Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità la sola obesità dei bambini in Italia è al 36% di molto superiore alla media europea, ed è in continua crescita; Nella sola regione Campania 1 bambino su 2 è obeso.
Ciò comporta tutta una serie di patologie, già a partire dall’età scolare, che vanno dall’insulino-resistenza al diabete mellito di tipo II, all’ipertensione e così via. Nel Dicembre del 2012 la British Dietetic Association, (Associazione britannica degli operatori della nutrizione clinica e della dietetica) ha stilato una classifica delle cinque peggiori diete che dovrebbero essere evitate, con le relative caratteristiche che vi riporto in sintesi di seguito.
DIETA DUKAN: Regime iperproteico messo a punto dal medico francese “zero carboidrati, solo proteine”.
DIETA NUTRIZIONALE ENTERALE CHETOGENA: Conosciuta anche come “dieta del sondino”, dove si assumono soltanto cibi liquidi attraverso una sonda che dal naso arriva direttamente nello stomaco. È composta principalmente da aminoacidi, sali minerali e acqua; è richiesta integrazione con vitamine e lassativi (totale 800 Kcalorie/die)
PARTY GIRL IV DRIP DIET: Viene iniettato un cocktail di vitamine del gruppo B, vitamina C, magnesio e calcio per via endovenosa.
DRUNKOREXIA DIET – ALCOREXIA: “Dieta dell’alcool”. Dieta liquida prevalentemente di soli alcolici, che se assunti anche in quantità modeste smorzano la fame e consentono l’assunzione di una dose ristretta di alimenti.
SIX WEEKS TO OMG (Oh My God) Diet: letteralmente «sei settimane di inferno» basata su esercizio fisico mattutino, seguito da una tazza di caffè nero e un bagno gelato per bruciare i grassi, una colazione effettuata non prima delle 10 del mattino, senza frutta e sostanzialmente a base di proteine.
Come si può osservare, spesso viene proposto solo del gossip dietetico, chiacchiericcio senza fondamento scientifico, quando sarebbe opportuno trovare (ed aggiungerei, impegnarsi a farlo) strategie utili a contrastare questo “enorme” problema che si chiama Obesità.
Una dieta non deve avere come unico obiettivo di far dimagrire, il cibo che viene assunto deve assicurare tutti i nutrienti essenziali per le nostre cellule.
Ma cosa sono le diete iperproteiche, tanto in voga?
Le dite iperproteiche, sono caratterizzate da un eccesso di proteine o di aminoacidi, da una carenza di carboidrati, da una carenza di lipidi insaturi, da una carenza di vitamine e minerali, da una carenza di fibra alimentare e da una carenza di nutrienti ad azione antiossidante, secondo voi queste sono diete che assicurano nutrienti essenziali per le cellule? Beh la risposta è semplice da intuire.
Le diete proteiche hanno la caratteristica di essere chetogeniche (concentrazione di corpi chetonici nel sangue superiore a 3 mg /100 ml).
In condizioni di digiuno temporaneo, inteso come digiuno notturno o anche come impedimento nell’alimentazione temporaneo, la chetosi è una condizione di risposta fisiologica, utile, appunto, se temporanea, perché garantisce energia al cervello.
Obiettivo fondamentale di una sana alimentazione: evitare la chetosi.
Quindi cerchiamo di comprendere le relazioni tra chetosi e metabolismo.
In carenza di carboidrati vi è una perdita iniziale di grasso, una perdita di muscolo e produzione di corpi chetonici. Ciò porta ad un aumento forzato della diuresi con effetto di disidratazione, con una maggiore probabilità di un aumento dell’escrezione del calcio e possibilità di nefrolitiasi.
Bradley U, Spence M, Courtney CH, et al: Low-fat versus low-carbohydrate weight reduction diets: effects on weight loss, insulin resistance, and cardiovascular risk – a randomized control trial. Diabetes 2009;58: 2741–2748.
A livello epatico una condizione di chetosi può portare ad un aumento statisticamente significativo di steatosi epatica non alcolica, NAFLD.
Solga FS, Alkhuraishe KC, Cope K, et al: Breath biomarkers and non-alcoholic fatty liver disease: prelimenary observations. Biomarkers 2006;11:174–183
La chetosi porta anche ad una sindrome di adattamento metabolico (blocco o rallentamento della perdita di massa grassa e /o peso corporeo) di seguito ecco elencati alcuni sintomi:
La chetosi porta anche ad una sindrome di adattamento metabolico (blocco o rallentamento della perdita di massa grassa e/o peso corporeo). Di seguiro ecco elencati alcuni sintomi:
- Riduzione temperatura corporea (T. ascellare < 36,2°C)
- Maggiore sensazione di freddo
- Aumento dell’azotemia, del cortisolo ematico, della glicemia, trigliceridi, colesterolo totale, LDL e riduzione colesterolo HDL
- Ipo-iperinsulinismo, insulino resistenza
- ipotiroidismo indotto da carenza di carboidrati
- Consumo proteine muscolari
Non tutti possono seguire diete iperproteiche, ecco chi non dovrebbe assolutamente intraprenderla:
Soggetti con iperglicemia e stato di insulino-resistenza o coloro che sono affetti da diabete mellito tipo 1 e 2, coloro che sono in ipotiroidismo con FT3 bassa, calcolosi renale, ipercolesterolemia, steatosi epatica, sindrome metabolica, insufficienza renale, insufficienza epatica, malattie cardiache e cerebrali, malattie del sangue, tumori, psicosi, disturbi del comportamento alimentare, alcolismo, gravidanza, allattamento.
Ecco alcune condizioni che si possono verificare a seguito di una dieta chetogenica protratta nel tempo:
Stipsi e meteorismo per la variazione alimentare; (Steatosi epatica); Stress ossidativo per aumento dei radicali liberi (ROS); Modificazioni ciclo; Aritmie cardiache per carenza di potassio; Cefalea, per aumento dei corpi chetonici; Crampi, nausea, vertigini, stanchezza, dovuti ad una riduzione del potassio; Pelle secca, perdita di capelli.
In conclusione, il messaggio che vorrei voi tutti portasse a casa è il seguente:
Se dimagrire vuol dire perdere solo massa grassa, senza intaccare massa magra, muscolare, tessuto osseo e acqua corporea, e mantenere una condizione di benessere, non sempre perdere peso è segno di salute, bisogna quindi passare ad un modello di alimentazione consapevole, non limitata nel tempo, ed anzi finalizzata ad acquisire e mantenere un sano stile alimentare, abbandonando la logica della dieta ipocalorica temporanea, ed affidarsi alla scienza, evitando il dannoso fai dai tè.
VN:F [1.9.22_1171]Articolo pubblicato su SaluteStyle
Anno 2 – Numero 2
Aprile – Maggio 2014