Ripercorrendo più o meno le tappe del mio giro preferito fra i monumenti di Bangkok da poco perfezionato in compagnia di Alessandro e Cabiria, mi sono divertito a fotografare una Canon Addicted e un Nikon Passionate, alias Manuela e Francesco durante la nostra giornata insieme (i link sono ai profili Instagram che non rendono piena giustizia alle loro capacità). Di tempo ne avevamo davvero poco ma dalla nostra parte c’è stata una giornata stranamente assolata durante quello che statisticamente è il mese più piovoso dell’anno.
Chao Phraya Expres bandiera arancione
E’ stato divertente vederli prendere il battello che risalendo il fiume gli ha permesso di fare una zoommata dentro quello che la sera prima avevano intravvisto dall’alto! La vita qui a Bangkok è strettamente connessa allo scorre del fiume le cui acque, in questa stagione, sono particolarmente alte. Con soli 15 baht a testa, in meno di 30 minuti siamo arrivati a Wat Arun ovvero il Tempio del Sole che Sorge.
Wat Arun visto dal fiume
Per chi come per loro Bangkok rappresenta la prima esperienza in Asia, i contrasti presenti ad ogni angolo stordiscono e disorientano. I colori, resi ancora più brillanti dalle piogge che nei giorni passati hanno pulito l’aria dalla cappa di smog, avvolgono l’occhio protetto dall’obiettivo della macchina fotografica. 1, 2, 3, 10 scatti sembrano non bastare per poter riportare a casa tutto quello che li circonda…
Il primo tempio non si scorda mai! Ho dovuto inseguirli fra statue di Buddha meditanti e cortili assolati. Visto che la SIM telefonica si sono decisi a prenderla solo a fine giornata, ho dovuto tenerli sempre sott’occhio per non rischiare che si perdessero di nuovo catturati dal fascino di Wat Arun.
Ma quello che non volevo si perdessero erano le piccole esperienze più che i monumenti: templi e musei saranno ancora qui quando torneranno a Bangkok in un prossimo viaggio, le emozioni degli incontri casuali invece non si possono ricreare. Il viaggio che non si racconta né a parole né con le foto è quello delle emozioni. Entrare nella Sala dell’Ordinazione a Wat Arun e trovare un monaco che elargiva benedizioni è stato un incontro che difficilmente scorderanno, un’inaspettata coincidenza che ha saputo imprimere l’immagine più nitida nei loro cuori. Il capo chino che riceve l’acqua; la mano tesa verso il sacerdote mentre viene legato il “Sai Sin” (สายสิญจน์ ovvero il Filo Santo); un silenzio interrotto solo dalla preghiera del monaco e dal “click” della macchina fotografica. Non credo di esagerare dicendo che per loro forse è stato il momento più emozionante dell’intera giornata (chiederò conferma), più intenso del mangiare il durian (cosa che hanno fatto davvero e il video, per chi non ci crede, è su youtube).
Panorama da Wat Arun
Da Wat Arun a Wat Pho - Tempio del Buddha Sdraiato e poi a piedi di corsa fino al Palazzo Reale - Grand Palace. Un assaggio di Bangkok quello che hanno avuto in una mattinata senza soste. Instancabili e con l’entusiasmo sempre vivo.
Chi avrà fatto lo scatto migliore?
Fra un gruppo di cinesi e un altro, anche Manuela e Francesco sono riusciti a immortalare Wat Phra Kaeo.
Con la scusa che l’ho visto molte volte, non sono entrato facendo sì che si godessero da soli, come veri viaggiatori nonostante le migliaia di turisti che li circondavano, la magia del Buddha di Smeraldo.
Tuk Tuk: tenetevi forte, altro che fare foto!
Stenterà a crederci Cabiria ma mi sono lasciato trascinare ancora una volta in una corsa in Tuk Tuk. Un’esperienza a cui i turisti non possono e non devono sottrarsi ma che io eviterei davvero molto volentieri. Questa volta niente diluvio a rendere la corsa “eccitante” ma un autista che nelle curve ha rischiato più di una volta di ribaltare il trabiccolo a 3 ruote. Innegabile l’adrenalina che sale in chi percorre le vie di China Town per la prima volta. Manuela continuava a ripetere che era troppo bello. Convinta lei…
io preferisco il taxi…
In pochi minuti eccoci ai piedi della Montagna d’Oro, un dolce colle artificiale dalla cima del quale si gode la vista di Bangkok direttamente da dentro Wat Saket. Pur di arrivare prima dell’orario di chiusura abbiamo anche saltato il pranzo! Che dite? Ne valeva la pena?
Panorama dalla Montagna d’Oro
Stupa che sovrasta Wat Saket
Com’è che dice ilproverbio? Non c’è 2 senza 3? Ecco, qui a Bankok vale il non c’è 4 senza 5. Da Wat Saket la tappa successva è Wat Traimit e così siamo arrivati a quota 5 templi visti in un giorno! Senza mai puntare i piedi verso il Buddha, Francesco e Manuela si assicurano una foto da aggiungere alle altre 20mila scattate in un giorno. E hanno anche avuto la fortuna di avere un modello d’eccezione: se per Cabiria il modello fu un bimbo bellissimo, nel loro caso a prestarsi a scatti inconsueti è stato un ospite a 4 zampe con le orecchie a penzoloni!
Già che eravamo in zona non poteva mancare una passeggiata per China Town - Yawarat ma, a questo punto della giornata, stanchezza e fame a parte, anche se avremmo potuto proseguire le visite ai monumenti, abbiamo optato per tornare a casa. Probabilmente non saremmo più stati in grado di gustarne la bellezza e per di più Bangkok by Night richiede una certa dose di carica per essere vissuta alla grande!
Vi state chiedendo com’è andata per la cena e la serata? Un assoluto Top Secret, mica vi possiamo svelare tutto!
Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene.
Ansel Adams
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