Quando abbiamo dato vita alla sezione “nuove voci”, ci aspettavamo esattamente quello che è accaduto con Giordana Ungaro: scoprire dei talenti che ci intrigassero con le loro produzioni letterarie, al punto da incuriosirci su percorsi, letture, esperienze editoriali della nuova narrativa italiana. Giordana è stata così cortese da rispondere ad alcune nostre domande, e incrociare le nostre strade è stato davvero un piacere!
Buongiorno Giordana, e grazie – come prima cosa – per il tempo che ci stai dedicando. Inizierei domandandoti di indicarmi tre aggettivi che credi rappresentino bene la tua scrittura e la tua produzione letteraria.
R: Ispirata, simbolica, istintiva. Sono una fautrice della creatività libera di schemi o regole, quando scrivo non ho in mente né la trama, né uno svolgimento preciso della vicenda, lascio che man mano esca da sé, senza calcoli, lascio agire l’ispirazione senza mai forzarla, emotiva, intrisa dei sentimenti di personaggi nei quali mi immedesimo talmente da viverli in prima persona, un po’ come un attore, capace di annullarsi e divenire di volta in volta colui che interpreta, sentendoselo dentro fin nelle ossa.
Per un autore i libri, si sa, sono come i figli, ma la domanda è inevitabile: ne possiamo presentare uno che ti ha regalato le maggiori soddisfazioni?
R: In tutti i miei romanzi si rispecchia parte del mio vissuto, e man mano che essi evolvono io lo faccio con loro. Il più significativo ad oggi ritengo sia “Il mercante di anime”, è stato uno spartiacque, sia per il modo in cui è scritto, sia per il pubblico che abbraccia, sia per il simbolismo di cui è intriso. E’ un romanzo maturo, il primo di una certa consistenza, non più adolescenziale come i precedenti. Corposo e profondo pone il lettore dinnanzi alle conseguenze delle proprie azioni, all’apparenza innocue ma in cui si cela invece una sfumatura oscura, ridondante. Un romanzo che fa riflettere per farci renderci conto di quanto ogni singola azione possa cambiare il corso di molte vite e non solo la nostra.
Una riflessione sullo stato dell’editoria in Italia: tra case editrici EAP, collane che propongono solo autori di grido e spietata concorrenza, quanto è difficile giungere alla sospirata pubblicazione? Quale è stata la tua esperienza in merito?
R: Lunga, tediosa, spesso inconcludente. Questo travaglio tuttavia mai mi ha portato allo sconforto, anzi mi ha insegnato a perseverare, migliorare, a scrivere con più passione. Sono dell’idea che se si ha talento prima o poi qualcuno lo noterà, e arriverà quel colpo di fortuna che darà la svolta alla propria carriera. Essere famosi o no è di poco conto se non si ha nulla da dire, ciò che è importante è dare un messaggio, far provare un’emozione, trasportare nella storia con mente e cuore, toccarlo nel profondo, questo è ciò che spero di dare ai miei lettori.
Giordana Ungaro è nata a Venezia il 30 luglio 1979. Ha esordito con il romanzo “La luna d’argento” nel maggio 2013, seguito da “Angeli neri” nel febbraio 2014, “Il mercante di anime” nel novembre 2014, tutti pubblicati con la casa editrice GDS e “Spectrum” nell’aprile 2015 con Ophiere edizioni.
Alfonso d’Agostino