Ode al carciofo, una poesia d'ortaggio. Pablo Neruda conferma.

Da Archcook @archcookblog


Dal cuore tenero che si vestì da guerriero, si mantenne impermeabile fra i pazzi vegetali... Pablo Neruda poeta dell'amore, della natura e della passione civile, decide di dedicare un'Ode al "fiore" dell'orto: il carciofo. Inserendo la poesia in "Ode al vino e altre odi alimentari", il canzoniere Nobel cileno, ne esalta unicità e bellezza a dispetto degli altri ortaggi dall'animo irrequieto che lo circondano.
Il segreto delle sue virtù risiede nella cinarina, la sostanza aromatica che gli conferisce il caratteristico sapore amaro e molte delle sue proprietà benefiche e terapeutiche. Il carciofo è ricco di potassio e sali di ferro, mentre ha una scarso contenuto a livello di vitamine. Troviamo poi alcuni zuccheri consentiti ai diabetici, come mannite e inulina e altri minerali come rame, zinco, sodio, fosforo e manganese.
Curiosità Vi siete mai preoccupati di come recuperare il gambo dei carciofi più teneri? Una volta privato della sua "buccia" esterna,  può essere consumato crudo in insalata o in pinzimonio, affettandolo finemente con un coltello adatto al taglio delle verdure come il coltello Santoku, con cui si ottengono ottimi risultati con minimo sforzo.
Inoltre, qualche chicca per amanti di tisane e decotti di ogni genere: gran parte dei principi attivi del carciofo è contenuto nelle sue foglie che normalmente non vengono consumate. Bene, preparando un infuso con le sue foglie, otterrete una bevanda molto amara che sarà in grado di ridurre drasticamente la percentuale di colesterolo nel sangue.
Crema di carciofi
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Dettagli archcook
coltello Santoku ZWILLING J.A.HENCKELS
coltello da cuoco universale ZWILLING J.A.HENCKELS
Ode al carciofo
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l'osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.

di Pablo Neruda

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