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Obbligazioni in valuta, conviene correre dei rischi? E su quali valute investire?

Da Mrinvest

Obbligazioni in valuta, conviene correre dei rischi? E su quali valute investire?Diversamente dai tempi in cui l’Italia si “arrangiava” svalutando la lira, oggi la moneta “forte”, il supereuro, ha cambiato lo scenario rendendo molto difficile investire in obbligazioni in valute estere più deboli della nostra. In pratica, scommettere in valuta estera non garantisce una rivalutazione certa, tanto che, riuscire ad annullare il rischio di cambio, è diventato difficile anche per un esperto. L’investitore, in teoria, dovrebbe acquistare obbligazioni denominati nella valuta di cui si aspetta un apprezzamento e vendere obbligazioni in valuta di cui prevede la svalutazione. Più facile a dirsi che a farsi, visto che, in pratica, l’investimento in altre valute è tra i più complessi, e le variazioni dei tassi di cambio sono difficilmente prevedibili anche, come dicevamo, dagli esperti di mercato. E lo oscillazioni tra i tassi di cambio possono essere anche molto consistenti.
L’andamento dei tassi di cambio incide in due modi diversi sul rendimento finale dell’investimento. Da un lato

ci sono i pagamenti periodici delle cedole, che, anche se sono a tasso fisso, avranno di volta in volta valori diversi, a seconda del tasso cambio vigente nel momento del pagamento. Inutile quindi affrettarsi a vendere l’obbligazione se si considera temporaneo il deprezzamento della valuta in cui si è investito. Infatti le cedole successive potrebbero tornare a crescere. Dall’altro lato c’è il rimborso del capitale a scadenza dell’obbligazione. Se questa è vicina e ci si aspetta un peggioramento del tasso di cambio nei mesi successivi, è consigliabile vendere l’obbligazione prima della scadenza, anche ad un valore inferiore a quello nominale, ma pagato in una moneta non ancora svalutata. Se invece, si verifica una rivalutazione favorevole del tasso di cambio, il risultato finale sarà più che positivo. Per cui, oltre le cedole, l’investitore incasserà un capitale superiore a quello investito inizialmente.
Molti emittenti di obbligazioni scelgono in prevalenza di denominare i loro prestiti in euro, visto che l’area euro è un bacino d’utenza molto importante, dove sono presenti un numero elevato di banche e di investitori. Ma per raccogliere risparmio si rivolgono comunque ad altre valute, come il dollaro Usa e la sterlina inglese, seguite dallo yen giapponese, da zloty polacco, fiorino ungherese, nuova lira turca, rand sudafricano. Buona è anche l’attività per le monete del nord europeo, dell’emisfero australe, mentre salgono le emissioni di obbligazioni in valuta del sud America, in particolare in real del Brasile.
In definitiva, il nostro consiglio, visto il rischio di cambio che corrono le obbligazioni in valuta e la difficoltà di prevedere rivalutazioni di monete per poter investire al meglio, è quello di evitare di esporsi in questo senso, semplicemente non facendo investimenti in valute estere.
Se comunque si desidera fare una sana diversificazione, avendo disponibile un buon capitale, potrebbe essere redditizio, scegliendo strumenti a breve durata per evitare il rischio tassi, l’investimento in obbligazioni denominate in dollari americani o sterline inglesi. Per chi ama speculare, obbligazioni in nuova lira turca e rand sudafricano emesse da enti sovranazionali, come la Bei, per evitare almeno il rischio debitore.


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