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Obama: svolta sul terrorismo e pressing su Guantanamo

Creato il 24 maggio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nell’attesissimo intervento alla National Defense University di Washington -dove parlando di Guantanamo è stato anche

Prigioniero a Guantanamo

Prigioniero a Guantanamo
Foto Patrick Thompson, US Navy

ripetutamente interrotto da una contestatrice- il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha aperto a quella che lui intende come una nuova fase nella politica interna degli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la difesa e l’atteggiamento nei confronti del mondo islamico.

“I nostri valori fondamentali sono stati spesso compromessi”, ammette il presidente, sottolineando come questo determini sempre più una reazione negativa nel mondo islamico: “L’America non è in guerra con l’Islam”, ha tenuto anche a specificare.
Discorso denso di frasi pesanti e importanti: “L’America è a un bivio”, dice ancora. La nuova strategia americana non si baserà più su attacchi massicci con i droni e sul trattamento discutibile nei confronti dei prigionieri sospettati o condannati per atti di terrorismo.

Il punto più controverso è senz’altro la questione di Guantanamo: il carcere di massima sicurezza al centro di polemiche internazionali per il trattamento ai limiti (e a volte anche oltre) dell’abuso dei diritti umani. Ben un centinaio di persone considerate terroristi di Al Quaeda è rinchiuso dentro Guantanamo, molti in attesa di giudizio. Per molti si tratta di una vergogna, soprattutto ora che alcuni prigionieri rischiano la vita per uno sciopero della fame che dura da settimane. “È un carcere che non avrebbe mai dovuto essere aperto e che”, afferma Obama puntando il dito sul Congresso, “avrebbe dovuto essere chiuso da tempo”. Il presidente annuncia quindi che sarà dato il via al trasferimento di alcuni prigionieri nei Paesi di origine (come lo Yemen).

Articolo di Silvio Carnassale.


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