E’ un problema vecchio e squallido, deforme, odioso. Inutile incolpare una persona o un singolo attore del dibattito pubblico: non è questione d’opinione, o di posizione “politica”, bensì di un’ingiustizia che esiste di fatto, da molto tempo, con effetti clamorosamente orribili (persone, famiglie che restano senza casa) e nel silenzio generale. Il decreto legge 102 del 2013 infine si tradurrà in consistente intervento degli enti locali, ma per pagare affitti tenuti alti da una lobby di fatto di proprietari di case, molte case, mentre l’Aler non ristruttura per tanti motivi parecchi alloggi. Case sfitti e alloggi non agibili: ce ne sono circa duemila a Cremona, secondo una stima, e il risultato è che in recessione i più deboli vengono sfrattati. Deve pagare il Comune? Nell’emergenza, si comprende, ma la soluzione è che l’Aler faccia l’Aler e i proprietari di molte case la smettano di speculare e di tenere alti gli affitti. In recessione, il costo della vita deve scendere. Questo dipende da iniziative dei singoli, dei gruppi, delle associazioni. Se gli affitti a prezzo di mercato non calano e l’Aler costruisce pochi alloggi costosissimi invece di ristrutturare o rendere semplicemente agibili quelli vuoti, la grave crisi abitativa resta. A vantaggio di pochi. Il decreto legge riconosce la “morosità incolpevole”, solo per riconoscere il pagamento di un affitto troppo elevato ai proprietari. Non è una soluzione. A luglio la “riforma” salva proprietari approderà al Comune di Cremona. Lo Stato dovrebbe regolare il mercato, non sostenere la speculazione.
CREMONA Sfratti in serie e recessione senza pietà: per venerdì il Comitato antisfratto organizza altri due picchetti per impedire che due famiglie restino senza casa. Un dramma che si ripete continuamente a Cremona, tanto che la Prefettura e i servizi sociali, oltre alle forze dell’ordine e tutti i soggetti interessati dall’emergenza abitativa, hanno formato un tavolo di confronto presso il palazzo del Governo. Potrà essere di grande aiuto il decreto legge 102 del 31 agosto 2013, che inizia a mettere a disposizione 20 milioni di euro sul biennio 2014-2015, con la prospettiva di dedicare al sostegno della morosità incolpevole un Fondo totale di 270 milioni. Sarà veramente una svolta a favore dei soggetti più fragili o semplicemente una partita di giro fra istituzioni e ricchi privati, che si risolverà nel pagamento, da parte del Comune, degli affitti ai proprietari di immobili, che in diversi casi risultano disporre di decine se non centinaia di appartamenti? I soldi pubblici saranno utilizzati per risolvere il problema, ristrutturando e rendendo agibili le circa duemila case sfitte di Cremona, oppure avremo una soluzione tampone che paga il conto ai privati e basta?
Da parte propria l’assessore ai servizi sociali Luigi Amore ha già iniziato il percorso verso la riforma dell’Isee, il cosiddetto redditometro che valuta anche il patrimonio: toccherà alla nuova amministrazione, a luglio, completare la modifica e inserire il nuovo capitolo di spesa che riguarda la casa, introducendo una più sostanziosa forma di sostegno all’affitto e alle utenze. I problemi maggiori li avrà il distretto cremonese, con i suoi 47 Comuni, che chiedono una compartecipazione maggiore agli enti superiori. La Regione ha dato un finanziamento di circa 400mila euro, purché il Comune nel biennio aggiunga il 40%. Il Comune di Cremona può intervenire più agevolmente per impedire che gli sfratti continuino in modo preoccupante. Ogni settimana se ne contano diversi, si moltiplicano i picchetti del Comitato che insiste da tempo con la propria proposta: una moratoria degli sfratti e l’agibilità degli alloggi vuoti per sconfiggere la speculazione legata al mercato della casa, anche se popolare.
(www.telecolor.net, ieri)