Tranquilli, tanto paga Pantalone
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna (2° sezione) ha condannato l’Amministrazione comunale di Nuraminis al pagamento delle spese in giudizio per un ammontare di € 1800,00 in favore del Comitato case ex-Italcementi. Com’è noto le spese in giudizio sono imposte dal giudice alla parte soccombente
La vertenza ha avuto inizio col ricorso del Comitato al Tar di Cagliari contro la decisione del Comune di Nuraminis (22 aprile 2011) di annullare d’ufficio in sede di autotutela il bando per l’assegnazione in locazione degli alloggi a canone moderato (del 12 ottobre 2009). Secondo l’Amministrazione, infatti, l’assenza di pubblicità avrebbe viziato il bando.
Ma le cose, per il Comune di Nuraminis, si erano messe male fin dal 13 luglio 2011, quando il Tar, “valutata positivamente (…) la possibile fondatezza della censura avanzata” dagli assegnatari, aveva accolto l’istanza cautelare di sospensione del provvedimento e fissato l’udienza per la trattazione di merito del ricorso per il 27 giugno del 2012.
Subito dopo la sospensiva del Tar, invece che proseguire sulla strada dell’annullamento del bando (per supposta mancanza di pubblicità) il Comune fa marcia indietro e, con nota del 27 luglio, comunica la sua intenzione di riaprire il bando e fare salve le domande già presentate. Con provvedimento n. 330 dell’8 settembre 2011 l’Amministrazione annulla il provvedimento impugnato dal Comitato ex-assegnatari: per il TAR ciò comporta la cessazione della materia del contendere.
Successivamente, alcuni errori materiali commessi dal Comune complicano la nuova fase, che infine approda alla determinazione n. 214 del 14 giugno scorso e alla pubblicazione delle nuove graduatorie provvisorie di assegnatari, simili a quelle che il Comune avrebbe voluto annullare (scaricale qui e qui)
Insomma, tra tribunali, avvocati e ricorsi, è stato perso oltre un anno nel quale le case sono rimaste chiuse, non hanno fruttato nulla al Comune e, soprattutto, si è impedito a diverse giovani coppie di sistemarsi. A queste perdite si devono aggiungere i 1800 euro (oltre gli accessori di legge) ai quali il Comune è stato appena condannato e le altre somme per gli onorari degli avvocati.
Come sempre, a pagare il conto sarà il povero contribuente.
Qual’è la morale di tutta questa storia? Non lo sappiamo e ognuno tragga la sua. Noi, però, siamo convinti che un Comune meno punitivo e avventato, più trasparente e dialogante (vedi la lettera aperta del Comitato) avrebbe garantito un bel risparmio di soldi, di tempo e di energie ai nuraminesi.
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