È di stamane la notizia secondo cui sono saliti a 172 i morti palestinesi in quella che ormai è una guerra a tutti gli effetti sulla striscia di Gaza. 172 morti e 1100 feriti, l’Ansa riporta, di cui molti sono civili, donne e ragazzi minorenni.
Nella mattinata di ieri, domenica 13 luglio, una serie di volantini israeliani suggerivano fermamente agli abitanti della zona a nord di Gaza di sfollare le case perché ci sarebbe stata una breve operazione dell’esercito: insomma, un bombardamento seriale breve e con obiettivo l’intera zona. Si parla di una serie di 160 razzi al giorno, per un totale di 800 nei cinque giorni previsti. Un massacro totale che voleva essere una controffensiva militare di Isreale, che nei giorni scorsi si è trovato bombardato più volte nella zona della Cisgiordania e nella stessa Gerusalemme.
Quella che ormai è diventata una guerra fra Hamas e Israele per il controllo della striscia di Gaza ha fatto già moltissimi morti civili, da entrambe le parti. La diplomazia internazionale, per parte sua, sta lavorando per un accordo di pace: la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il segretario di Stato USA John Kerry, per fare due nomi importanti, e l’ONU hanno dichiarato di avere aperto le trattative diplomatiche sia con i contatti israeliani sia con quelli di Hamas, ma non hanno fatto sapere nulla di più.
Certamente la situazione è complessa: la striscia di Gaza è un territorio palestinese autonomo di fatto dal 2005, confinante con Israele lungo tutto il sud-est, con cui ci sono sempre stati conflitti volti al guadagnarsi il controllo sul territorio. Hamas è il “Movimento di resistenza islamico” fondato nel 1987 ed estremista nel suo tentativo di distruzione di Israele: lo scopo di Hamas è creare uno stato palestinese tra il Giordano e il Mediterraneo, e per fare ciò deve eliminarsi Israele. Dal 2007 Hamas ha vinto le elezioni palestinesi e ha centrato il governo anche nel territorio di Gaza.
Sebbene le elezioni siano sempre state considerate regolari dalle organizzazioni internazionali, tra cui la stessa Onu, rimane il fatto che Hamas è un’organizzazione terroristica, e dunque illegale su tutti i fronti del diritto internazionale.
Per contro, Israele è un territorio nato sulle basi bibliche, per cui il popolo israeliano abitava e dunque aveva diritto su una certa area, che storicamente però era controllo della Palestina, fino al 1948 quando gli fu riconosciuto il controllo grazie al Piano di partizione dell’ONU.
Queste le basi storiche e politiche degli scontri sulla striscia di Gaza, che vedono contrapporsi due estremismi opposti, Hamas e Israele appoggiato dagli Stati Uniti, per il controllo di un territorio che è conteso da una settantina di anni. Tutto ciò sta portando ad una settimana di droni e bombardamenti su vittime civili, e sull’impossibilità da parte delle associazioni che dovrebbero assicurare il rispetto dei diritti umani fondamentali di svolgere alcuna azione di repressione della guerra senza combattere loro stesse.