Sebastiano e Michele avevano avuto la fortuna di vivere questa Amicizia. Inseparabili dall’età di tredici anni, avevano condiviso ogni momento della loro vita fino a quando Michele, dopo una tragedia familiare, era scomparso. A Sebastiano era rimasta solo una foto, dono della signora Mirella, mamma di Michele, che ritraeva il figlio in un parco giochi, seduto a cavalcioni su uno scivolo. Sconosciuto il luogo di quello scatto fino a quando, a dieci anni di distanza da quella scomparsa, accadrà qualcosa che cambierà per sempre il destino dei due amici. Una telefonata improvvisa scuote la vita tranquilla di Sebastiano Schiappacasse, giornalista sportivo e lo riporta sulle tracce di Michele Monari, famoso giornalista e autore di un bestseller. Comincia così l’ultimo romanzo di Roberto Perrone, Occhi negli occhi (Mondadori, pagg. 312): il vicedirettore del famoso giornale milanese presso cui Sebastiano lavora lo informa che c’è stato un incendio in una scuola elementare in Australia, un eroe sconosciuto ha salvato 22 bambini e quell’eroe è proprio Michele. Sebastiano deve partire subito come inviato per indagare su quella vicenda e, pur non volendo, si ritrova su un volo intercontinentale diretto a Geraldton, nel Western Australia. Lo attendono le spiagge paradisiache di Monkey Mia, Sydney, Hobart. Un viaggio catartico, che richiederà a Sebastiano molto coraggio, lo costringerà a fare i conti con il suo passato, tra i pericoli – sarà costretto a sparare per difendersi da due aggressori – e le dolcezze dell’amore per la giovane Carol. Nonostante una grossa bugia - «mai rovinare una bella storia con la verità» è l’insegnamento che Sebastiano aveva imparato dall’editorialista Sam Silverman - lo scivolo della foto sarà protagonista dell’“anagnorisis” e i due amici saranno di nuovo «occhi negli occhi». Questa volta, però, sarà diverso e Sebastiano dimostrerà di conoscere l’amico come nessuno: «Si sente in trappola e vuole divincolarsi da un legame troppo forte. Deve scappare, ma con l’aiuto di qualcuno. Con il mio, la sua spalla più vecchia, più esperta e più fidata per questo genere di situazioni. Quella che lui chiama “trappola” è la vita, la gente, una ragazza che ti prepara la limonata e va a fare la spesa. Tasse, bollette, constatazioni amichevoli, insulti al volante, funzionari scortesi, multe per divieto di sosta, colleghi maligni, malattie, disastri. Una figlia che cresce con le sue esigenze e con le tue apprensioni. Pensieri. Michele non vuole avere pensieri. Lo capisco, perché sono come lui».
Ancora un giornalista protagonista, come l’indimenticabile Giacinto Mortola, il cronista sportivo prossimo alla pensione, protagonista de La lunga (Garzanti, 2007). Ancora una bella storia, raccontata con la delicatezza e la simpatia propria di Perrone, che ritrae “persone” e non “personaggi”, senza sovrastrutture, che il lettore non dimentica facilmente.