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La trama (con parole mie): Joe, una donna adulta vittima di un pestaggio, è ritrovata e soccorsa da Seligman, un vecchio pescatore di origini ebree che la conduce nella propria dimora, ripulendola e dandole un letto in cui recuperare dalle ferite. Costretta al riposo forzato e spinta dalla curiosità del suo nuovo confessore, Joe inizia il racconto della propria vita e del rapporto che ha avuto con il sesso fin dalla più tenera età, passando attraverso il legame con il padre, le prime scoperte e giochi adolescenziali, le "relazioni" adulte.E tra un parallelo con la pesca ed il passato che si mescola al presente, la donna finisce per definirsi ninfomane ed una persona assolutamente malvagia, mentre Seligman, dal canto suo, cerca di riportarla ad una misura più equilibrata nel giudizio.
Caro Lars,
devo ammetterlo. Sono decisamente deluso, da te.
Dopo avermi fatto incazzare a morte con quella merda di Antichrist e sfracellato i maroni con Melancholia, attendevo al varco e con ansia Nymphomaniac, fiducioso nel fatto che avrebbe provocato non solo una delle mie recensioni più divertenti in termini di bottigliate e stroncature decise, ma anche alimentato la rivalità con il mio ormai quasi ex nemico Cannibal Kid.
E invece tu che combini!?
Mi sfoderi un filmetto senza troppo carattere che non riesce a smuovermi e che addirittura presenta una storia tutto sommato credibile, neanche fossi tornato alla prima parte della tua carriera, che tra una stronzata da radical chic e l'altra - vogliamo parlare dell'addizione e del parallelo tra i colpi ed i numeri di Fibonacci? Ma che pensavi di fare, un Lost da letto? - ogni tanto riesce perfino ad avere qualche idea interessante - le reazioni degli uomini alla bugia sul primo orgasmo di Joe, per esempio -, e che, alla fine, mi è parso quasi innocuo, lontano dai tuoi fasti sia in termini di provocazioni e scandalo - fa più specie il riferimento all'antisionismo rispetto all'antisemitismo, che non il sesso, presentato in modo molto più esplicito e provocatorio in cose decisamente migliori di questa come L'impero dei sensi di Oshima o Shortbus - che di aggressione mentale al pubblico.
Certo, i radical chic come Peppa Kid o i colleghi de Gli spietati andranno tutti in brodo di giuggiole per questa epopea sessuale suddivisa in capitoli neanche fossimo in Barry Lyndon - che poi, sceneggiate a parte, ormai lo sai anche tu di non essere Kubrick! -, ma ormai io sono vaccinato alle tue robette, e avendo già affrontato un prodotto simile - Dancer in the dark, altro pippone dei tuoi più memorabili - mi sono onestamente quasi trovato a provare un pò di compassione, per te.
Sì, so che adori far credere di essere un duro, un cattivo - anzi, il più cattivo tra i cattivi -, e che ti crogioli nello stato di "persona non grata", ma quello che mi pare venga fuori da questa prima metà del tuo Nymphomaniac è il ritratto di una persona che con il sesso deve avere proprio un rapporto pessimo - sempre che un rapporto con il sesso l'abbia, ovviamente -, perchè più che ninfomania o scandalo, ricerca o patologia clinica, mi è parso di trovare solo una grande tristezza, nelle immagini che hai scelto di portare sullo schermo: al contrario, invece, io ho sempre - o quasi - pensato al sesso come una delle cose più divertenti, liberatorie, selvagge che possiamo concederci nella vita.
In questo senso, ho trovato decisamente più "nymphomaniac" il superfilmone dell'anno The Wolf of Wall Street che non il tuo sproloquio pseudo intellettuale infarcito di Freud, Bach e teoremi matematici: forse non era quello che volevi rappresentare, o sono io ad averlo percepito in questo modo, ma l'impressione è stata di una di quelle scopate in cui la lei di turno è ferma sotto di te rigida come uno stoccafisso, in attesa giusto che la cosa finisca, pronta, forse, a contare i colpi proprio come hai fatto anche tu.
Quello che mi aspettavo, invece, era un vero e proprio amplesso da urlo, una roba da buttare giù i muri e spaccare le molle del letto, tante le bottigliate che avrebbe causato, o la sorpresa per aver assistito al ritorno dell'Autore di Dogville, perso chissà dove nell'illusione di essere un nuovo Tarkovsky.
E invece, perfino i miei ormai noti colpi proibiti destinati alle delusioni finiscono quasi per essere smorzati, privi di entusiasmo, come anestetizzati da un mordente che è mancato, se non in paio di momenti - le analogie con la pesca, la musica d'apertura, il pompino in treno -.
Troppo poco, caro Lars.
Specialmente per te, che aspiri così tanto ad essere il primo della classe da diventare l'ultimo per protesta se quello non ti riesce.
Sappi, dunque, che se non dovessi cambiare marcia nella seconda parte della tua ambiziosa opera, quello che ti destinerò sarà un posto centrale, perso nell'anonimato di una qualsiasi classe.
E penso che per te sarebbe davvero una condanna.
MrFord
"S is for the simple need.
E is for the ecstasy.
X is just to mark the spot,
Because that's the one you really want."
Nickelback - "S. E. X." -
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