Sono anni che si parla dei poligoni militari in Sardegna, in questi giorni si è appreso dei nuraghi bombardati durante le esercitazioni militari
E un po' come spazzare il pavimento e nascondere la polvere sotto il tappeto, prima o poi verrà alla luce ed è esattamente quello che sta avvenendo in Sardegna in questa fine estate: tonnellate di “materiali ferrosi” (con questo eufemismo l'Aeronautica Militare definisce le bombe, esplose e non) giacciono su uno dei fondali marini più belli d'Italia. Parliamo di Quirra o Salto di Quirra, una regione dell'isola situata nell'area sud occidentale tra le province di Cagliarie l'Ogliastra che dal 1956 ospita il poligono sperimentale di addestramento interforze di Perdasdefogu e capo San Lorenzo.In realtà l'area in questione è da tempo al centro dell'attenzione degli abitanti e degli ambientalisti, ma trattandosi di zona militare si è potuto fare ben poco per impedire che questo angolo di paradiso venisse così brutalmente violentato dalle attività militari di addestramento, ma ora si parla finalmente di bonificare quei 42 ettari di fondali sottomarini utilizzati per più di 50 anni come immondezzaio bellico. Questa volta però, a differenza del 2011, quando la stessa Aviazione Militare dette corso alla rimozione di 8 “rottami di materiale ferroso” senza consentire la presenza di civili, saranno presenti a sovraintendere le operazioni di bonifica l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), la Regione, i Comuni, la Asl ed altri enti chiamati a dare l'autorizzazione paesistica.Lo scandalo maggiore però, è quello sollevato dal deputato Mauro Pili (all'interno del link altri video sull'argomento)che ha denunciato che tra Capo Frasca e Capo Teulada le esercitazioni militari hanno distrutto, o semi-distrutto, 13 siti preistorici tra nuraghi e necropoli. Paradossalmente si potrebbe dire che questo enorme patrimonio di un'isola che ancora ha tanti misteri da svelare è stato colpito dal cosiddetto “fuoco amico” come se la stessa Italia avesse mosso guerra alle proprie ricchezze culturali.Quello che rende la vicenda ancora più grottesca sono le dichiarazioni rilasciate dalle forze militari: “Lamaggior parte del territorio del poligono ricade nell'ambito di unsito di interesse comunitario Natura 2000. nella stessa non vi sono insediamenti turistici, ricadendo la stessa in buona parte entro i confini del poligono che seppur limitando il libero accesso dal mare da parte dei turisti e dei residenti, ha contribuito a preservare la naturalità paesaggistica del territorio evitando l'urbanizzazione dell'area”. Già, come se qualcuno avesse mai l'idea di costruirsi una casetta sotto un area di bombardamenti.A questa clamorosa presa in giro va aggiunta un'altra osservazione: la stessa Aeronautica, nel lungo elenco di prescrizioni che ha comunicato all'ISPRA dichiara che “Non è possibile escludere la presenza, in fondo al mare, di pezzi radioattivi o inesplosi. Nel caso in cui il materiale salpato dovesse rivelare anomalie all'esame radiometrico, lo stesso potrà riessere posizionato in mare ovvero stivato in un area isolata dedicata a bordo del moto pontone” Che dire oltre? La cosa si commenta da sé!
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