di Maria Claudia MINERVA
LECCE - Il treno che, si spera, porterà presto all’istituzione di un corso di Agraria nell’Ateneo salentino è partito e corre veloce verso la destinazione. L’entusiamo sta coinvolgendo anche i presidi degli istituti tecnici e professionali con indirizzo agrario, ma anche le associazioni universitarie. Tutti concordano, ormai, sulla necessità di avere un corso universitario che possa fare da collante tra lo studio e gli sbocchi occupazione nel settore, compresa la filiera dell’agroalimentare fresca di successi nell’export internazionale. «In questo momento c’è un risveglio di interesse verso l’agricoltura, tant’è che anche nei nostri istituti si è avuto un aumento di iscritti - dice il professor Walter Livraghi, fino a novembre scorso preside dell’Agrario Columella di Lecce -. Un corso universitario sarebbe davvero utilissimo».
Sulla stessa lunghezza d’onda Salvatore Fasano, attuale preside del Presta-Columella di Lecce: «Siamo già collegati con l’Università del Salento per un lavoro che riguarda il laboratorio del gusto, poi abbiamo come scuola una nostra azienda agraria di 34 ettari, coltivata a vigneto, uliveto, orto, quindi l’Ateneo potrebbe anche appoggiarsi a noi per eventuali laboratori. Sarebbe utilissima una sinergia in tal senso, perché non basta coltivare c’è bisogno anche di trasformare i prodotti e di essere in grado di avviare un’impresa agricola che oggi non può più essere come quelle del passato. Quindi, un’idea da appoggiare pienamente, convinto che non si può fare agricoltura prescindendo dalla qualità».
Anche la preside dell’Istituto tecnico e professionale Lanoce di Maglie è convinta dell’utilità di un corso universitario di Agraria nel Salento: «Certamente, sarebbe utile, in questi anni abbiamo avuto un aumento di iscritti, segno evidente che c’è una controtendenza rispetto a qualche anno fa, quando si sceglievano altri indirizzi di studio».
«Ritengo che l’apertura di un corso di laurea universitario sia sempre un’opportunità per la crescita del capitale umano soprattutto quando, come nel caso dell’eventuale apertura del corso di laurea in Agraria nel Salento, l’offerta universitaria risponde ai bisogni micro e macro dei territori salentini - afferma la preside del Tecnico Agrario “Pantanelli” di Ostuni, Brindisi -. Il 2014 è l’anno europeo della green economy e il settore agricolo è al centro dell’economia verde: la continua evoluzione del mercato economico e delle forme di produzione e trasformazione in agricoltura richiede competenze sempre più specializzate e l’Università è proprio il luogo deputato alla ricerca e alla promozione delle conoscenze e competenze specialistiche. Gli Istituti agrari in Italia ed anche l'Istituto Agrario Pantanelli-Monnet di Ostuni hanno visto un forte incremento delle iscrizioni per il 2014/2015 e dunque l’apertura di un corso universitario a Lecce potrebbe soddisfare i bisogni di un’utenza studentesca che va allargandosi di pari passo con il crescere del ruolo strategico dell’agricoltura nell’economia e nel mercato a livello mondiale».
D’accordo sull’istituzione anche il preside dell’Alberghiero di Ugento, Franco Fasano, che sottolinea: «Nel Salento dovremmo riuscire a costruire una filiera completa. In questo senso sarebbe importante avere una formazione universitaria». Idem per il preside Luigi Martano dell’Alberghiero di Otranto: «Sono particolarmente favorevole, in periodi di crisi l’agricoltura ritorna a essere settore trainante dell’economia. A Locorotondo c’è già un istituto posto diploma, ma il corso di laurea sarebbe un’altra cosa. Il problema è che l’Ateneo salentino deve darsi delle priorità, fare delle scelte, credo però che un Salento che voglia crescere debba essere aiutato da una facoltà di agraria».
Sulla nascita di un corso di laurea in Agraria prende posizione anche l’associazione universitaria Link -Udu, che sottolinea: «Presso il nostro Ateneo sono già in corso di svolgimento numerosi laboratori e progetti di ricerca che interessano il settore agrario, nonostante non sia presente questa facoltà - affermano gli studenti -. Il potenziamento di tali laboratori e tali progetti già esistenti contribuirebbe a rafforzare questo settore nel nostro territorio ancor prima dell’introduzione di una nuova facoltà. Pertanto, sebbene riteniamo che l’istituzione della Facoltà di Agraria possa risultare positiva per gli studenti, bisognerebbe avviare un progetto a più fasi, partendo dall’istituzione e dal finanziamento di centri di ricerca che riescano ad integrare la ricerca che avviene nei laboratori con il mondo delle imprese in tale settore». E Matteo Calcagnile, senatore accademico di Link sottolinea: «Chiediamo maggiori investimenti in innovazione e strutture, che permettano di migliorare le politiche di trasferimento tecnologico e di ingresso nel mondo del lavoro, attraverso la riorganizzazione dei corsi già esistenti, coniugandoli alle esigenze del territorio. La facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria è stata costretta alla chiusura. Crediamo che sia necessario che il territorio si mobiliti per difendere l’Università messa sotto attacco da politiche scellerate che minano il sistema di istruzione pubblico italiano».
Nuovo Quotidiano di Puglia Martedì 08 Aprile 2014 alle 17:56 Ultimo aggiornamento: 17:56