Com’era prevedibile, sulla giornata “d’indignazione” romana si sono lanciati come sciacalli giornalisti inservienti e politici servitori, per deprecare le violenze ed invocare giustizia contro i criminali che volevano uccidere. Ai trogloditi isolati di terra che agitano le clave nel vuoto politico spaccando teste e vetrine si contrappongono le tribù organizzate dell’aria che sganciano bombe dal cielo sterminando i popoli. La sproporzione è immane ma grazie a “Er pelliccia” e ai suoi pellicciotti travestiti da contestatori, i quali degli estintori fanno un uso non proprio ortodosso, si spegne in anticipo qualsiasi ragione della protesta (labile in partenza) e si accendono i riflettori sui cassonetti incendiati e sui marciapiedi divelti, a maggior profitto della manipolazione mediatica e dello splatter televisivo. Qualche quotidiano si è persino impegnato a scovare i colpevoli pubblicando on line le foto dei facinorosi, invitando i lettori alla delazione e al riconoscimento dei balordi vestiti di nero ma svestiti di senso. La solita mania italiana di aizzare gli spioni che viene biasimata dai pennivendoli, conservatori e liberali, se utilizzata per scovare gli evasori ma encomiata per sbattere in galera chi aggiunge disordine al disordine generale. Su Facebook gli ululati di rabbia dei ragazzi per bene erano pari solo a quelli degli scalmanati che, striscioni e bastoni alla mano, preferiscono il rave party al golf club, i peggiori bar di Caracas agli american bar, i casini di massa ai casinò delle località esclusive. Questioni di gusti sociali lungo uno stesso crinale di stupidità. E così tra un “fuciliamo tutti i black bloc” ed uno “sbattiamo in galera i comunisti” spunta fuori che Er Pelliccia amava più Hitler che Stalin ma preferiva le droghe all’olio di ricino, non sapendo ancora bene a quale allucinazione votarsi. Per non dire dei sermoni sulla necessità di rifuggire una società fondata sulla violenza fattici sorbire dai soliti accaniti malfattori che sparano a casaccio sugli Stati occidentalmente scorretti ma si commuovono per le vessazioni contro gli animali impotenti. Costoro non resistono al richiamo della sottomissione soprattutto quando a zufolare sul sedere sono gli Usa e la Nato, l’Europa e l’Onu. Lorsignori credono che il pulpito scagioni dall’incompetenza e liberi dal male per cui anche se Pinco di notte va a puttane di giorno diventa Pallino del giornale e può discettare di pubblica morale, se Tizio si fa acquistare la casa da un suo sodale, entrando a Montecitorio diventa Caio parlamentare e può far leggi per obbligare gli altri a pagare quello che lui non vuol versare fino al prossimo condono tombale. Con questi comuni mascalzoni riempiamo le istituzioni, con Calpurnio voltagabbana, Melvio bandieruola, Filano predone e Tal dei Tali tale è quale a tutti gli altri impostori. La violenza è una cosa seria, fa parte del mondo ed è l’unica via per costringere gli usurpatori a sloggiare dai posti che occupano, a tradimento e per tradimento, danneggiando la nazione. Ridurre l’ira e la frustrazione agli assalti alle camionette è una insulsaggine soprattutto laddove, con l’aria che tira anche tra le forze dell’ordine, prima o poi i blindati circonderanno il Palazzo. Occorre capire che in questo momento nessun movimento e nessuna manifestazione che non siano in grado di coniugare tutela degli interessi sovrani, difesa delle nostre imprese di punta e situazione di crisi sociale avrà mai uno sbocco positivo. Chi oggi va in piazza sotto le bandiere delle vecchie ideologie fa il gioco di una classe dirigente venduta e corrotta che tornando alla divisioni degli anni di piombo vuole mettere una palla dello stesso materiale allo Stivale per farlo sprofondare. Aprite gli occhi e chiudete la bocca divenuta una fogna di slogan dall’oltretomba, ma, soprattutto, tenete le mani a posto che tanto non sapete dove menarle per fare davvero male al potere ferale che all’Italia vuol preparare il funerale.
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