Magazine I nostri amici animali
Fast food, cibo grasso, stress, poca attività fisica. Sono tutti fattori che contribuiscono a renderci grassi e mollicci. Perchè dovrebbe essere differente per i migliori amici dell'uomo, come cani e gatti? Uno studio svolto dalla University of Alabama sembra infatti mostrare come diversi mammiferi, dai ratti ai primati, stiano sperimentando aumenti di peso più elevati del normale, e talvolta inspiegabili.
L'obesità è un problema che consideriamo quasi esclusivamente umano. E' facile pensare alla popolazione americana, che è andata da un indice di massa corporea di 25 negli anni '60, a circa 28 nel 2002. Il Centers for Disease Control considera come sovrappeso una persona con indice di massa corporea compreso tra il 25 e il 29.9.
Ma le ricerche sull'obesità animale sono poco note, nonostante ci accorgiamo tutti che i nostri animali domestici, nel corso degli anni, hanno preso qualche chiletto.
L'oebesità animale sembra causata, solo in parte, da fattori legati alla vita al fianco dell'essere umano, ma rimangono alcora molti punti da chiarire. "Non possiamo spiegare i cambiamenti nel peso corporeo con il fatto che gli animali mangino più spesso al ristorante, o perchè fanno meno educazione fisica a scuola" spiega David Allison, a capo del team di ricerca. "Ci potrebbero essere altri fattori".
Allison si è accorto dell'obesità animale studianto i dati raccolti sulle bertucce del Wisconsin National Primate Research Center. Il peso medio delle scimmie ha iniziato a crescere nel corso degli anni, e sembrava mancare una spiegazione plausibile: la dieta era cambiata, ma secondo i calcoli del team di ricerca le scimmie avrebbero dovuto perdere peso, non aumentarlo.
Allison ha quindi deciso di andare più in profondità, analizzando i dati di oltre 20.000 animali provenienti da 12 differenti popolazioni e otto specie: macachi di laboratorio, scimpanzè, cercopitechi, bertucce, topi, cani e gatti domestici, e ratti.
Tutte le popolazioni hanno mostrato un aumento di peso a partire dalla seconda metà del XX° secolo.
Il cambiamento di peso varia da specie a specie, ma è spesso significativo. Per esempio, il corpo dei macachi è aumentato di peso del 7,7% ad ogni decade per i maschi, e del 7,9% per le femmine. I topi sono hanno totalizzato il 10,5% per i maschi e l'11,8% per le femmine.
Con le femmine di gatto i numeri sono ancora più impressionanti: 13,6% per decade, e 5,7% per i maschi. L'aumento di peso dei cani varia dal 2 al 3% per decade, mentre i ratti totalizzano 5,7% per i maschi, e 7,22% per le femmine.
Anche se non sembra sorprendente che gli animali domestici aumentino di peso anche a causa dei loro padroni, o che i ratti possano ingrassare nutrendosi della spazzatura ricca di grassi, l'aumento di peso degli animali da laboratorio è del tutto insolito.
Ci sono diverse teorie sul fenomeno: potrebbero esserci agenti patogeni di mezzo, come l'adenovirus 36, che sembra essere collegato all'obesità sia negli uomini che negli animali; oppure potrebbe trattarsi di composti che alterano gli ormoni, innescando i meccanismi dell'obesità.
Ma potrebbero intervenire anche altri fattori, che di solito associamo all'obesità umana e spesso non prendiamo in considerazione: aumento delle nuci lotturne e privazione del sonno sono alcuni degli elementi di disturbo dell'organismo umano che favoriscono l'obesità negli esseri umani, e forse anche negli animali.
Ma tutto rimane ancora nel campo della speculazione. "Se il numero di calorie che ingeriscono è lo stesso nel corso del tempo" spiega Jennifer Kuk, ricercatriche non coinvolta nella ricerca e che si dedica allo studio dell'obesità, "e c'è acquisto di peso, allora il modo in cui queste calorie sono gestite è di certo cambiato. Scoprire il perchè questa gestione delle calorie stia cambiando sarà importante per invertire il processo".
Obesity On the Rise in Animals
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