E così, dopo i fascisti, i leghisti, i forzaitalioti e qualche PD che ci ha tolto perfino l'amicizia su Feisbuc (questo bel gruppo di “parassiti contro” la dovrebbe dire lunga sul nostro pensiero politico), iniziano ad arrivare gli insulti dei grillini. Tardivi, ce li aspettavamo prima, segno evidente che non siamo importanti anzi, contiamo come il due di coppe quando la briscola è bastoni. Però le nostre parole evidentemente pizzicano. I grillini non sopportano le critiche né qualche analisi che facciamo a modo nostro e allora ci danno del rimbambito, del mono-neurone, dello sparacazzate. E allora vediamole un po', queste cazzate. Gennaio 2012. Intervistato da un giornalista sullo ius soli, Grillo dice: “... questa è una questione priva di senso”. E si schiera apertamente contro. 30 aprile 2012. Di passaggio a Palermo per le elezioni amministrative, Grillo dice dal palco: “La mafia non ha mai strangolato un proprio cliente, la mafia prende il pizzo, il 10 per cento”. Grillo dimentica che la mafia non strangola i clienti ma i bambini come Giuseppe Di Matteo sì. Una brutta amnesia. 17 agosto 2013. Dal suo blog, Grillo appoggia apertamente il metodo Stamina, lo stesso che la Procura di Torino definirà una truffa rinviando a giudizio Davide Vannoni, il suo ideatore. 14 aprile 2014. Grillo usa la Shoah e il cancello simbolo di Auschwitz per attaccare Renzi e Napolitano. Non soddisfatto, parafrasa Primo Levi e si tira addosso le ire dell'intera comunità ebraica. I forzanovisti romani simpatizzanti del suo Movimento, sentitamente ringraziano. Il 26 aprile 2014, a Piombino, Grillo torna su uno dei suoi argomenti preferiti, la mafia, e dice che: “... il problema non è la mafia che non ha più una lira ma le banche”, magari vuole fare cappotto in Sicilia come Silvio, 61 a 0 e passa la paura. 15 maggio 2014. Dal palco del suo comizio a Pavia dice: “Berlusconi è impazzito per questo cane. Dudù deve essere assegnato alla vivisezione”. Apriti cielo, condanna urbi et orbi e pronta risposta su Twitter: “Sono da sempre contro la vivisezione. Sono molto affezionato al mio cane Delirio...”. Chissà cosa dirà lunedì da “Vespa il leccaculo”, come lo ha sempre chiamato salvo sfruttarlo ora per convincere i pensionati che non è Hiltler? Mah, ascolteremo attentamente. Però gli effetti devastanti di questa campagna elettorale, si fanno sentire dovunque. Colpiscono anche dove e chi non ti aspetteresti mai. Silvio, ad esempio, ha detto: “Bergoglio fa il Papa come lo avrei fatto io”. Ora, con tutti gli esempi di uomini celebri, probi e pii che poteva usare, ma come gli è venuto in mente di tirare fuori dal cilindro magico Papa Francesco? Allora è vero che Lui si sente un gradino appena sopra a Dio. Questa è una campagna elettorale strutturata su chi la spara più grossa. E anche Matteo ha deciso di adeguarsi non rispettando neppure una delle date che aveva pensato e dichiarato per l'attuazione delle riforme. “Ma che volete – ha detto il Sindaco – una settimana più, una settimana meno...”. Peccato che siano solo 20 anni che gli italiani aspettano.
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E così, dopo i fascisti, i leghisti, i forzaitalioti e qualche PD che ci ha tolto perfino l'amicizia su Feisbuc (questo bel gruppo di “parassiti contro” la dovrebbe dire lunga sul nostro pensiero politico), iniziano ad arrivare gli insulti dei grillini. Tardivi, ce li aspettavamo prima, segno evidente che non siamo importanti anzi, contiamo come il due di coppe quando la briscola è bastoni. Però le nostre parole evidentemente pizzicano. I grillini non sopportano le critiche né qualche analisi che facciamo a modo nostro e allora ci danno del rimbambito, del mono-neurone, dello sparacazzate. E allora vediamole un po', queste cazzate. Gennaio 2012. Intervistato da un giornalista sullo ius soli, Grillo dice: “... questa è una questione priva di senso”. E si schiera apertamente contro. 30 aprile 2012. Di passaggio a Palermo per le elezioni amministrative, Grillo dice dal palco: “La mafia non ha mai strangolato un proprio cliente, la mafia prende il pizzo, il 10 per cento”. Grillo dimentica che la mafia non strangola i clienti ma i bambini come Giuseppe Di Matteo sì. Una brutta amnesia. 17 agosto 2013. Dal suo blog, Grillo appoggia apertamente il metodo Stamina, lo stesso che la Procura di Torino definirà una truffa rinviando a giudizio Davide Vannoni, il suo ideatore. 14 aprile 2014. Grillo usa la Shoah e il cancello simbolo di Auschwitz per attaccare Renzi e Napolitano. Non soddisfatto, parafrasa Primo Levi e si tira addosso le ire dell'intera comunità ebraica. I forzanovisti romani simpatizzanti del suo Movimento, sentitamente ringraziano. Il 26 aprile 2014, a Piombino, Grillo torna su uno dei suoi argomenti preferiti, la mafia, e dice che: “... il problema non è la mafia che non ha più una lira ma le banche”, magari vuole fare cappotto in Sicilia come Silvio, 61 a 0 e passa la paura. 15 maggio 2014. Dal palco del suo comizio a Pavia dice: “Berlusconi è impazzito per questo cane. Dudù deve essere assegnato alla vivisezione”. Apriti cielo, condanna urbi et orbi e pronta risposta su Twitter: “Sono da sempre contro la vivisezione. Sono molto affezionato al mio cane Delirio...”. Chissà cosa dirà lunedì da “Vespa il leccaculo”, come lo ha sempre chiamato salvo sfruttarlo ora per convincere i pensionati che non è Hiltler? Mah, ascolteremo attentamente. Però gli effetti devastanti di questa campagna elettorale, si fanno sentire dovunque. Colpiscono anche dove e chi non ti aspetteresti mai. Silvio, ad esempio, ha detto: “Bergoglio fa il Papa come lo avrei fatto io”. Ora, con tutti gli esempi di uomini celebri, probi e pii che poteva usare, ma come gli è venuto in mente di tirare fuori dal cilindro magico Papa Francesco? Allora è vero che Lui si sente un gradino appena sopra a Dio. Questa è una campagna elettorale strutturata su chi la spara più grossa. E anche Matteo ha deciso di adeguarsi non rispettando neppure una delle date che aveva pensato e dichiarato per l'attuazione delle riforme. “Ma che volete – ha detto il Sindaco – una settimana più, una settimana meno...”. Peccato che siano solo 20 anni che gli italiani aspettano.
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