Occupazione giovanile, crollo dal 2002

Creato il 20 maggio 2014 da Rodolfo Monacelli @CorrettaInforma

L’occupazione giovanile è scesa di due milioni in undici anni, in Italia. A testimoniarlo sono gli ultimi dati di Eurostat, che evidenziano il crollo nella fascia tra i 25 e i 34 anni dal 2002 al 2013.

Dopo Grecia, Croazia e Spagna, il dato sul tasso di occupazione in Italia è quello più basso in assoluto tra i paesi dell’Unione Europea. Prendendo in considerazione la popolazione tra i 20 e i 64 anni, soltanto il 59,8% ha un posto di lavoro, secondo le cifre diffuse ieri da Eurostat. Il dato è eccessivamente allarmante, visto il gap rispetto alla media europea pari a 8,5 punti percentuali (nell’UE il tasso è del 68,3%).

Occupazione giovanile – Le cifre sulla disoccupazione giovanile preoccupano ogni giorno in Italia: se da una parte si continua ad assistere al picco a rialzo dei giovani senza lavoro, dall’altro si nota che i conti tornano quando vediamo che dal 2002 al 2013 gli occupati con età compresa tra i 25 e i 34 anni sono passati dai 6,3 milioni di undici anni fa ai 4,3 milioni attuali, ossia due milioni esatti in meno, per un tasso di occupazione giovanile che dal 72,6% crolla fino al 60,2%. Se si allarga la fascia, studiando i dati Eurostat sull’occupazione giovanile con età tra i 15 e i 34 anni, si scopre che i posti di lavoro in meno negli ultimi undici anni sono stati ben 2,5 milioni.

Nonostante il dato sull’occupazione giovanile difficile da digerire, il premier Matteo Renzi ha affermato di vedere già segnali positivi per la ripresa nei prossimi anni. La mossa più concreta sembra essere il Piano Garanzia Giovani (dove il Governo si impegna a trovare un posto di lavoro o di tirocinio ai giovani con età tra i 15 e i 25 anni), che a due settimane dalla partenza ha già visto l’adesione di 50.000 cittadini, come afferma il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Occupazione tra gli over 55 – Se da una parte i ragazzi devono preoccuparsi per il crollo dell’occupazione giovanile, a trovare buone le cifre Eurostat è la popolazione dai 55 anni in su. In questa fascia si è assistiti ad una vera e propria rivoluzione dal 2002 al 2013, con il rialzo dell’occupazione di 14,1 punti percentuali (dal 28,6% al 42,7%) che almeno su questo punto tiene l’Italia in linea con l’Unione Europea, dove il tasso di occupazione over 55 è salito da una media del 38,1% al 50,1%. A portare questi dati, sarebbero stati cambiamenti come il rialzo dell’età pensionabile e la riforma apportata al sistema previdenziale.

Occupazione nell’Unione Europea e oltre – Guardando al di là della media europea, i paesi che sul fattore dell’occupazione complessiva (età tra i 20 e i 64 anni) non hanno problemi sono l’Islanda e la Svizzera, che hanno registrato rispettivamente un tasso dell’82,8% e dell’82,1%. Nell’UE, invece, chi se la cava meglio è la Svezia (79,8% di occupati), seguita dalla Germania (77,1%).




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