Magazine Cinema
Trama: Seligman, acculturato signore ormai di una certa età, trova per strada Joe, una donna vittima di un misterioso incidente. La accoglie in casa sua e lei comincia a raccontargli i dettagli della sua vita da ninfomane…
Ho cominciato la visione di Nymphomaniac - Volume I aspettandomi le peggio cose. Ero certa che mi sarei addormentata, che avrei cominciato ad inveire contro le pretese del cinema autoriale, che come minimo non l’avrei capito e, pur di non parlarne sul blog ed evitare il rischio di venir tacciata di somma ignoranza, avrei fatto finta di non averlo nemmeno visto. Inaspettatamente, mi sono divertita parecchio durante la visione (non cominciate a pensare male...) e mi sono fatta delle grasse risate perché Nymphomaniac è essenzialmente uno di quei drammi grotteschi e paradossali che ultimamente rientrano molto nei miei gusti. Non c'è nulla di scandaloso, davvero: un film simile FORSE avrebbe potuto scatenare l'ira dei beghini un paio di decenni fa ma con quello che si sente in giro, tra Parioline e bunga bunga, la storia della ninfomane Joe fa quasi sorridere per l'ingenuità con cui viene messa in scena e, soprattutto, ascoltata dal povero Seligman/Papà Castoro/Grillo Parlante/ Stellan Skarsgard che, trovandosi davanti una Regina della Vulva in vena di autocommiserarsi ed ignorante come una capra, pensa bene di contestualizzare ogni suo racconto di "vita" associandovi riferimenti culturali o ittici, facili metafore che anche lo spettatore scemo potrà così capire: gli uomini come pesci che devono essere attirati nella rete, il delirium tremens di Edgar Allan Poe (vabbé…) accostato all’astinenza dovuta alla malattia del padre, la polifonia di Bach giusto per dare un tono all’incredibile voglia di copulare della protagonista e una sequenza di Fibonacci che ci sta sempre bene, mancava solo Dan Brown che seguiva tutte le indicazioni per trovare il tesoro nella patonza della Gainsbourg. La storia di Joe, che dovrebbe meritare tutta la nostra pietà in quanto malata di sesso e condannata ad una solitudine perpetua, diventa così una sequenza quasi ininterrotta di momenti (spero involontariamente) ridicoli, resi ancor più esilaranti da una presunzione di serietà gettata qui e là a sprazzi quasi come se il Von Trier sceneggiatore fosse indeciso tra il dare allo spettatore quello che si aspettava (pessimismo cosmico, ermetismo, voglia di vivere sotto i piedi, interamente riassunti nelle terribili immagini del padre morente) oppure percularlo senza pietà spiazzandolo completamente con questa storiella fintamente pruriginosa, talmente intrisa di moralismo e desiderio di espiazione da sembrare scritta da un'educanda.
Messa da parte quindi la fondamentale natura innocua della storia presa in esame, bisogna dire che Nymphomaniac tiene desta l'attenzione per un paio di motivi, al di là dell'esilarante cliffhanger imposto dai produttori che hanno deciso di spezzare quest'opera in due parti distinte (vedere per credere, Stallone non avrebbe potuto fare meglio, ci vuole del genio!). Innanzitutto, il Von Trier regista è sgamato all'inverosimile, tanto da piazzare subito all'inizio della pellicola una zamarrissima canzone dei Rammstein che mi ha messo istantaneamente nel giusto mood. Dopo questo colpo d'accelleratore le sequenze si alternano tra la staticità tipica della "scuola" Dogma, suggestioni Malickiane, divertenti didascalie pop alla Wes Anderson e strizzate d'occhio a Kubrick (ci mancava giusto la Sarabanda di Handel poi il quadro sarebbe stato completo...), in un guazzabuglio di stili accattivante e stimolante che rende il film, composto da episodi introdotti ognuno da un titolo e un'immagine evocativa, inaspettatamente piacevole. Gli attori ci mettono del loro, soprattutto i grandi nomi. Tolta la presenza costante di un grandissimo Stellan Skarsgard che si è fatto perdonare la ridicola partecipazione a Thor - The Dark World assumendo su di sé il non facile ruolo di confessore, tra gli altri interpreti "relegati" a mere comparse spicca una favolosa Uma Thurman protagonista dell'episodio più grottesco e convincente dell'intera pellicola, una sequenza molto simile a quelle più riuscite del meraviglioso Carnage. La giovane protagonista Stacy Martin, per quanto sia oggettivamente di una bruttezza rara (se fossi uomo non la copulerei nemmeno col membro di un altro, alla faccia della ninfomania...), è bravissima a portare interamente sulle proprie spalle (e non solo) uno dei ruoli più antipatici e difficili della storia del cinema, peccato però che abbiano deciso di affiancarle uno dei giovani attori più bolsi in circolazione: la faccia inespressiva di Shia LaBoeuf mi farebbe passare qualsiasi desiderio, ve lo garantisco, ma effettivamente per la parte che ha (un uomo forse ancora più mollo e odioso della protagonista) calza a pennello. Aspettando quindi il Volume 2, di cui parlerò già domani perché come ho detto il cliffhanger mi ha catturata e non potevo non sapere cosa sarebbe successo alla povera Joe, vi direi di andare tranquillamente al cinema a vedere Nymphomaniac - Volume 1 senza timore di addormentarvi o innervosirvi: questa volta Trier è stato magnanimo e meno "affilato" del solito, rischiate anche di divertirvi durante la visione o quando ve lo racconteranno gli amici, com'è successo a Toto che ha chiosato:
"Ma la polifonia prevede una simultaneità, altrimenti non è polifonia. Se vuole fare un paragone che se ne fotta 10 tutti insieme, ma non 10 in una giornata semplicemente uno dopo l'altro. Quella è monodia.
Avrei capito una gang bang..."
Capito, Lars? Eh. Un po' di precisione, diamine.
Di Stellan Skarsgård (Seligman), Christian Slater (il padre di Joe) e Uma Thurman (Mrs. H) ho già parlato ai rispettivi link.
Lars Von Trier (vero nome Lars Trier) è regista e sceneggiatore della pellicola. Danese, ha diretto film come Idioti, Dancer in the Dark, Dogville, Antichrist, Melancholia e alcuni episodi della serie Il regno. Anche attore, ha 58 anni.
Charlotte Gainsbourg (vero nome Charlotte Lucy Gainsbourg) interpreta Joe. Inglese, la ricordo per film come Jane Eyre, I miserabili, 21 grammi - Il peso dell'anima, Antichrist e Melancholia. Anche sceneggiatrice, ha 43 anni e quattro film in uscita.
Shia LaBeouf (vero nome Shia Saide LaBeouf) interpreta Jerome. Americano, lo ricordo per film come Scemo & più scemo - Iniziò così..., Charlie's Angels - Più che mai, Constantine, Disturbia, Transformers (e seguiti), Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo e Wall Street - Il denaro non dorme mai; inoltre, ha partecipato a serie come X-Files ed E.R. Medici in prima linea. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 28 anni e un film in uscita.
Connie Nielsen (vero nome Connie Inge-Lise Nielsen) interpreta la madre di Joe. Danese, ha partecipato a film come Vacanze di Natale '91, L'avvocato del Diavolo, Rushmore, Il gladiatore, One Hour Photo e The Hunted - La preda. Ha 49 anni e tre film in uscita.
A differenza di Liam Hemsworth, che ha rifiutato la parte di Jerome, pare che Shia LaBoeuf ne fosse così entusiasta che, per averla, ha mandato a Von Trier dei filmati dove faceva sesso con la fidanzata. Contento lui. Ma, d'altronde, con quell'espressione bolsa è stato effettivamente meglio puntare su altri pregi. Nulla di fatto anche per Nicole Kidman, che ha dovuto rinunciare al ruolo di Mrs. H per impegni pregressi. Nell'attesa che esca Nymphomaniac - Volume 2 a fine mese, se il primo capitolo vi fosse piaciuto recuperate anche il resto della filmografia VonTrierana perché credo nessun altro giri pellicole simili. ENJOY!
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