di Beniamino Franceschini
da Il Caffè Geopolitico, 26 marzo 2014
Durante il vertice dell’Aia, Obama avverte che, in caso di avanzata russa, la NATO è pronta a difendere l’Europa orientale, sebbene l’opzione militare non sia ancora nemmeno in ipotesi. A breve, però saranno elaborate nuove sanzioni contro Mosca, con l’obiettivo primario che resta individuare una soluzione diplomatica a quanto potrebbe essere un precedente rischioso all’interno delle nuove dinamiche mondiali.
OBAMA: «LA NATO PRONTA A INTERVENIRE» – A margine del vertice dell’Aia sulla sicurezza nucleare, Barack Obama ha alzato i toni contro la Russia, parlando apertamente della reazione occidentale che Mosca si troverebbe ad affrontare qualora proseguisse nei propri progetti in Europa orientale: «Sta alla Russia agire in modo responsabile, secondo le norme internazionali, altrimenti dovrà aspettarsi costi ulteriori». Il Presidente degli Stati Uniti ha riconosciuto che la presenza delle truppe russe a ridosso del confine con l’Ucraina sia «legalmente accettabile», ma al contempo ha avvertito che non ci sarà margine di tolleranza qualora Vladimir Putin minacciasse i Paesi membri della NATO: «Ogni alleato ha la rassicurazione sul pieno sostegno al concetto di difesa collettiva previsto dall’art. 5 del Patto Atlantico [principio della difesa collettiva, N.d.A.]». Obama ha confermato che l’Alleanza abbia già elaborato dei piani d’emergenza per l’Europa orientale, al fine di garantirne la sicurezza contro l’avanzata di Mosca, definita «una potenza regionale più isolata che ai tempi dell’Urss e costretta a usare i carri armati perché debole e priva di influenza». La responsabilità, in questo senso, sarebbe completamente di Putin, dalle cui scelte dipenderebbe in destino della Russia nella propria interezza. «Da parte nostra, – ha concluso il Presidente, – agiremo in difesa degli alleati, perché questa è la NATO: ci sono momenti nei quali l’azione militare può essere giustificata, ma ancora l’ipotesi non è sul tavolo».
NUOVE SANZIONI IN ARTRIVO – Nella stessa conferenza stampa, però, Obama ha annunciato anche lo studio di nuove sanzioni mirate contro rami energetici e finanziari della Russia, provvedimento in aggiunta all’esclusione di Mosca dal G8. «L’inasprimento delle misure condurrà certo a ripercussioni sull’economia globale, – ha ammesso il Presidente, – addirittura a devastazioni in alcuni settori industriali dei nostri sistemi, però gli USA e l’Unione europea sono fermi nella volontà di partecipare a questo processo, poiché la Russia sarà profondamente colpita». Il Primo Ministro olandese, Mark Rutte, ha comunque spiegato durante la stessa conferenza stampa che le sanzioni tenderanno a incidere soprattutto su Mosca e saranno elaborate al fine di limitare l’impatto sul Canada e sui Paesi europei.
IL RISCHIO DEL PRECEDENTE – Nelle parole del Presidente statunitense emerge tra le righe anche un invito a proseguire sulla via diplomatica. Da un lato, infatti, Obama ha definito l’Ucraina un ponte tra la Russia e l’Occidente, che, in caso di libera scelta, desidererebbe mantenere i rapporti positivi con Mosca, Bruxelles e Washington. Dall’altro lato, per gli USA, la Crimea «non è una minaccia per la sicurezza nazionale», quindi la risoluzione della vicenda non richiedere mezzi straordinari. La partita, tuttavia, è molto più complessa, poiché inerente alle dinamiche in fase di affermazione nel mondo contemporaneo. In particolare, Washington cerca di evitare che quanto accaduto in Crimea, con un referendum ritenuto illegale da ampia parte dell’opinione pubblica mondiale e in ambiguo rapporto di causazione con l’occupazione militare russa, possa costituire un precedente nel pieno di un’epoca di transizione, caratterizzata da nuovi nazionalismi e indipendentismi, nonché dall’ascesa di un Paese, la Cina, per il quale l’aspetto etnico-identitario è cruciale per il mantenimento dell’ordine interno.
Beniamino Franceschini
La versione originale dell’articolo può essere letta qui: Obama: «Guai alla Russia!»