
Il tutto condito con divagazioni filosofiche, matematiche, mistiche e dettagli sulla tecnica della pesca alla mosca.
La recensione che vi state apprestando a leggere non è quella voluta dall'autore, anzi è stata tagliata in più parti.
Ahhhhh!!! ci avete creduto , eh?
La recensione che state leggendo è priva di censure e consigliata a un pubblico adulto.
Venire accolti nel film con un paio di minuti di schermo nero e il pensiero che comunque si sta per vedere la prima parte , mutilata, di un film originariamente unico però diviso in due uscite per motivi commerciali ...beh devo dire che non predispone molto bene.
Un po' ci pensano i Rammstein a mettermi di buon umore, sono sempre un bel sentire , un po' come accomodarsi in un salotto dove ti stanno aspettando dei vecchi amici casinisti e molto fuori di testa.

Però il nostro Lars è fubbbo, fubbbissimo e ha un fiuto da segugio di Sant'Uberto ( si dice che sia il cane con il naso migliore per ritrovare le tracce) per quanto riguarda il marketing.
Lui o chi per lui.
A scanso di equivoci io amo follemente Lars Von Trier , le sue fobie e quella che ritengo la sua genialità, il suo modo di fare cinema. Penso che sia un regista sempre e comunque oltre e che ad ogni uscita puntualmente rimarchi la distanza tra lui e il resto del panorama cinematografico.

Lars von Trier per me lo è da quando vidi al cinema Le onde del destino, un ricordo indelebile che mi ha fatto recuperare tutta la sua opera antecedente a quello e non mi ha fatto perdere praticamente nulla delle sue opere successive.
Nymphmaniac Volume 1 ( ma presumo che anche il Volume 2 sia su questa lunghezza d'onda) ricorda parecchio Le onde del destino: entrambi divisi in capitoli, entrambi film sull'amore e sulle sue declinazioni anche le più sgradevoli e poi i personaggi di Bess e Joe non sono poi così distanti.
Cercano amore , di dare e riceverlo, ma si scontrano con l'impossibilità di soddisfare questo loro desiderio. Se Bess lo fa per il marito paralizzato e per un senso di colpa mai sopito, Joe lo fa fondamentalmente per se stessa e cerca di compensare questa impossibilità ad amare ( e ad essere amata) con la quantità, con la stimolazione compulsiva dei propri istinti sessuali.

E' un film sull'ossessione principale della vita di Von Trier: l'amore e le patologie ad esso inerenti.
La ninfomania del resto è problema clinico che lui affronta prendendolo un po' alla larga.
Più scrivo e più mi accorgo che sto ciurlando nel manico: non ho la più pallida idea di cosa pensare e scrivere di un film monco , censurato a sangue e la cui seconda puntata la vedrò, forse tra 20 giorni.
Però mi ha attirato con una misteriosa forza centripeta che non è legata alle grazie della giovane Stacy Martin che si concede generosamente alla macchina da presa , mi ha attirato con le sue invenzioni grafiche che ravvivano un film fondamentalmente da camera ( da letto), con il suo sproloquiare di argomenti che erano sepolti in me da quando andavo al Liceo ( i numeri di Fibonacci , ma pensa te....) e con un finale , provvisorio che si ferma a quel Cantus Firmus , potente ed evocativo ma che viene troncato proprio sul più bello.

Del resto questo ultimo tango a Copenaghen si predispone molto bene.
E continuo a pensare che Lars Von Trier sia un gran burlone a cui piace giocare con i propri spettatori., ma soprattutto uno che sa magheggiare alla grande con il marketing.
Di questo film si parla dapperutto, dalle canoniche a sotto i caschi del parrucchiere e quindi questo è già un grandissimo successo.
La prima cosa che ho pensato quando Joe comincia a parlare della verginità come una zavorra di cui liberarsi è che il nostro Larsuccio si è voluto fare beffe di tutto quel cinema americano indie , quello legato alla formazione e all'idealizzazione del primo incontro d'amore. Lui lo risolve in un'officina, in modo squallido, tre botte da una parte e cinque dall'altra , in pochi secondi, altro che le menate sentimental/indie superchiacchierate e superpippose.
La gara sul treno: a parte che un treno come quello sarebbe il sogno di molti maschietti e a parte che Sophie Kennedy Clark sembra una copia sputata di Kirsten Dunst, la mente mi è tornata indietro a un vecchio film di Aldo Lado, L'ultimo treno della notte , in cui succedevano cose ben più tristi. Però l'aria anni '70 è la stessa.

Credo che alla fine di questo Nymphomaniac Volume 1 si parlerà per le motivazioni sbagliate ma anche questo è dovuto alla campagna virale di marketing che ha creato delle attese spasmodiche non giustificate.
Ecco allora che il cinema in cui vai a vederlo si trasforma in una congrega di vecchi porconi vestiti con cappellone a larghe tese, occhialoni scuri a mascherare la maggior parte del volto e uno spolverino coloro grigio topo.

Eppure si procede senza troppi intoppi,nonostante un argomento da far tremare le vene nei polsi, pur con un andatura sinusoidale tra momenti alti ( a me per esempio quei dieci minuti in cui è in scena Uma Thurman mi sono sembrati la parte migliore ) e altri un po' meno alti ma secondo me funzionali allo scopo del film che vuole colpire intenzionalmente sotto la cintura .
Si veda ad esempio la sequenza in cui lei, col padre morente nel letto d'ospedale, sente il bisogno impellente di farsi dare una ripassatina da un 'operaio, un risvolto di sceneggiatura che sembra estratto di peso da un film porno: " Lei lavora qui , tutto solo in queste brutte segrete nel sotterraneo dell'ospedale?" " Si, signora , proprio qui" " Ah che bello ! Allora scopiamo" nella tradizione gloriosa della Jenna Jameson di turno, una che la Joe del film se la mette nel taschino con tutti i record che ha battuto.
E già che ci stavamo il buon Lars ci poteva risparmiare la visione orrida del culone ignudo e peloso di Slater che è immerso nelle proprie deiezioni, vari baffetti di merda di cui avremmo volentieri fatto a meno.
Per concludere perchè qui parlo parlo e non sto dicendo niente: giudicare Nymphomaniac Volume 1 è pratica ai limiti dell'onanismo cerebrale perchè è un film monco, senza finale e per giunta anche censurato.
Il problema grosso è che a causa di una campagna di marketing superaggressiva e fondata su qualcosa che in realtà nel film non c'è ( non è un film oltre i limiti della pornografia), questa pellicola arriverà anche, ma forse soprattutto, alle persone sbagliate, gente che non ha la minima idea di chi cazzo sia Lars Von Trier ma che sa benissimo che cosa sia una ninfomane.
Che cosa si è disposti a fare per un pugnetto di euri in più....
( S.V./ 10 )
