di Gigi SannaQualche settimana fa abbiamo illustrato la 'tavoletta' di Oniferi e la Pintadera di Barumini, mostrando (crediamo ad abundantiam) che l'apparente decorazione 'geometrica' di alcuni prodotti dell'arte nuragica cela in realtà una sofisticatissima scrittura geometrico-numerica e alfa-lineare posta in essere dalla fantasia e dalla genialità degli scribi nuragici vissuti durante l'età del bronzo e quella del I ferro (e forse anche più in là). Una scrittura del 'tempio', ben organizzata, sempre coerente (per motivi tabuistici e religiosi) e inquadrata in un sistema che consentiva variazioni continue sul tema ma non il mutamento del linguaggio formulare e l'infrazione di certe 'regole' ben definite. Tanto stabilite che l'organizzazione del testo, l'uso dei simboli fonetici convenzionali e del lessico non differivano se non in dettagli sia che il documento fosse composto - poniamo - ad Arzachena o a Barisardo oppure a Pozzomaggiore o a San Giovanni Suergiu.
Oggi intendiamo ribadire (ma lo faremo più in là anche con un terzo documento lapideo, sempre di Nurdole) l'esistenza di questa 'scrittura' e delle sue 'regole' ma con una bella prova in più, quella che aspettavamo da tempo: la presenza di scrittura lineare (con chiara attestazione di più di un segno noto e indiscutibile di detta scrittura) mista a quella di tipo geometrico-numerica. Leggi tutto