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Oblivion è un ritorno in grande stile alla fantascienza postapocalittica, abbastanza retrò come concezione ma con soluzioni visive intriganti che permettono di non annoiarsi troppo.
Il problema, diciamolo subito, è che alla fine del film ti ritrovi a pensare con insistenza che quello che hai appena visto è una sorta di collage di tanti altri film di fantascienza incontrati in un lungo percorso cinefilo.
E allora si comincia a valutare da un'altra prospettiva il lavoro di Joseph Kosinski che aveva stupito in positivo parecchi ( non me ) con la sua reinterpretazione di un piccolo cult sci fi come Tron : cominci a ritenerlo un ottimo assemblatore di suggestioni altrui a cui sfugge la visionarietà del grande regista.
Oblivion visivamente offre molto allo spettatore ma raschiando sotto la superficie c'è veramente poco, c'è soprattutto un campionario di citazioni più o meno manifeste prese da altro glorioso cinema di fantascienza: c'è un costante incombere di una pellicola come Il pianeta delle scimmie con quelle vestigia di un passato difficile da ricollocare in una memoria che non c'è più, c'è Moon di Duncan "non chiamatemi più il figlio di David Bowie" che non è una semplice influenza ma una vera e proprio scimmia attaccata sulla schiena di Oblivion, ammesso che abbia una schiena,, c'è la battaglia tra astronavi e droni alla Star Wars, ci sono gli scenari postapocalittici alla Codice Genesi ( e c'è pure un Morgan Freeman che sembra la versione vecchia del personaggio recitato da Denzelone Washington in quel film) , c'è un protagonista che è una specie di WALL-E dalla fattezze umane, c'è quella casetta in riva al lago che ricorda tanto la dacia rifugio di Kelvin in quel capolavoro incontrastato della sci fi che risponde al nome di Solaris di Tarkovskji e così via ...può essere anche un giochino divertente per il cinefilo riuscire a scoprire tutti gli influssi astrali e filmici che convergono come una tempesta perfetta sul cielo grigiastro di Oblivion.
Il film di Kosinski può anche essere letto come un monumento all'ego spropositato di Mr Cruise che è presente praticamente in ogni scena annullando anche il concetto di coprotagonista o antagonista: c'è solo lui, non c'è spazio per nessun altro e gente come Freeman , che ha pure un nome di un certo peso, è relegata a mo' di cameo di lusso.
Comunque su tutte queste cosette il fan puro e crudo della sci fi sarebbe anche disposto a soprassedere: in fondo anche solo la visualizzazione di un mondo altro è qualcosa di cui prendere nota e sarebbe così se non ci fosse il solito vizio del cinema americano ( ricordare il manuale hollywoodiano del perfetto blockbuster: il protagonista non deve morire mai, ci deve essere la storia d'ammmmore a tutti i costi e il finale deve essere il più lieto possibile) di inserire per forza il sentimento strappalacrime e un finale che debba per forza essere rivolto verso l'ottimismo, anche di rimbalzo.
Ecco, la deriva sentimentale rende polpettonesco un film che altrove mostra anche qualche pregio e quel finale ostinatamente tutto rose e fiori è veramente indigeribile.
Avrà fatto incassare qualche dollaro in più ma di fatto relega Oblivion nel panorama affollato delle occasioni sprecate.
Poteva essere intrattenimento intelligente e invece è il solito filmetto con appiccicata la consueta , lacrimevole, stomachevole love story, blockbusterino hollywoodiano fin dentro il midollo che non si accontenta della sua medietà ma vuole qualcosa di più.
Ed è proprio questa sua ambizione che lo fa precipitare dritto dritto nel dimenticatoio.....e mi si scusi la battuta del tutto involontaria.
( VOTO : 5,5 / 10 )
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