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Creato il 20 novembre 2013 da Marcopress @gabbianone

Se ne faranno una ragione Renzi e Crozza, Napolitano e Cancellieri. Per un mese non li cagherà nessuno. Un mondiale meraviglioso, contiamo i giorni, sarà per le epoche. Ieri sera, antipasto, sono state due partite (quelle in tivvù) meravigliose, totali, fútbol.
La sconfitta di Ibra alimenterà la leggenda del giocatore non decisivo. Follie. E ignoranza: chi lo sostiene avrà confuso ieri la Svezia (questa Svezia, la peggiore a memoria di neve) con il Brasile. I’m Zlatan l’ha tenuta in vita, le ha dato la palla dell’1-0, omericamente sprecata, le ha regalato un sogno lungo 5 minuti, già un miracolo.
L’odiato Cr7 è oggi il più forte al mondo, banalità, ma non necessariamente meritevole del Pallone d’oro, vicenda inutile se non per chattarne al bar Sport. Può toccare allo sfregiato, pure ieri importante, oscurato solo da un gigante, Pogba, già oggi miglior centrocampista al mondo. Fatelo giocare venti metri più avanti, mannaggia.
Di là, Skyland, c’era la Francia. Rimonta folgorante, Ucraina rintanata come nel peggior calcio nostrano, Valbuena un diavolo, giusto così. L’Equipe si è esibita in una divertente retromarcia: giornalismo del più classico, non solo in politica. Ci fosse anche in Italia un Sakhomanni, oro per tutti. E invece dobbiamo sopportare Balotelli, robedamatti. Ne facessimo saggiamente a meno, sorteggio ed Eupalla permettendo, saremmo almeno da quarti di finale, il resto è flipper.
Un mese, che bellezza. Tutti dentro: prima palline, poi inni. Brasile e Argentina, Italia e Uruguay, Francia e Spagna, Inghilterra e Olanda. E Giappone, Russia, Stati Uniti, l’Africa. Vince una delle prime otto, io sto con Messi. In Brasile. Il massimo dei massimi.



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