Barack Obama si ricandida alla presidenza degli Stati Uniti, per le elezioni del 2012. Cari Mabastini siete contenti o non ve ne frega niente? Oppure, che ne so, vi viene voglia di dire mabasta? No perchè si parla già di cifre da capogiro: un miliardo di dollari per mettere su una campagna mediatica che faccia il lavaggio del cervello a tutti gli americani che hanno perso la fiducia nel finto profeta del cambiamento. Quante belle parole pronunciate al vento, quanti pochi i risultati davvero ottenuti. Le bugie elettorali, si sa, hanno le gambe corte. E così Guantanamo è ancora aperto, i soldati sono ancora in Afghanistan e in Iraq, la politica è sempre clientelare e sprecona, quindi cosa è cambiato? Il Nobel per la pace sulla fiducia è anche entrato in guerra contro la Libia, e vergognandosene come un ladro non ha nemmeno avuto il coraggio di dirlo al suo popolo subito, ha aspettato giorni. Ma dai! Per non parlare della sua debole posizione sulle politiche energetiche e di come ha gestito la vicenda BP, la piattaforma petrolifera infernale. Barack come tutti non vuole mollare la cadrega, la posizione da cui può giocare con il mondo. Ma il mondo si è stufato di essere burattinato. Nel 2010 ha preso una bacata allucinante alle amministrative, chissà come mai.I profeti in politica non esistono, quelli capaci di fare miracoli devono ancora nascere, quelli che pensano alla gente e non al proprio portafoglio sono una chimera. Il Cambiamento di Obama è stata una bufala colossale, ma chi un pochino si era interessato alla sua elezione lo aveva già capito. Posizioni inarrivabili, balle galattiche per impressionare una nazione al collasso. E adesso che al collasso c'è quasi tutto il mondo a cosa punta il Baraccone? Quali giostre spettacolari metterà in moto? Calcinculo o labirinto degli specchietti per le allodole? "It begins with us" è il nuovo motto elettorale: lo si può tradurre con tutto incomincia da noi. Sarà. Intanto mi domando quale premio Nobel vincerà quest'anno: vista la riforma sanitaria, che non avrà effetti reali prima di un decennio, direi quello per la medicina. Sulla fiducia, ovviamente.
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Barack Obama si ricandida alla presidenza degli Stati Uniti, per le elezioni del 2012. Cari Mabastini siete contenti o non ve ne frega niente? Oppure, che ne so, vi viene voglia di dire mabasta? No perchè si parla già di cifre da capogiro: un miliardo di dollari per mettere su una campagna mediatica che faccia il lavaggio del cervello a tutti gli americani che hanno perso la fiducia nel finto profeta del cambiamento. Quante belle parole pronunciate al vento, quanti pochi i risultati davvero ottenuti. Le bugie elettorali, si sa, hanno le gambe corte. E così Guantanamo è ancora aperto, i soldati sono ancora in Afghanistan e in Iraq, la politica è sempre clientelare e sprecona, quindi cosa è cambiato? Il Nobel per la pace sulla fiducia è anche entrato in guerra contro la Libia, e vergognandosene come un ladro non ha nemmeno avuto il coraggio di dirlo al suo popolo subito, ha aspettato giorni. Ma dai! Per non parlare della sua debole posizione sulle politiche energetiche e di come ha gestito la vicenda BP, la piattaforma petrolifera infernale. Barack come tutti non vuole mollare la cadrega, la posizione da cui può giocare con il mondo. Ma il mondo si è stufato di essere burattinato. Nel 2010 ha preso una bacata allucinante alle amministrative, chissà come mai.I profeti in politica non esistono, quelli capaci di fare miracoli devono ancora nascere, quelli che pensano alla gente e non al proprio portafoglio sono una chimera. Il Cambiamento di Obama è stata una bufala colossale, ma chi un pochino si era interessato alla sua elezione lo aveva già capito. Posizioni inarrivabili, balle galattiche per impressionare una nazione al collasso. E adesso che al collasso c'è quasi tutto il mondo a cosa punta il Baraccone? Quali giostre spettacolari metterà in moto? Calcinculo o labirinto degli specchietti per le allodole? "It begins with us" è il nuovo motto elettorale: lo si può tradurre con tutto incomincia da noi. Sarà. Intanto mi domando quale premio Nobel vincerà quest'anno: vista la riforma sanitaria, che non avrà effetti reali prima di un decennio, direi quello per la medicina. Sulla fiducia, ovviamente.
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