Solo qualche giorno fa Repubblica aveva lanciato la sua nuova iniziativa di citizen journalism per potenziare la sua sezione video, denominata Repubblica Reporter: una nuova sezione del sito dedicata ai videomaker di tutta Italia con l’obiettivo di diventare “il primo grande esperimento di crowdsourcing giornalistico” in Italia.
Il progetto, aperto a chiunque abbia una storia da raccontare per immagini (inchieste, reportage, cronache di viaggio), si basa da una parte su appelli tematici periodicamente lanciati sul sito (le cosiddette call) e dall’altra su spunti proposti in autonomia dagli stessi videomaker, idee originali poi vagliate dalla redazione. I video, caricati previa registrazione sulla piattaforma di Repubblica, subiscono infatti una scrematura da parte della struttura Visual Desk del gruppo editoriale.
L’iniziativa, però, ha già trovato diversi ostacoli sulla sua strada: prima l’inconveniente delle “condizioni di servizio” pubblicate su Reporter, dove è inizialmente comparsa una dicitura standard che fissava a soli 5 euro la retribuzione minima per la cessione in esclusiva dei diritti dei video prodotti, tanto da costringere Repubblica a correre ai ripari con una rettifica a firma di Massimo Russo, responsabile dello sviluppo del prodotto della divisione digitale dell’Espresso; ora, invece, Reporter è finito in guai legali a causa proprio del suo nome.
YouReporter, la più nota piattaforma italiana di citizen journalism, nata nell’aprile del 2008, ha infatti deciso di passare alle vie legali a causa dell’eccessiva somiglianza nei nomi dei due progetti: “Dobbiamo prendere atto con rammarico e grande sorpresa – si legge in un comunicato diffuso da YouReporter – che Repubblica.it ha scelto di chiamare il suo sito di citizen journalism con un nome del tutto simile a YouReporter, cioè Reporter, creando così confusione negli utenti. Reporter potrà così avvantaggiarsi nei motori di ricerca e tra il pubblico beneficiando della notorierà di YouReporter e della sua community”.
Per questo YouReporter ha deciso di dare mandato all’avvocato Luca Bauccio – tra l’altro uno dei fondatori del sito – affinché chieda al tribunale di Roma un provvedimento urgente “che ponga fine alla dannosa confusione creata dal gruppo editoriale l’Espresso”.
A Repubblica, secondo YouReporter, “sono liberi di promuovere il citizen journalism ma senza creare un danno irreparabile a chi, come YouReporter, da anni promuove il giornalismo partecipativo. Ogni giorno sono migliaia le persone che inviano immagini alla piattaforma per raccontare e diffondere senza filtri e senza appartenenze il proprio punto di vista. Youreporter intende continuare a svolgere la propria missione di allargare le fonti di informazione e di conoscenza per un giornalismo indipendente, libero e al servizio degli utenti”.