Basta soltanto l’amore. Crescere con una mamma single, con due papà, con mamma e papà, con tre nonni o con sette zii è la stessa cosa ci dicono i sostenitori dell’ideologia delle “nuove famiglie”. L’importante è che il bambino riceva il fantomatico “amore” e che non cresca in orfanotrofio.
La celebre psicanalista Claude Halmos ha già spiegato da tempo che «un discorso basato sull”amore”, concepito come l’alfa e l’omega di ciò che un bambino avrebbe bisogno», colpisce per la «mancanza di rigore perché un bambino è in fase di costruzione e, come per qualsiasi architettura, ci sono delle regole da seguire se si tratta di “stare in piedi”. Quindi, la differenza tra i sessi è un elemento essenziale della sua costruzione». La psicologa Maria Rita Parsi ha poi precisato: «cure e amore non sono patrimonio esclusivo delle coppie etero. Vero è, però, che quando si arriva alla fase del complesso edipico è importante avere una doppia realtà di riferimento, maschio e femmina».
In ogni caso sono gli studi scientifici a sostenere questi psicologi e smentire la moda delle “nuove famiglie”. Ultimo in ordine cronologico la recente pubblicazione del World Family Map Project la quale ha mostrato che vivere con due diversi genitori permette ai bambini di avere punteggi migliori di alfabetizzazione, a prescindere dalla ricchezza e dall’istruzione. Questo è vero in Canada come lo è negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in Australia: «I bambini che vivono con due genitori hanno punteggi più elevati nella capacità di lettura e meno probabilità di ripetere l’anno rispetto a quelli che vivono con uno solo dei due genitori o nessuno dei genitori», hanno detto i ricercatori. Inoltre, «le famiglie con un genitore acquisito forniscono risultati più deboli rispetto alle famiglie con i due genitori biologici».
Tutto quest è in linea con le conclusioni della ricerca in scienze sociali, che mostrano senz’ombra di dubbia una serie di benefici per i bambini cresciuti dai due genitori biologici sposati.