I, Frankenstein
Intervistato nei giorni scorsi da CBR, l’attore Aaron Eckhart ha avuto modo di spiegare nel dettaglio le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare il ruolo da protagonista in I, Frankenstein, l’adattamento cinematografico del graphic novel di Kevin Grievoux in questi giorni nelle nostre sale.
Ho capito subito che volevo fare questo film, soprattutto perché lo script aveva elementi al suo interno che mi piacevano. Come attore, sono alla ricerca di una storia sulla lotta per l’umanità. Mi piaceva l’elemento action. Mi piaceva questo mondo che Stuart [Stuart Beattie il regista ndr] ha creato. Ma soprattutto il fatto che nel film c’è un uomo che cerca il suo scopo nella vita.
Ho incontrato Stuart e ho pensato che fosse fantastico. Quando si incontrano alcuni registi sai subito che si può raccontare una storia, che è la cosa più importante. Alcuni sono più bravi di altri. Stuart ama gli attori, ama il cinema, è una persona molto intelligente, ed è un gran lavoratore. Ha messo tutti gli elementi insieme. Questo film è una sua creatura, al 100%.
Eckhart ha sottolineato alcune similitudini con il personaggio di Adam da lui interpretato, che lo hanno portato a connettersi con esso molto più i quanto si aspettasse in un primo momento.
Mi sono connesso a lui in molti modi, sì. E proprio camminando in giro per la città. Quando uscite dal vostro hotel, siete a piedi nelle vie affollate, nessuno vi presta attenzione. Sei in una città diversa, lontano dalle persone che ami. Le persone si riconoscono e tu non vuoi che loro riconoscano te, così ci si maschera, si mette su un cappuccio, si va sotto mentite spoglie. Ti nascondi. Ci sono molte somiglianze qui, in termini di vita quotidiana.
Lo stesso regista Stuart Beattie, qui alla sua seconda pellicola per il grande schermo, ha voluto rimarcare come I, Frankenstein sia innanzitutto un film in primo luogo interessato allo sviluppo dei personaggi, alle loro interazioni e soprattutto, alla loro evoluzione.
E’ stata l’occasione per me di fare davvero un film d’azione incentrato su un personaggio, per questo è stato chiamato “I, Frankenstein”. Questa è stata una delle due decisioni dello studio: doveva essere chiamato così. Quindi, se il film si chiama “I, Frankenstein”, deve parlare del mostro, di quel personaggio. Questo è un personaggio molto ricco e complesso. In tanti film d’azione ai giorni nostri, il personaggio è la prima cosa che viene sacrificata. Ho sentito che questa pellicola fosse una possibilità con cui rimediare. Non si può letteralmente sacrificare il personaggio in questo film. Così ho voluto provare a dirigerlo.
Beattie ha poi fatto notare un particolare inerente la pellicola. Nonostante gli elementi soprannaturali, il regista ha infatti deciso per l’esclusione di vampiri e licantropi, puntando invece su demoni e gargoyle, una scelta da lui fatta per alcune ragioni fondamentali.
Lo studio voleva che utilizzassi vampiri e lupi mannari. [Ride] Ho detto: “Ragazzi, vi hanno fatto utilizzare vampiri e lupi mannari quattro volte nella saga di Underworld, con molto successo. Sono molto felice per voi, ma abbiamo bisogno di fare qualcosa di diverso”. Ho sempre amato i gargoyle. Quando si sta cercando di introdurre nuovi esseri soprannaturali, si inizia con qualcosa che le persone sanno di cosa si tratta. Penso che la gente sappia che cosa sono i gargoyles e cosa siano i demoni.
Da bambino, ricordo che l’unica cosa che sapevo dei gargoyle è che erano lì alla ricerca di demoni. L’idea è nata da lì. Ho appena iniziato a scrivere una mitologia enorme su di loro, con storie e biografie, background e tutto il resto. Ho trascorso diversi mesi solo per la creazione di quel mondo. Amo questo materiale.
Ad esempio , tutti gli attori hanno dovuto imparare il “credo dei gargoyle “, il giuramento sacro. Nel film, Gideon parla del suo “sacro dovere”. Ho creato pronunce per tutti i nomi, biografie per ogni personaggio… che, per me, è parte del lavoro, ma è anche molto divertente diventare un esperto e un’autorità su come gargoyle e demoni fanno quello che fanno. La gente veniva da me e mi chiedeva: ” Può un demone fare questo?” E mi piaceva distribuire queste informazioni a tutti i capi dipartimento, e quindi il tutto era lì sulla carta, in modo che tutti sapessero quello che stavamo facendo. Si è trattato di un enorme, enorme, enorme quantità di scrittura e di sviluppo creativo.
Se stai cercando di vendere un mondo di fantasia, bisogna avere tutto questo materiale. Questo è ciò che ha fatto Tolkien. Ecco perché quei mondi vengono percepiti in maniera così reale.
Man of Steel 2
Con il il rinvio deciso nei giorni scorsi di 10 mesi del sequel di Man of Steel, tra i numerosi appassionati si sono scatenate online le solite speculazioni sulle motivazioni che hanno spinto la Warner Bros. a decidere tale mossa. Ovviamente, come d’altronde ci si può aspettare in casi del genere, le speculazioni sono quasi sempre orientate in senso negativo, adducendo possibili problemi interni e produttivi. Questa volta però tale negatività non è giustificabile, in quanto la decisione della Warner Bros. porta con se moltissime opzioni positive, che sono state analizzate negli ultimi giorni da molti addetti ai lavori, in maniera differente.
Il sito della rivista di economia Forbes ha infatti pubblicato un lunghissimo e dettagliato articolo in cui analizza il perché del rinvio, con l’inserimento di numerosi dati riguardanti varie pellicole uscite negli anni precedenti con annessi esordi e record al box office, e quelle che usciranno nei prossimi mesi.
Molto più interessante invece è l’articolo pubblicato da CBR, il quale pone alcune questioni significative, tra cui il trasferimento della DC Comics nella nuova sede di Burbank. Il sito infatti sottolinea che “con l’imminente trasferimento della DC Comics a Burbank, la Warner Bros. può centralizzare i suoi talenti a DC Entertainment, creando una sinergia più agevole tra fumetto, cinema, televisione e animazione“, aggiungendo che il tempo extra a disposizione potrebbe portare a concentrarsi di più su una spinta multimediale per promuovere il film.
Il sito aggiunge inoltre che il rinvio, visto nell’ottica della creazione di un universo cinematografico DC Comics, sull’onda di quello già ideato e cementificato dai Marvel Studios negli ultimi anni, potrebbe essere stato deciso per permettere alla Warner di avere più tempo per produrre e mettere in cantiere altre pellicole basate sui personaggi DC, con un gap di tempo minore tra il sequel di Man of Steel che vedrà l’apparizione di Batman e Wonder Woman e un eventuale adattamento della Justice League. In questo caso comunque si tratta di una analisi un pò rischiosa, visto che al momento nessun altra produzione è in cantiere, ma comunque interessante.
Non è da escludere, da parte dello stesso sito, l’opzione che vede i dirigenti e gli sceneggiatori al lavoro sul film, di puntare a riscrivere interamente il personaggio di Wonder Woman, che sarà interpretato da Gal Gadot. Il fatto che l’attrice israeliana sia stata l’ultimo elemento a entrare nel cast, e soprattutto con un personaggio annunciato praticamente a sorpresa, potrebbe avere spinto il regista Zack Snyder a rivederne ruolo e tempo sullo schermo, ampliandolo e rendendolo più solido per il pubblico.
Nel frattempo non si ferma la macchina produttiva dietro alla pellicola. Il The Michigan Film Office ha infatti confermato nei giorni scorsi che le riprese del film , che si aspettava sarebbero iniziate nel mese di febbraio, partiranno ora in primavera, senza specificare la data esatta. ”A causa del cambio della programmazione, la lavorazione dovrebbe iniziare in primavera“, ha affermato la portavoce Michelle Grinnell in una e-mail inviata a MLive.com.
A scatenare speculazioni sulle location è stata anche nei giorni scorsi la visita, effettuata dal regista Zack Snyder, dell’Eli and Edythe Broad Art Museum, che potrebbe essere utilizzato per le riprese della pellicola. Dalle parole di Jake Pechtel, direttore delle pubbliche relazioni per il Broad Art Museum:
Ovviamente, pensiamo che sia fantastico che il nostro spazio sia stato pensato per progetti come questo Da quello che ho capito, il signor Snyder amava molto lo spazio, e noi saremmo entusiasti di essere una location per uno dei suoi film
Infine, l’attrice Gal Gadot ha rivelato che riceverà 300.000 dollari per comparire nella pellicola, la quale come noto sarà la prima di tre in cui interpreterà il ruolo dell’amazzone. La Gadot ha confermato la data di maggio come inizio delle riprese.
Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D.
Parlando nei giorni scorsi alla Television Critics Association, il presidente della ABC, Paul Lee ha avuto modo di parlare della prima stagione di Marvel’s Agents of S.H.I.E.L.D., sottolineando i grandi passi, anche se in alcuni casi difficoltosi, fatti dal serial per trovare lo stile e l’atmosfera giusta, riferendosi in particolare agli ascolti:
E’ stato ovviamente deludente il fatto che abbiamo iniziato con un numero molto elevato e simo poi scesi . C’è voluto un po ‘di tempo perché potessimo camminare da soli, ma ora lo show sta davvero facendo bene. Creativamente , stiamo amando quello che stiamo vedendo per le ultime nove puntate. Stiamo facendo un sacco di lavoro. C’è Lady Sif in arrivo, nell’episodio 15… E poi, ci sarà questo arco narrativo alla fine della stagione. Andremo a scoprire chi è il chiaroveggente e sarà molto, molto cool.
Lee ha poi posto l’attenzione su alcuni degli ostacoli incontrati dalla serie nella prima metà della stagione.
Ci abbiamo messo un po’ di tempo per trovare le nostre gambe e camminare da soli. Penso che la chiave per noi fosse quella di iniziare a lavorare a stretto contatto con gli studios e cercare di capire con i nostri showrunner e tutti i cervelli creativi, come avremmo potuto avere uno show che non avesse Iron Man al suo interno, ma che avesse un incredibile quantità dell’universo Marvel e una quantità incredibile della sua mitologia. Ci abbiamo messo anche un pò di tempo per trovare l’equilibrio tra episodi procedurali e archi narrativi. Sono così orgoglioso di come abbiamo realizzato gli ultimi nove episodi.
Avengers: Age of Ultron
Intervistato nei giorni scorsi da MTV, l’attore Mark Ruffalo, che nel sequel di The Avengers riprenderà il ruolo di Bruce Banner/Hulk, ha avuto modo di parlare dello script del secondo capitolo, ritenendolo migliore di quello del primo film.
Direi che è migliore, più fico e più meraviglioso. E’ un po’ più dark rispetto a The Avengers, ma possiede ancora l’incredibile, arguto e sornione senso dell’umorismo di Joss Whedon.
L’attore ha poi sottolineato che, se mai in futuro vi sarà la possibilità di realizzare un nuovo film con protagonista il Gigante di Giada, di volervi inserire al suo interno un messaggio ambientalista.
Come artisti, abbiamo la capacità di raggiungere un sacco di gente in un modo molto profondo, e abbiamo una responsabilità. Quello che dobbiamo fare come narratori è quello di prendere la scienza e renderla facilmente riconoscibile. Penso che dobbiamo raccontare storie positive e stiamo cercando di farlo.
Sono in The Avengers, ma se guardate a quanto tempo sono sullo schermo direi che alla fine ci sono per circa dieci minuti, insieme con le altre 12 persone con cui condivido lo schermo, quindi posso dire molto poco. Ma se mai arriveremo a fare un film autonomo su Hulk, avrò molte più possibilità di farlo. Sto imparando ora come trovare la mia voce e portarla nel mondo degli studios.
Studio Ghibli nominato ai Japanese Academy
Nei giorni scorsi la Japan Academy ha annunciato le pellicole candidate ai Japanese Academy Awards nella categoria “Best Animated Feature” e tra le cinque in gara ve ne sono ben due realizzate dallo Studio Ghibli, ovvero The Tale of Princess Kaguya diretto da Isao Takahata e Si alza il vento di Hayao Miyazaki. I vincitori saranno annunciati il prossimo 7 marzo a Tokyo.
JLA Adventures: Trapped in Time
In una intervista concessa nei giorni scorsi a Voices From Krypton, il regista Giancarlo D’Esposito ha parlato di JLA Adventures: Trapped in Time, il film realizzato direttamente per il mercato dell’home video in uscita negli USA, e di come è nato.
Mike Ryan, lo sceneggiatore, e io in realtà avevamo cominciato a sviluppare un progetto sulla Justice League che non aveva funzionato. Quando questo progetto si è reso disponibile, ero confuso perché volevo raccontare la storia che avevamo originariamente voluto raccontare, ma sapevo che avrebbe richiesto 13 episodi e l’ordine per questo film in origine era di 44 minuti. Alla fine abbiamo cercato di venire incontro al progetto con qualcosa di semplice che potevamo inserire in quest lasso di tempo. L’altro impulso è stato cercare di realizzare una versione moderna dello show televisivo Super Amici. Mike, che era un grande fan dello show degli anni ’70, ha detto che uno dei suoi episodi preferiti vedeva Lex Luthor inviare la Lega dell’Ingiustizia nel passato per impedire le origini di Superman, Wonder Woman e Green Lantern. “Mi piacerebbe raccontare quella storia”, mi aveva detto.
The Walking Dead
La popolarità del serial basata sul fumetto di Robert Kirkman passa anche per la promozione e il merchandising. Il network AMC, attraverso l’agenzia Striker Entertainment, ha firmato due accordi con Tai Heng in Perù e Torre in Cile per la distribuzione di una collezione di notebook basati sulla serie TV. L’accordo è stato negoziato da Kopa Grupo de Licencias, agenzia che rappresenta il brand del network in sudamerica.
Entrambe le gamme di notebook saranno sugli scaffali durante il riavvio della stagione scolastica, che in Perù e Cile si svolge tra febbraio e marzo.
La collezione di Tai Heng comprende nove copertine originali, ciascuna con una pagina mini-poster, adesivi con immagini e frasi tratte dallo show; mentre la collezione di Torre di Chile è composta di 12 diversi quaderni con copertina rigida.
Cinebrevi
Stan Lee non comparirà in un cameo in Guardians of The Galaxy. Lo ha affermato lo stesso Lee parlando a Dweebcast nei giorni scorsi.
GameStop ha diffuso la cover ufficiale del videogioco basato su The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro.
Si sono svolte nei giorni scorsi a New York alcune riprese aggiuntive di The Amazing Spider-Man 2. Presenti sul set a Brooklyn, nei pressi di una linea ferroviaria abbandonata, il regista Marc Webb e gli attori Andrew Garfield ed Emma Stone.
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