Temperatura torrida e un sole esagerato, incongruo. Come uno schizzo di rabbia per l’estate finita, andata via, lontana. Un atto di ribellione inutile. Sudore. Sete. Un desiderio da affogare nella ragione e nel buon senso. Nell’autunno imprescindibile.
Nella piazza deserta e silenziosa incontro Piero. Accompagna lo sguardo con un gesto ampio della mano e la voce appesantita da un rancore stanco: “Questo presepe, guarda…questo presepe….sarei stato felice in qualsiasi altro posto. Sono stato felice solo quando sono andato via. Ma poi sono rimasto…qui…” dice sfumandosi nel ricordo di un’altra vita. Lontana. Come l’estate.
Il borgo intinto nel silenzio domenicale sembra ancor più piccolo, distaccato ed indifferente alla passione. È come una giovane annoiata seduta sulla porta, le labbra chiuse su un’ostinazione.
Scendo a valle dove c’è la Festa del Perdono di Terranuova, il mercato più grande del Valdarno, ho letto sul giornale: un giro economico senza pari…nel Valdarno. Si tiene una volta l’anno e ci vivono di rendita per un anno.
Ci vado perché mi sembra di fare un giro a Portaportese, il mercato romano che muove non so cosa, tutte le domeniche mattina. Ogni settimana dell’anno.
Qui c’è più porchetta e roba da mangiare ma niente usato. Dettagli. Invece somiglia davvero a Portaportese questo super-mercatone di paese. Tutto il mondo è paese. Mi sento un po’ a casa, indietro a casa mia.
Ripenso al borgo dalla bellezza fissa ed inconsapevole. Penso alla città, alla mia, alla sua bellezza prosperosa e sfacciata esibita come quella di una meretrice furba che se ne frega della tristezza tanto quanto della passione di chicchessia con altrettanta noncuranza della fanciulla ostinata che se ne sta seduta sulla porta della sua casa da presepe.
Potrei essere infelice ovunque. Tutto il mondo è un paese senza scampo ma Piero non mi crede, preferisce pensare di aver sbagliato qualcosa.
Ma che sbaglio è nascere Uomini?
Nel pomeriggio la montagna brontola e grugnisce sempre più forte; le monta una specie di rabbia che cozza contro quella del sole prepotente e irragionevole di oggi. Finché prendono a cadere bolle d’acqua pesanti come sassi, l’aria gela ma il sole resiste alle nuvole nere, le spinge con forza per non farle avanzare oltre i confini dei monti. Estate e autunno combattono fino a stremarsi a vicenda; contrariamente alle aspettative non compare nessun arcobaleno. Alla fine la temperatura cede al naturale corso degli eventi.
Il borgo, indifferente e distratto si cura di niente, né della tristezza né della passione soffocata tra le sue case da presepe.
Alla stessa ora, del mercato di Portaportese rimangono solo montagne di rifiuti e sporcizia, i resti della domenica gettati in terra tra le bucce d’arancia e scarti di cibo.
È quasi ora per le mandorle nuove. All’autunno voglio far incontrare un po’ d’estate nascondendo tra sbuffi di mandorle raggi di prugne. Se il cuore può essere triste ovunque e pur vero che la l’anima si risana solo se guarda più in alto. Più in alto del sole e della pioggia. Non le interessa né della polvere di città né dell’odore di paese, di fanciulle o meretrici. So che non può essere uno sbaglio nascere Uomini anche quando la vita sembra sbagliata. E purtroppo non esiste un posto magico dove è nascosta la felicità, agli Uomini tocca cercare dentro di sé.
Al mercato ho comprato una coperta di pile per quando farà ancor più freddo, stampi nuovi per dolci ancora da inventare ed una padella rossa per portare a casa un po’ d’allegria.
E poi ho acceso il forno e cercato gesti che conosco.
Nuvole di mandorle con segreto d’estate
Ingredienti per circa 70 pastine
250g di burro
60g di zucchero a velo
300g di farina
100g di farina di mandorle
Scorzetta di limone
1 tappo di limoncello
½ chilo di prugne
100g di zucchero
Granella di mandorle tostate
Lavorate il burro e lo zucchero a velo fino ad ottenere una spuma. Quindi unite il limoncello e la scorzetta di limone finemente battuta al coltello. Amalgamate, a poco a poco, la farina di mandorle ed infine la farina setacciata. Per un aroma più intenso frullate insieme alla farina di mandorle qualche mandorla amara.
Avvolgete nella pellicola e conservate in frigorifero.
Mettete le prugne lavate e tagliate a striscioline molto sottili in un padellino con lo zucchero e cuocete per una quindicina di minuti controllando che lo zucchero non caramelli. Spegnete in fuoco quando la composta si è addensata ed unite la granella di mandorle.
Formate delle palline con la pasta e farcitele con un cucchiaio di composta di prugne.
Infornate a 180° per circa 20 minuti o comunque fino a che le pastine non comincino a prendere colore.
Spolverate con zucchero a velo.