Magazine Società

Obiettivo PDL? 10%. I candidati alle primarie? Semplicemente IMPRESENTABILI

Creato il 20 novembre 2012 da Iljester

Obiettivo PDL? 10%. I candidati alle primarie? Semplicemente IMPRESENTABILILeggendo la lista dei candidati alle sedicenti primarie del PDL, mi devo ricredere. Pensavo che quelle del PD facessero ridere (e fanno ridere). Epperò, a quanto pare quelle del PDL fanno ancor più ridere: fanno sbellicare dalle risate. Evidentemente o non ci si vuole bene da quelle parti, oppure – cosa assai più probabile – lor signori vivono su un altro pianeta rispetto al nostro.

No, perché vedere fra i candidati, politici della “caratura” di Santanchè, (forse) Gelmini, Sgarbi, Marra, Alfano e Galan, trasmette un’impressione di forte disagio: pare che il PDL voglia… abbia la volontà di raggiungere il “ragguardevole” traguardo del 10% alle prossime elezioni. Oggi è al 15%. Continuando di questo passo, il 10% diventa un traguardo fattibile. E a tutto vantaggio del PD, che sale nei sondaggi e nei consensi, pur sbandierando ai quattro venti il nulla programmatico infarcito di ideologia post-sessantottina. Secondo il recente sondaggio di Mentana (La7), il partito scatolone ex-PCI, amministrato allegramente da Bersani, è quasi al 30%. Roba bulgara.

Obiettivo PDL? 10%. I candidati alle primarie? Semplicemente IMPRESENTABILI

Ciononostante, nel PDL si continua a giocare a tressette, anzi a scopone e neanche tanto scientifico. Sembra ci sia tutto il tempo di questo mondo nell’attuare l’ormai inutile tentativo di recuperare il proprio elettorato deluso, peraltro in un modo assai maldestro: ripresentando alle primarie i bolliti del berlusconismo, e senza il berlusconismo (il che è paradossalmente peggio). Gente (salvo qualcuno, come la Meloni) che non rappresenta neanche di striscio i valori della destra, quanto e più di come non li rappresenti oggi Fini. Qui siamo solo allo show delle starlette (o ex tali) televisive, dei predicatori catodici o della rete, di gente che non esprime certo i sommi valori di Dio, Patria e Famiglia, ai quali aggiungo trasparenza, onestà, carisma e amore per l’Italia. Un po’ perché gli esempi di vita sono quelli che sono, e un po’ perché per tutelare e difendere certi valori, è necessario prima di tutto credere in essi. E sinceramente, in questi candidati, non vedo nulla che mi induca a credere che abbiano questi valori e queste convinzioni. Se non a parole, naturalmente.

La questione del PDL è in verità molto semplice: non esiste. L’ho scritto e riscritto, e lo ribadisco ancora una volta. Non esiste un partito di nome PDL, se non sulla carta e con il collante berlusconiano, il quale – diciamocela tutta – si è seccato e non esiste più, se non in forma residuale. Il Cavaliere si è sottratto a questo partito, e chi è rimasto cerca solo di sopravvivere al meglio e di garantirsi la poltrona nella prossima legislatura, più o meno in posizione privilegiata, più o meno da leader di una minoranza di sbandati, residuati bellici, reduci e nostalgici ai quali del popolo che dovrebbero rappresentare non interessa nulla. Anche perché gli fosse interessato, sicuramente non avremmo avuto 12 mesi di governo “tecnico”.

Un anno di sofferenza, soprattutto per il ceto produttivo, che nel 2008 aveva riposto tutte le sue speranze di riscatto nel centrodestra (PDL+Lega) e che dal centrodestra è stato tradito proprio con il sostegno al Governo dei professori. Oggi più di ieri sono convinto che il PDL avrebbe dovuto far cadere il Governo dei banchieri un anno fa. Saremmo andati a votare, avrebbe vinto la sinistra, ma non con la maggioranza bulgara che rischia di ottenere adesso nel 2013, grazie ai pasticci di Alfano, alla scarsa caratura sua (eh sì, mi devo ricredere!) e di quelli che gli stanno intorno o come avversari o come sostenitori.

Link Sponsorizzati

E adesso spuntano le ridicole primarie, nel maldestro tentativo di recuperare un consenso perso a causa di ben altri problemi. Ed è questo il punto che non vogliono (o fanno finta di non) capire gli (ex?) berlusconiani. Non sono le “taumaturgiche” primarie che fanno il partito e ne risolvono i problemi, ma è il partito che fa le primarie. E il partito – sappiamo – è costituito dal popolo che si riconosce nei suoi ideali. E gli ideali sono il motore del partito, il suo cuore, la sua essenza. Ma se questi mancano, è inutile fare le primarie, perché manca il partito. Non esiste. È solo una finzione sociale e mediatica, incarnata da quelle due o tre primedonne che non rappresentano altri che se stessi e chi ancora ha il coraggio di votarli. Ma non certo tutto il popolo di centrodestra, orfano, di un grande partito di destra, liberale, onesto, e soprattutto a cui è caro l’identità del popolo italiano e la difesa della sua cultura e del suo benessere sociale ed economico.

Dunque mi pare francamente inutile trastullarsi con il giochetto ipocrita delle primarie. Lasciamole al PD, che viene votato dai suoi elettori a prescindere dal programma, dalla caratura dei suoi esponenti e dalle politiche che propone. L’Italia con i compagnucci al Governo potrà anche affondare, ma i sinistri li voteranno sempre e comunque (primarie o meno), perché a sinistra, gli elettori si muovono in massa, in un binario ideologico acritico e privo di un reale costrutto democratico di fondo. A destra, complice la consapevolezza che la libertà, l’identità, i valori di lealtà, onore, patria e famiglia sono ideali fondantamentali, irrinunciabili, la questione è più critica e problematica. Gli autentici elettori di destra non votano con i paraocchi, non votano a prescindere e non votano chi li ha delusi e chi tuttora tenta di prenderli in giro tramite una parvenza di democratica partecipazione volta per lo più a gettare fumo negli occhi.

Forse il PDL e chi lo rappresenta, prima di fare le primarie, e affinché queste risultassero un serio tentativo di coinvolgere il popolo in una scelta così importante, avrebbe dovuto rinnovare l’intera classe dirigente, istituire nuove regole, fare un congresso, stabilire uno statuto dei valori, espellere indagati, imputati, affaristi e chiunque altro si fosse rivelato incompatibile con il bagaglio di valori propri della destra, e avrebbe dovuto non appoggiare il Governo Monti, che nel novembre 2011 avrebbe dovuto diventare una responsabilità esclusiva di Napolitano e della sinistra, ivi compresi UDC e FLI.  In altre parole, prima di giocare a fare gli americani, quelli del PDL avrebbero dovuto mettere al centro della propria attenzione il popolo italiano. Cosa che non hanno fatto e che continuano a non fare!


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :