L'Allghoi Khorhoi visto dal pittore belga Pieter Dirkx
L’Allghoi Khorhoi è una creatura leggendaria che esisterebbe nel deserto del Gobi: è considerato un animale di interesse criptozoologico, i cui avvistamenti e resoconti sono oggetto di disputa. Viene descritto come un verme rosso brillante con corpo largo di lunghezza compresa tra 0.6 e 1,5 metri. In generale, gli scienziati tendono a escludere la possibilità che un tale criptide esista, sia perché sarebbe difficile la sua riproduzione, sia perché il clima inclemente e la scarsità di cibo renderebbero improbabile la sua sopravvivenza.
L’allghoi khorhoi è al centro di numerose leggende in Mongolia, come la sua capacità di sputare acido solforico che, una volta a contatto, ingiallisce e corrode tutto ciò che tocca, uccidendo anche gli esseri umani, e si ritiene che possa uccidere a distanza attraverso scariche elettriche. Sebbene gli abitanti del luogo ne parlino da molto tempo, l’Occidente ne è venuto a conoscenza per la prima volta attraverso il libro del 1926 del professor Roy Chapman Andrews, On the Trail of Ancient Man. Il paleontologo americano non era convinto dei racconti sul mostro che aveva sentito a una riunione di ufficiali mongoli: “Nessuno dei presenti aveva mai visto la creatura, ma tutti credevano fermamente nella sua esistenza e la descrivevano minuziosamente“.
L’esploratore ceco, Ivan Mackerle, lo ha così descritto basandosi su altri resoconti: “Verme a forma di salsiccia lungo oltre mezzo metro e spesso quanto un braccio umano, somigliante all’intestino di una mucca. La coda è corta come fosse stata tagliata, ma non acuminata. È difficile distinguere la testa dalla coda in quanto non ha occhi, narici o bocca visibili. È di colore rosso scuro, come quello del sangue o di un salame…“