Nei confronti dell’automobilista negligente, che provocherà colposamente la morte di una persona, scatterà la nuova sanzione dell’ “ergastolo della patente”: si tratta della revoca dell’abilitazione e contestuale inibizione alla guida, sul territorio, a tempo indeterminato.
Per farla breve, non si potrà più guidare, almeno in Italia. A prevederlo è un emendamento approvato giovedì dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati durante l’esame unificato del disegno di legge delega per la riforma del Codice della Strada: un coacervo di norme che era già stato approvato dal Consiglio dei Ministri più di un anno fa (la seduta era quella del 26 luglio 2013).
Tra le modifiche più interessanti che potrebbero andare a impattare sul nostro attuale codice della strada vi è quella che impedirà l’accesso alle autostrade e superstrade ai motocicli di cilindrata inferiore a 120 cc e guidati da minorenni. Sarà inoltre prevista una segnaletica dedicata all’utenza più debole (bambini, disabili, anziani, pedoni, ciclisti, utenti di ciclomotore e motociclo).
Nella seduta di giovedì scorso, inoltre, la commissione ha approvato l’emendamento di portata più dirompente che prevede l’ergastolo della patente di guida. Nei casi in cui il conducente di un veicolo provochi la morte di una persona, violando le norme stradali, verranno valutate le condizioni del guidatore o il tipo di violazione in presenza delle quali scatteranno le sanzioni amministrative accessorie della revoca della patente e dell’inibizione alla guida sul territorio nazionale: il tutto, però, a tempo indeterminato. La novità dovrà poi essere coordinata con la modifica al codice penale, in corso di discussione, che prevede il nuovo reato di omicidio stradale!
Foggia, 22 luglio 2014 avv. Eugenio Gargiulo