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Nuovo inchino della processione alla casa del boss della ‘ndrangheta a Rizziconi (Rc), la Dda indaga

Creato il 13 agosto 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

http://www.strettoweb.com/2014/08/caso-inchino-rizziconi-rc-dda-indaga/172631/&#8221; title=”http://www.strettoweb.com/2014/08/caso-inchino-rizziconi-rc-dda-indaga/172631/&#8221; target=”_blank”>">">http://www.strettoweb.com/2014/08/caso-inchino-rizziconi-rc-dda-indaga/172631/</a>

Una mescolanza pericolosa tra religione e criminalità organizzata ha fatto sì che una processione in corso a Rizziconi (Reggio Calabria) si fermasse di fronte alla casa di Teodoro Crea, anziano boss della ‘ndrangheta in carcere per effetto del 41 bis. La Dda ha aperto un’indagine.
Colpisce anche il fatto che si trattava della processione di San Teodoro Martire, santo omonimo del boss.
C’è qualcosa che consente questa commistione tra forme spirituali e criminalità organizzata? No: le forme spirituali non hanno niente a che vedere, ma le tradizioni sì e non ci si deve stupire molto.
Il controllo del territorio: non si riesce ad amministrare legalmente mettendosi contro la Chiesa cattolica, considerato il potere d’influenza della religione sui fedeli. E il fedele si sente in molti casi prima fedele e poi cittadino.
Lo Stato italiano, nella Costituzione art. 7, si mette sullo stesso piano della Chiesa, legittimando ancora i Patti Lateranensi Chiesa-fascismo. Lo Stato ha quindi sovranità, ma limitata e vincolata, anche e soprattutto per la conquista di un gran numero di cattolici ultrà. Il princìpio della laicità dello Stato, la laicità dico, non può essere praticato, ma si rivela una volta di più indispensabile, la laicità: non per contestare la religione a ogni occasione, bensì per rompere il legame fra popolazione e capi di organizzazioni criminali. L’anticlericalismo è un’altra cosa.
Opporsi alla Chiesa in nome della laicità dello Stato è quasi impossibile in Italia: tutti i partiti sono ultracattolici per interesse elettorale, bieco e cieco, con rare eccezioni trascurate regolarmente dai massmedia, spesso faziosissimi. L’Italia però ha una legislazione antimafia all’avanguardia nel mondo. Il problema è applicarla.
Che un potere anche se illegale cerchi legami con la Chiesa non può stupire. La Chiesa poi non si schiera, secondo tradizione, nei conflitti tra diversi poteri terreni, preferendo l’uno o l’altro. Non si è schierata contro il nazismo, con il quale, per evitare massacri di sacerdoti e credenti, ha firmato accordi. Alcuni sacerdoti si sono eroicamente sacrificati.
La parrocchia non è tenuta a render conto ad autorità superiori: non c’è nella storia della Chiesa un controllo automatico fra i livelli di potere dello Stato del Vaticano (è uno Stato infatti, una monarchia elettiva di diritto divino). Non ci sono troppe regole scritte, nello Stato del Vaticano: una certa flessibilità è garantita.
E così è difficile separare il loglio dal grano.
Quanti “inchini” di questo tipo ci sono stati in passato? Innumerevoli, lo si può pensare.
Fortunatamente le notizie in proposito escono. Ma quante ancora non ne escono???


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