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“Occhio” al cittadino

Creato il 21 luglio 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Combattere la corruzione con gli open data e un “monitoraggio” dal basso

In base ai dati del Corruption Perceptions Index del 2013 pubblicati da Transparency International, l’Italia si trova al 69° posto (su 177 Paesi considerati) per livello di corruzione, a pari merito con Romania e Kuwait.

La notizia positiva è che il margine di miglioramento è decisamente ampio, e che una politica di apertura si sta finalmente facendo avanti, sia in ambito istituzionale sia civico. Per promuovere una maggiore trasparenza, il dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica del ministero dello Sviluppo economico ha dato vita al portale Open coesione, su cui sono pubblicate tutte le informazioni (tempistica, stato dei finanziamenti, territori interessati eccetera) relative ai progetti regionali e statali finanziati dai fondi europei per un totale di quasi 100 miliardi di euro.

Usufruendo di questi dati, alcuni cittadini volenterosi hanno creato Monithon, “maratona di monitoraggio civico delle politiche pubbliche in Italia”, una iniziativa nata per mappare tutti i progetti e raccoglierli in maniera sistematica, e non solo: chi, tra associazioni e privati cittadini, vuole rendersi utile, può diventare un “monither” con il compito di osservare e documentare lo svolgimento dei lavori. Così sono nate le comunità locali, da Monithon Calabria a Monithon Piemonte, che si occupano proprio di questo.

Un sistema “dal basso” – nato in seno alla rete Spaghetti open data, formata da cittadini che hanno a cuore la libera circolazione dei dati – che si è rapidamente esteso anche ad altri ambiti: in collaborazione con Libera e Open Pompei, Monithon ha promosso la mappatura e il monitoraggio dei beni confiscati alle mafie, e da ciò è nato il portale Confiscati Bene, che mette a disposizione i dati relativi alla localizzazione e alla destinazione di tutti i beni confiscati alla criminalità organizzata.

Sulla stessa linea si muovono altre iniziative di fruizione degli open data, come quelle dell’associazione Openpolis, tra cui Open Parlamento (“informati, monitora e intervieni nei lavori del Parlamento”), Open municipio, Open bilanci, per controllare le spese e le attività dei vari municipi, e Voi siete qui, che misura le “distanze” tra le liste elettorali confrontando i principali punti programmatici. Open ricostruzione di Action Aid si occupa invece di monitorare le imprese che hanno ricevuto i fondi europei per la ricostruzione postsismica in Emilia.

Tutti progetti che, pur prendendo le mosse dalla decisione del Governo e dei vari centri amministrativi di pubblicare i dati per renderli accessibili a chiunque, sono totalmente indipendenti dalle istituzioni e rappresentano una vera e propria azione dal basso che si svolge sul territorio da e per i cittadini.

Questa politica di trasparenza (ricordiamo inoltre la recente decisione del Governo di pubblicare i rendiconti delle spese dei gruppi parlamentari), unita alla coscienza e alla volontà civica, sta ricevendo consensi anche a livello internazionale: la Commissione europea ha incaricato il Rissc – Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità – di sviluppare il progetto Tacod sull’uso degli open data nella lotta alla corruzione, e Monithon e Open coesione sono candidati come “best practice” agli Open Government Awards del 2014 che hanno per tema la partecipazione civica.

Una direzione interessante, in cui il “pressing” dei cittadini sembra essere fondamentale, visto che a livello istituzionale la strada da percorrere è ancora lunga: lo rivela il fatto che l’Autorità nazionale anti-corruzione, che controlla gli obblighi di pubblicazione da parte di ministeri, comuni e Asl, ha finora ricevuto dati incompleti ed è stata costretta a risollecitare gli enti interessati.

Marco Cecchini


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