Magazine Diario personale

Ode all’irritabilità

Da Romina @CodicediHodgkin

Stanotte, di nuovo sveglia ad un orario improponibile. Lo psicovicino e la psicostrappona sono di nuovo alle solite. Ora, lei è odiosa, ma pure lui, porca miseria…ma come puoi stare con una spogliarellista e aspettarti che lei ti torni immacolata a casa?! Vabbè, che lei a chi gliela dà e a chi gliela promette, non me ne fregherebbe nemmeno niente se, a causa loro, la mia giornata non fosse cominciata alle 4:30 e non fosse destinata a proseguire – nel migliore dei casi – fino alle 23:00. Che poi, insomma, mi sono svegliata con urla e fracasso di di oggetti rovesciati e scagliati (lei lo gonfia di botte). Prima che il mio cuore scendesse al di sotto dei 170 battiti al minuto era passata l’ ora di colazione. Ho dato vita ad un turpiloquio fantasiosissimo e a tratti esilarante, ma ve lo risparmio, anche se merita. Potete solo immaginare cosa è uscito dalla mia bocca quando lui, in uno slancio di ingiustificata galanteria, l’ha appellata come “sgualdrina”. Erano anni che non sentivo più questo termine così antico, tanto più che lui ha la proprietà di linguaggio di un bambino di due anni. D’altra parte, parliamo di una che quando il padre di lui si è lamentato della loro trombatio isterica, è scesa a casa del “suocero” nuda e urlando “è mia e ci faccio quello che mi pare”. Vero e sacrosanto. Per me può anche usarla come fioriera, basta che non faccia rumore in piena notte.

Tant’è, chiudo l’argomento prima di scadere nello squallore più totale. Che poi, in realtà, io non ce l’ho con loro. Io ce l’ho con chi si ostina a voler vivere in quella casa. Vive in casa mia ma ma non sono io, inizia con Maschio e finisce con Alfa.

Comunque, sono di pessimo umore. Mi bruciano gli occhi dal sonno e penso che la prima parola storta che vola do vita ad una scena che nemmeno Arancia Meccanica. Infatti Alfa, in uno slancio di spirito di autoconservazione, non dà segni di vita da questa mattina.

Insomma, è da questa mattina che soffio come i gatti e faccio l’elenco delle cose che mi urtano. Ma mica cose serie, tipo la disonestà o l’infedeltà. Quelle cose da poco che però nella giornata storta fanno scattare istinti violenti. Tipo:

- I bar che usano tazzine da caffè troppo spesse e troppo bollenti.

- Le pizzerie al taglio che ti dicono “No, paghi dopo, tranquilla” così che poi tu, con la pizza in mano, devi strolicare*tre ore con il portafoglio e la borsa usando una mano sola per prendere e mettere via i soldi.

- Le persone che telefonano in ufficio senza presentarsi e chiedendoti di passargli qualcuno. MA ME VOI DI CHI SEI?! Ma ti sembra ragionevole che io chiami il capo dicendogli “Le passo una chiamata” “Chi è?” “Boh. E’uno”. Non perdiamo tempo e presentati.

- “L’applicazione non risponde. Termina adesso o annulla”. Io ti annullo. Ma con una mazza da baseball.

- Quelli che si mangiano le parole. Specialmente se si straniscono quando gli chiedi di ripetere.

- Quelli che quando arriva la metropolitana corrono per la pole-position. Tu sei lì sulla banchina pronto ad entrare e quelli si infilano tra te e la banchina.

- Le commesse che quando vai in cassa ti fanno l’elenco di quello che ti può servire. “ti interessa l’offerta sullo shampoo per capelli chiari” “A me? Ma mi hai vista?”, “ti interessano i boxer di Paperinik per tuo marito?” “Se si azzarda ad entrare in camera da letto con una cosa simile lo sposo. Ma solo per la soddisfazione di chiedere subito il divorzio:”, “Metto in conto anche il caffè?” “Te l’ho chiesto?!”.

- Gli adolescenti, specialmente le ragazzine, che urlano sui mezzi come se ci fossero solo loro.

- Quando non capiscono il mio cognome.

Potrei andare avanti per ore ma…mi urta!

*Strolicare: verbo viterbese per “smanettare”, “trafficare”, “armeggiare con qualcosa”. fig. inventare storie, es. “ma quante ne strolichi!” = ma quante te ne inventi!


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