Mons. Scarano, ex contabile dell’Apsa, l’Amministrazione patrimonio sede apostolica, è stato nuovamente posto agli arresti domiciliari. Per mons. Scarano, già arrestato lo scorso giugno e in seguito posto agli arresti domiciliari, è ora ipotizzabile il reato di concorso in riciclaggio e falso.
La Procura della Repubblica di Salerno aveva posto agli arresti domiciliari mons. Scarano nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio di ingenti somme di denaro. Oltre a mons. Scarano in manette anche un altro sacerdote e divieto di esercizio dell’attività professionale per un notaio.
Le accuse mosse a mons. Scarano riguardano un giro di presunte donazioni, probabilmente false, allo scopo di nascondere un ingente giro di riciclaggio di denaro. Mons. Scarano avrebbe chiesto a una sessantina di persone la compilazioni di assegni circolari con somme attorno ai diecimila euro, con la scusa di dover ripianare i debiti di una società immobiliare con alcune proprietà nel centro storico di Salerno. Oltre a questo, gli assegno sarebbero solo una parte del giro di denaro, in quanto l’equivalente in denaro contante sarebbe stato girato ai titolari degli asseto circolari al momento della consegna.
Monsignor Scarano era stato già arrestato, come detto, lo scorso 28 giugno in un’inchiesta della Procura di Roma, insieme all’operatore finanziario Giovanni Carenzio e all’ex agente dei Servizi Giovanni Maria Zito.
Le indagini coinvolgono comunque, oltre a mons. Scarano, al sacerdote Luigi Noli e al notaio Bruno Frauenfelder, una cinquantina di persone. Sotto indagine numerosi conti bancari presso lo Ior. Il giro di denaro di questi conti sarebbe stato utilizzato da mons. Scarano per investimenti immobiliari a Salerno, invece che per opere benefiche.