Già una piccola percentuale dei rifiuti indifferenziati della provincia di Cremona viene portata a Bellisolina di Montanaso Lombardo (Lodi): un centinaio di tonnellate al giorno, sui 50mila totali. Non solo: Lgh ha anche proposto di verificare l’esistenza di impianti privati di trattamento dei rifiuti da avviare a “termovalorizzazione”, cioè incenerimento. Di quell’idea di inceneritore di Casale Cremasco, indicato “in progetto” nel 2010 dall’amministrazione Salini, non si parla più da anni, eppure lo Sblocca Italia può far rinascere anche quell’idea.
Un inceneritore in più per la provincia di Cremona è già previsto dai documenti dell’amministrazione Salini sin dal 2010, quando il piano territoriale provinciale dell’alto cremasco lo inseriva con la T di termovalorizzatore in bella vista nella cartina dell’alto Cremasco. Precisamente l’impianto è previsto sul territorio di Casale, a pochi chilometri da Crema e vicino a Sergnano, Ricengo e Offanengo. Sarà un caso, tuttavia il Comune di Crema non ha previsto un aumento della differenziata in linea con l’incremento degli ultimi anni, scatenando le proteste di Rifondazione, che pure fa parte della maggioranza. Crema infatti non ha un inceneritore e la città si è sinora dimostrata virtuosa. Non lontano da Casale Cremasco sorgono oltre alla città varie aziende e molti centri abitati: la vicinanza della Bassa Bergamasca e di Treviglio, ma soprattutto lo Sblocca Italia, detto anche Sblocca inceneritori, potrebbe autorizzare il nuovo impianto, capace eventualmente di ricevere rifiuti da altre regioni come dall’estero, con treni e camion di rifiuti di ogni tipo, come già è avvenuto presso alcune discariche, come quella di Soltàrico in provincia di Lodi, ora ferma.