrigueziano, sa tanto di già visto, al cinema più che in televisione. La mancanza della tipica ironia tarantiniana inoltre si fa sentire, così come i due protagonisti, i volti nuovi D.J. Cotrona e Zane Holtz (uno che arriva dalla serie teen trash Make It or Break It), sono tutti da verificare nei panni dei fratelli Gecko che furono di George Clooney e Quentin Tarantino. Per ora promosso, anche se senza troppo entusiasmo, in attesa di vedere come proseguirà. (voto 6+/10)
Star-Crossed Avete presente Roswell, serie che andava su Raidue a inizio anni Duemila? Ecco a voi la versione aggiornata ai tempi odierni. Roswell era un serial figlio di quegli anni, con un romanticismo e dei dialoghi alla Dawson’s Creek, Star-Crossed è figlio del mondo di oggi e quindi prende una direzione più alla The Vampire Diaries. Non a caso il canale su cui va in onda è pur sempre The CW. Gli ingredienti tipici delle classiche serie del canale ci sono tutti: un triangolo sentimentale, una festa a puntata, un liceo usato più come pretesto narrativo che per andare a lezione, e protagoniste e protagonisti bellone/i che la più cessa/o è comunque una figa/o della Madonna/o. La protagonista è Aimee Teegarden, quella che nella serie Friday Night Lights cresceva bene solo che era troppo piccola per farci pensieri impuri senza essere considerati dei maniaci, mentre adesso, anche se interpreta una liceale, ha 24 anni e quindi non dobbiamo farci alcun problema nel definirla una bella maialona. La Teegarden si trova naturalmente divisa tra due ragazzi: un umano palloso e un alieno figaccione. Che decisione ardua, chi sceglierà mai? La serie proverà a rispondere a questo e ad altri clamorosi quesiti, del tipo: “Ma gli extraterrestri lo sapevano che sulla Terra c’era la crisi economica prima di atterrare?”. Non ci troviamo di fronte a una serie particolarmente nuova o rivoluzionaria, ma la tematica razziale umani VS alieni ha sempre il suo fascino, soprattutto se confezionato da quei diabolici produttori di diaboliche serie teen della diabolica The CW. E se va bene a me, buona bimbominkiata a tutti!