Da oggi voglio proporre una nuova rubrica. Non avrà né periodicità, né temi precisi, né tanto meno limiti su argomenti da trattare. L'unica linea comune dei post appartenenti a questa nuova categoria, sarà esclusivamente la riflessione in musica, in video, in film, in libri, in disegni, in parole e in generale in qualsiasi forma di arte che scateni e provochi un fastidio, una domanda o semplicemente un pensiero che esuli da quelli comuni che vengono ingabbiati e che sono imposti ogni giorno dai cliché e dalla routine delle nostre vite.
L'obiettivo principale di questa rubrica non è certo imporre temi e concetti, ma semplicemente accendere delle lampadine nelle teste di chi legge che, chi vuole, poi può autonomamente cogliere, approfondire e accendere nuovamente.
Ho deciso di chiamare questa nuova rubrica "Occhi aperti" poiché questi input dati senza alcuno scopo specifico e ordine prefissato ovviamente su temi non convenzionali trattati dalla società dello spettacolo dei mass media, potrebbero aprire gli occhi a qualcuno o dare spunti interessanti per approfondire ed esaminare più a fondo temi già conosciuti in parte o addirittura sconosciuti e apparentemente estranei alla propria vita, piuttosto che essere fonte e origine per pensieri che hanno bisogno spesso di micce per essere accesi.
Ogni forma d'arte pubblicata non verrà volontariamente né spiegata, né approfondita dal sottoscritto, proprio in virtù del fatto di voler dare solo un segnale. Se lo volete, sta a voi coglierlo.
Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari. Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari. Non siete Stato voi che siete uomini di polso forse perché circondati da una manica di idioti. Non siete Stato voi che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti. Non siete Stato voi né il vostro parlamento di idolatri pronti a tutto per ricevere un'udienza. Non siete Stato voi che comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza. Non siete Stato voi che stringete tra le dita il rosario dei sondaggi sperando che vi rinfranchi. Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati andando nei salotti a fare i saltimbanchi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi. Non siete Stato voi, uomini boia con la divisa che ammazzate di percosse i detenuti. Non siete Stato voi con gli anfibi sulle facce disarmate prese a calci come sacchi di rifiuti. Non siete Stato voi che mandate i vostri figli al fronte come una carogna da una iena che la spolpa. Non siete Stato voi che rimboccate le bandiere sulle bare per addormentare ogni senso di colpa. Non siete Stato voi maledetti forcaioli impreparati, sempre in cerca di un nemico per la lotta. Non siete Stato voi che brucereste come streghe gli immigrati salvo venerare quello nella grotta. Non siete Stato voi col busto del duce sugli scrittoi e la costituzione sotto i piedi. Non siete Stato voi che meritereste d'essere estirpati come la malerba dalle vostre sedi. Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi. Non siete Stato voi che brindate con il sangue di chi tenta di far luce sulle vostre vite oscure. Non siete Stato voi che vorreste dare voce a quotidiani di partito muti come sepolture. Non siete Stato voi che fate leggi su misura come un paio di mutande a seconda dei genitali. Non siete Stato voi che trattate chi vi critica come un randagio a cui tagliare le corde vocali. Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati, siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate pio e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio: "Non sono stato io".
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