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Nuovo libro di Luca Pakarov: “Fotografa e fuggi”: il viaggio moderno ha perso l’anima?

Da Apietrarota


"Fotografa e fuggi": il viaggio moderno ha perso l'anima?
Luca Pakarov
Pudding evasioni low cost
Edizioni Clandestine
Pagine: 208
Euro: 11,00
Isbn: 978-88-6596-355-5
Una serie di narrazioni, che talvolta assumono la forma di lettera, diario, reportage e guida di viaggio, ma tutte dal sapore cinico e pungente, e collocate nel Vecchio Continente: da Barcellona a Bruxelles, da Parigi ad Atene, da Alicante a Londra, città asettiche che si assomigliano sempre di più e che lasciano nel viaggiatore nient'altro che spezzoni di un mondo solido e geometrico. Un mondo lungi dallo sviluppare emozioni e suggestioni perché non vissuto, non visto con gli occhi dell'anima, ma con quelli della macchina fotografica, dell'immagine. «Scattare foto non serve. Con Google oggi ci spostiamo dappertutto e Wikipedia ci istruisce. La guida Michelin ci indica la strada e il ristorante giusto. Siamo poveri e sfiniti.», leggiamo. E ancora «S'è troppo veloci, si arriva troppo lesti e si parte ancora più speditamente e, ciò che importa, è solo tracciare una croce sopra quel paese, quella città. Ci sono stato. È così importante esserci stato dopo che ci hanno detto cosa fare, cosa vedere, come muoverci?». Si assaggia un po' di tutto ma non si conosce niente. Spesso chi viaggia ha curiosità superficiali e desidera collezionare emozioni senza impegnarsi ad approfondire la conoscenza di una cultura diversa. I viaggiatori sono come i bambini del XX secolo e i loro pomeriggi pieni di attività, compiti, sport, musica, eterni lattanti, mai adulti.

L'intento di Luca Pakarov, qui, è di evidenziare i contrasti tra la moderna idea di viaggio "fotografa e fuggi", trascinandosi da una fontana a un museo, e la dimensione umana del viaggiatore tradizionale, nelle continue esplorazioni del proprio sé. Così le città d'Europa vengono attraversate dagli occhi disillusi e irriverenti dei protagonisti, per lo più disadattati, solitari, sopraffatti dai loro vizi e dalle loro manie, che affrontano le avventure e le disavventure della vita con uno spirito passivo e coatto, quasi a sottolineare l'inutilità dell'affaticarsi in un mondo perennemente in bilico.
Un punto di vista che sovverte i naturali luoghi comuni come quelli che ruotano intorno al viaggiare, ma anche una graffiante riflessione sulla moderna società.
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